Torna P. Paul Fenech, re incontrastato dello psychobilly prima con i suoi Meteors poi con la sua carriera solista, e lo fa come ci si sarebbe immaginato, vale a dire con l'ennesimo album pazzoide, perversamente geniale e perfettamente rappresentato dal titolo "Skitzofenech".
Questo ennesimo capitolo solista di Fenech viaggia, come sempre, tra il rockabilly e lo psycho, ma senza disdegnare pesanti incursioni nei terreni del country americano d'annata, e prova nè una cover version acida e spiazzante di "Ring of Fire" di Johnny Cash. Questo "Skitzofenech" non ha una buona produzione, nel senso che conoscete del termine, ma ha un sound semplicemente perfetto per rappresentare la lucida follia del personaggio e della sua proposta musicale; alle volte volutamente sbilanciato, filtrato, distorto e in alcuni passaggi anche lo-fi, ma il tutto seguendo una logica estremamente ricercata che crea un atmosfera studiata per ogni brano.
Brani che potrebbero essere la perfetta colonna sonora di movies inquietanti alla Tarantino, per intenderci.
"Skitzofenech" non è un album per tutti i momenti e nemmeno per tutti i palati; molti amanti del psychobilly e del rockabilly potrebbero addirittura trovarlo estremo nella sua illogicità razionale; di certo è una perla per chi ama andare oltre al canonico. Garage, vintage, schizzofrenico, sfrenato... P. Paul Fenech is back on track!
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