Debut album per i romani Kardia, band attiva fin dal 2001 con all’attivo già un paio di demos.
L’ascolto di questo “Kaleidocristo” mi rinfranca sullo stato di salute del rock italiano, che gode decisamente di ottima salute, con un nucleo di bands ricche di idee e personalità.
Torniamo ai Kardia, autori di un rock psichedelico, che molti rimandi ha alla darkwave, senza disdegnare inserti elettronici.
La band ha una vena onirica molto presente, che si esprime alla perfezione in pezzi come “Senza Forma” dove, in un vortice che oblia, le emozioni fluiscono ininterrotte. Ecco, questo è un disco “emo” nel senso più vero del termine, perché scava dentro e colpisce, ma lo fa senza fare rumore, senza violenza, in maniera intimista, con un gusto retrò che rimanda direttamente agli eighties.
Si sogna, si viaggia, in pezzi come “Luce” si ha la sensazione, chiudendo gli occhi, di dissolversi e andare alla deriva nel subconscio.
Non mancano pezzi più movimentati, dove però le tastiere hanno sempre un ruolo di primo piano, parlo di “Kreutzbergsatori” oppure di “Inno Al Buio”.
I Kardia ci sanno fare, hanno una maturità invidiabile ed un songwriting armonico, capace sempre di trovare l’apertura melodica che ti porta lontano, di trovare le parole che in quel momento sanno come colpirti.
Una band da tenere d’occhio con molta attenzione.
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