Esce per la
Metal Heaven, questo
Sign Of Things To Come, primo album nella lunga carriera del singer statunitense, ad avere il moniker
Vescera,e quindi ad essere concepito come un vero e proprio album solista (anche se il progetto
MVP era già assimilabile a qualcosa di simile).
Chiariamo subito che ci si trova al cospetto di un album di transizione, che se da un lato, ancora non riesce a fare a meno della componente metal (ed in particolare di quella neoclassica), dall'altro cede spesso a tentazioni AOR (non del tutto sconosciute a Vescera, ma mai messe in primo piano come in questa occasione).
Come da tradizione (o meglio come accadeva anche nel progetto
MVP) troviamo una folta schiera di strumentisti presenti sul disco, questa volta a perstare il proprio operato all'ugola cristallina di Michael, vi sono:
Jim Bell and BJ Zampa (
House of Lords),
Chris McCarvill (
Obsession, Jeff Scott Soto),
Mats Olaussen (
Yngwie Malmsteen, Ark),
Scott Boland,
John Bruno e
Jay Mezias (
Obsession),
Todd Kennedy,
Tony Mei (
XFactorX).
Il disco si apre con
"Between Heaven and Hell", brano tirato, diretto, che ricalca a pieno la tradizione power europea e che si accosta al periodo in cui lo stesso Michael "alloggiava" presso la corte di
Mamsteen, ottimo inizio, che se pur non porta con se alcuna innovazione, risulta godibile. Sulla stessa scia
"Sign of Things to Come", che privilegia tempi riflessivi al limite col doom, qui la voce di Vescera ( che ha sempre avuto un qualcosa di evocativo) viene fuori in tutta la propria maestria.
"Shine On", è il pezzo che rappresenta in pieno questo album, infatti vi è il perfetto connubio tra riffs serrati e melodie dagli umori pomp/rock.
Tutto il lavoro continua su queste coordinate sonore, plasmando alla perfezione le due componenti in esso presenti e scivola via senza sbavature, sia dal punto di vista strumentale (ci troviamo difronte a musicisti di qualità assoluta), che da quello lirico e vocale (l'ugola di Michael, particolarmente ispirata lungo tutta la durata del lavoro, sembra arricchirsi con il passare del tempo).
L'unico punto debole di questo
Sign Of Things To Come, come accadeva anche per il progetto
MVP resta la poca immediatezza delle tracce presenti e la loro particolare articolazione che elude ogni rimando alla "ruffianeria" sonora, in particolare per quanto riguarda le melodie, che anche se pompose e regali non si svendono ad ascolti poco accorti.
Ottimi musicisti, produzione cristallina, vocals emozionanti e lo spettro dei Rainbow (la maggiore tra le influenze sonore di Michael) che lento ricade nell'oblio, il capolavoro in casa
Vescera è solo rimandato.
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