L'aver recentemente riportato l'attenzione sui Nocturnal Rites, e aver visto anche gli ottimi riscontri suscitati, mi hanno spinto a recuperare una mia vecchia recensione dell'album d'esordio dei Gotham City: "The Unknown", peraltro citati proprio nella riscoperta dei vecchi lavori dei Nocturnal Rites. [... Ecco che mentre tutta l'attenzione dei fans dei Nocturnal Rites era concentrata su "Afterlife", il sottoscritto pur avendo apprezzato il quarto lavoro degli svedesi, sentiva la mancanza di qualcosa.
Quel qualcosa, o meglio qualcuno, si chiama
Anders Zackrisson, presente sui tre albums precedenti.
Anders aveva raccolto parecchi consensi per il suo operato, ma soprattutto per uno stile personale che ha sempre impedito facili accostamenti. Nemmeno ora sono ben chiari i motivi che hanno portato al suo avvicendamento, chissà, magari ha giocato il fattore età, in quanto sono parecchi gli anni di differenza tra lui ed il resto della band.
Infatti, se i Nocturnal Rites al tempo frequentavano solo da qualche anno le scene metal, il bravo
Zackrisson era già attivo nella prima metà degli anni ottanta, quando aveva cantato sul primo full length dei
Gotham City, "
The Unknown", questo il titolo dell'album che vide la luce nel 1984 a cura della
Finger Print Record.
I
Gotham City avevano già alle spalle un singolo ed un MLP, "Black Writs" (1983), ma con "
The Unknown" fanno un deciso miglioramento, anche grazie all'arrivo di
Zackrisson, e per descrivere la loro proposta musicale si può già parlare di Power Metal, genere che in quegli anni stava dando i primi sussulti.
Ci troviamo, infatti, nel 1984 e stiamo per assistere ai debut album di Grave Digger, Running Wild, Stormwitch, addirittura gli Helloween, nati dalle ceneri degli Iron Fist, esordiranno in questo stesso anno sulla compilation della Noise Records "Death Metal".
Nove i pezzi presenti, anche se la conclusiva "
The Unknown..." è un semplice prologo dalle atmosfere horror. Sebbene sia evidente l'influenza della N.W.O.B.H.M. i
Gotham City sono avvicinabili agli Heavy Load ed ai Manowar, anche per la cover (comunque orribile) con un guerriero armato di scure, ma soprattutto per il tocco compositivo.
Nulla da stupirsi quindi se l'album si apre con quello sferragliare di spade che prelude a "
Sword and Chain", canzone dai toni battaglieri e decisamente convincente, tanto da risultare uno degli episodi migliori. Altro brano sopra la media è l'epica "
See How It Flyes" ed oltre ai cori coinvolgenti, risalta l'ottimo lavoro del chitarrista
Marten Edlund. Trattandosi di un vinile, ecco che una maideniana "
Ravage in Town" chiude la prima facciata.
Girato il disco, ecco un'accoppiata epica, dapprima la veloce "
Going Insane" e quindi
"Battle Blade", maggiormente votata alla melodia anche se nel finale ci propone un'accelerazione degna dei già citati Manowar. Ancora Manowar nella seguente "
Learn From Your Leader", dove Anders sfoggia una superba performance, a mio parere superiore a quanto inciderà poi in seguito. Ancora spazio per "
Borderline", il brano più speedy ed anche più lineare del disco, prima della già citata e conclusiva title track.
Un piccolo gioellino di difficile reperibilità, fortunatamente il CD postumo "The Legend of Gotham City" (Metal Crusade, 2005) raccoglie l'intera discografia della band.
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