Ottima scoperta i nostrani
Ritual Of Rebirth, una band che arriva a pubblicare questo “Ethical Disillusion” sotto la supervisione e l’esperienza di Tommy Talamanca (Sadist) che ne ha curato la produzione nei suoi Nadir Studio. La formazione genovese ha un bagaglio musicale di tutto rispetto che viene esplicitato e passato in rassegna in ogni singolo pezzo di quest’album. Già autori del valido “Project New Life”, minicd del 2003, i Ritual Of Rebirth sembrano uscire davvero rinvigoriti dal percorso che li ha portati alla realizzazione di questa loro opera prima sotto “Nadir Records”, proprio come suggerisce il loro monicker, il rituale della rinascita, la fenice che risorge dalle proprie ceneri, più forte di prima, così la band è arrivata ad oggi dopo aver perso un compagno di viaggio nel 2007 e dopo essersi risollevata ancora più determinata di prima.
Stati d’animo intensi ed un death metal martellante e spesso di alti livelli tecnici, di scuola Sadist, sono gli ingredienti principali di “Ethical Disillusion” ma alla ricetta i ragazzi liguri hanno sapientemente aggiunto e miscelato delle sequenze nervose e imprevedibili, qualcosa che richiama un sound in bilico tra i nostrani Infernal Poetry e i matematici Meshuggah. La qualità dei contenuti arriva subito alle orecchie e anche oltre, “Shapeless” irrompe con la giusta cattiveria e rapisce facilmente l’attenzione, la pone in un’atmosfera angosciante e suggerisce paesaggi desolati e un’aria irrespirabile e colma di pensieri negativi, la voce di Mr. Gorla, (che suona il basso nei The Famili", side project di Tommy, Trevor e Alessio dei Sadist), graffia, falcia l’aria e regala tregua solo per poco con alcune clean vocals. Ogni canzone ha un suo peso e riesce a comunicare in modo diverso, “The Japanese Sindrome” parte all’attacco con un riff che richiama alla mente i già citati Meshuggah per poi approdare verso soluzioni rivolte al prog che predispongono chi ascolta ad assecondare con la mente ogni passaggio del pezzo, dal più frenetico al più rilassato; in questa canzone potrete scorgere persino un tocco di Santana! Non solo le idee sono tante in “Ethical Disillusion” ma sono anche sapientemente strutturate. Proseguendo l’ascolto ci s’imbatte in “Random Hate” che spicca per le liriche che trasudano odio puro e non lasciano intravedere alcuna speranza e viene da chiedersi a chi si rivolgano quelle parole “I hope you’ll suffer long/life will not give you any rest” ma leggendo il resto del testo, nonché, il tema principale dei contenuti, potreste farvi qualche idea... lo stile di questa canzone richiama alla mente a tratti i Subliminal Fear, un’altra band nostrana molto promettente. “Disconnetted” ha un’attacco che sembra un velato omaggio ad Alan Parsons, espediente che si rivela efficacissimo a mandare fuoristrada subito dopo quando cede il posto ad un ritmo molto più serrato e prettamente metal, vi sono poi delle aperture melodiche in cui chitarre e batteria si studiano a vicenda per poi fluttuare insieme nell’aria, dando origine a un sound davvero suggestivo. Di tutt’altro respiro è invece l’incedere di “Toy” che galoppa con riff di death metal scandinavo molto vicino agli At The Gates, così come l’eccellente “Last Pulse”, uno dei pezzi migliori dell’album ma ciò è da intendere come “primus inter pares”. Un plauso generale a una band che sa comporre con criterio, sa suonare con passione e sa trasmettere tale passione a chi ascolta e sa cosa vuol dire portare una ventata di freschezza nel metal nostrano. Da segnalare inoltre i “contenuti speciali” del cd, il making of del disco, 25 minuti in studio che potete anche vedere su youtube e sulla pagina myspace della band,
http://www.myspace.com/ritualrebirth Bene così ragazzi, ne vogliamo ancora.
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?