Arrivano dalla Lituania, da Vilnius, per la precisione, questi
Soul Stealer, monicker tra i più banali al mondo per una heavy/power band qui alla prima prova sulla lunga distanza. I ragazzi hanno accumulato esperienza nei vari anni, divenendo famosi in patria, e con questo disco auto-intitolato, tentanto il grande balzo.
Prodotti dalla Ledo Takas, piccola label lituana, i Soul Stealer ci presentano dieci tracce, la maggior parte delle quali cantante in lingua madre! Originale, direte voi! Vero, lo è; e lì finiscono le cose originali di questo debut album. Il quale si trascinerà tra mid-tempos ed improvvise accelerazioni, costruendo canzoni dalla struttura facile ed orecchiabile, ma dalle melodie scontate e, a volte, pressappochiste come gli arrangiamenti dell'intero lavoro.
Gustose, e sicuramente meritevoli di un mezzo ascolto in più,
"Padėk išnykti...", bella power song con tanto di cavalcata ritmica alla Hammerfall, in cui peraltro il cantato del bravo (ma a volte eccessivamente 'acuto') Jeronimas mette in evidenza l'incredibile musicalità della lingua lituana; da segnalare la potente e convincente
"Plaštakė", che molto mi ricorda gli Stratovarius, e la conclusiva
"Too Heavy", uno dei pochi (tre, per la precisione) pezzi cantati in inglese.
Alla fine della fiera, i Solut Stealer, pur con tanta buona volontà, dimostrano le inevitabili ingenuità compositive e di produzione di una band al debutto, come accade nel 90% dei casi. Il disco, tuttavia, potrebbe essere una discreta base di lancio per un futuro più radioso, se si saprà raddrizzare il tiro, rendere il suono più convincente e le composizioni meno scontate e derivative. Rimandati al prossimo appuntamento.
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