Non dispongo di note informative circa la band scandinava, ma so soltanto che si tratta dell'ennesima bella uscita della MTM, che ultimamente non sta sbagliando un colpo (ehhmm...Hirsh Gardner a parte obviously!). Hanno scelto un monicker che ben rispecchia le loro caratteristiche: quello che i nordici ci propinano è infatti una bella "iniezione" di hard rock melodico pomposo nella scia dei migliori esponenti della gloriosa scena svedese che fu (TNT, Europe, King Kobra con una ventata di Whitesnake). La presenza ai cori di Goran Edman non fa che impreziosire uno dei punti di forza dell'album, i cori appunto, sempre melodici ed azzeccati (ne possiamo gustare un esempio ascoltando "Night After Night", "Goodbye To The Good Times"). Avevo già avuto modo di apprezzare "Fire With Fire" sull'ottavo volume del sampler della Mtm, da me recensito, e proprio quella traccia mi aveva stuzzicato un certo interesse per questo debutto (credo) degli Ignition. Si conferma infatti come uno dei brani migliori del disco e spartisce il primato con il lentone "Should Have Done You Right", una song mielosa al punto giusto, da ascoltare in due modi, come tutti lenti d'altronde: o in coppia (decidendo voi come occupare il tempo...) oppure alla guida di una auto sfrecciante a mille all'ora per le strade in una giornata assolata d'estate... "First To Cry" e "Time Is Running Out" sono canzoni ideali per concludere un platter hard rock, melodiche ma potenti, con quei cori piazzati al punto giusto, calibrati per far spiccare il volo alle saltellanti linee di chitarra. Numerosi sono i mid tempos che compaiono su "Ignition" e tutti di pregevole fattura, "Babylon", "You Can't Fool Me No More", "Tell Me Your Mine", dove gli Ignition danno dimostrazione di saperci fare con gli strumenti in mano, e soprattutto di saper costruire delle belle canzoni, ottime da gustare in sede live a mio avviso. "Father (Save Me)" è pomp rock allo stato puro e mi ha portato alla mente i padri del genere: i grandissimi Kansas, del quale gli Ignition hanno parecchio in comune. Giusto perchè mi piace fare le cose al rovescio chiudo dicendo che paradossalmente il pezzo più scolastico e anonimo mi è sembrato essere proprio l'iniziale "Down On My Luck", anche se in possesso di un bell'assolo di chitarra. Un plauso va al cantante, autore di una prestazione maiuscola lungo tutta la durata dell'album, mi ha ricordato non poco Johnny Gioeli dei riformati Hardline. Sono contento perchè mi pare di capire che il rock melodico stia finalmente riconquistando il posto che gli compete nel cuore degli ascoltatori, e questo grazie ad uscite davvero valide negli ultimi mesi quali i lavori di Hardline, Giant, Unruly Child, Evidence One, Ignition e tanti altri. E grazie soprattutto al costante supporto di etichette come MTM e Frontiers, che hanno sempre creduto nel genere, anche nei periodi più bui. Se le promesse per gli Ignition e per la scena sono queste, ci sarà da aspettarsi grandi cose per l'anno in corso.
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