Appena visto il CD dei "This Void Inside" si pensa subito ad un disco dalle atmosfere gothic metal o similari… purtroppo non è così.
Dico purtroppo perché le potenzialità ci sarebbero ma la band, non suona affatto metal, ma una sorta di crossover tra pop, elettronica e rock che non riesce ad accalappiare l'ascoltatore e farlo stare con l’orecchio attento.
Dust, affida la ritmica ad una drum machine che, seppur sapientemente programmata, fa perdere da subito l’impatto sonoro che potrebbe dare un batterista in carne ed ossa, e di certo non invoglia l’ascoltatore a proseguire nell'esplorazione dell'album.
Un larghissimo uso di suoni synth (molto riconducibili a suoni che ricordano formazioni come i Cure) fa da condimento a delle chitarre dalle distorsioni artificiali e troppo compresse, che non trasmetto nulla di più che un “rumore” e fanno perdere l’interesse a molti brani dell’album; molti dei quali, tra le altre cose, sembrano terminare per esaurimento di contenuti più che per una vera e propria “fine del discorso”.
L’atmosfera generale di tutto il lavoro, ha molto il sapore di una band che cavalca l’ondata del successo di gruppi teen rock-pop, uno su tutti i famosi Tokyo Hotel.
In conclusione Dust, è un album che dà l’impressione di rifugiarsi in un sound dai sapori commerciali più che rock o metal.
Sono convinto che con la giusta produzione i “This Void Inside” potrebbero farci sentire molto di più.
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