“
Hai fatto i compiti?” chiese la maestra al giovane Thebon, che da li a poco sarebbe diventato il leader dei Keep Of Kalessin.
Il giovane Thebon annui'. Lui i compiti li faceva, si limitava a svolgerli (magari a scopiazzare quel tanto che bastava dal vicino di banco, notoriamente secchione) senza mai strafare o metterci del suo, ma non si potrà mai dire che non li svolgesse.
Come avrete potuto notare dall'introduzione fatta a “
Kolossus”, il nuovo lavoro del gruppo norvegese (al quale hanno prestato la loro nera arte in tempi remoti anche
Attila Csihar e Frost) non è altro che un bel compitino svolto bene. Registrazione molto curata, tecnicamente ineccepibile, buon songwriting e solite aperture melodiche, ma niente di piu'.
Nel disco confluiscono diverse influenze estreme che vanno dal classico fraseggio dai toni epici alle sfuriate tanto care ai gruppi blackmetal, fino alle aperture orchestral-sinfoniche, senza tuttavia arricchirle o farle proprie.
Tutto sommato l'album scorre senza pero' mai lasciare il segno. Manca di sostanza e tutto risulta già ascoltato e sin troppo prevedibile.
Sufficienza stiracchiata.
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