I liguri Mexican Mud si inseriscono a forza in un genere che nel nostro paese vanta tanti estimatori ma pochi 'produttori': il doom/stoner, quello psichedelico, carico di groove, polveroso e assolato come un deserto dell'Arizona, ma anche allucinato dal consumo di droghe. Il trio nostrano, forte di esperienze sia nel movimento che in aree attigue, si inserisce a pieno merito nel solco tracciato in passato da mostri sacri come Black Sabbath, Pentagram, Cathedral, Kyuss, e molti altri... La ricetta è semplice e allo stesso tempo d'effetto: ritmiche rallentate e pesantissime, distorte all'inverosimile e accompagnate da una stralunata prestazione vocale. Dove i tempi si fanno più veloci (ma è un'esagerazione, sarebbe meglio dire sostenuti) diventa evidente l'influenza punk/rock della band, contrapposta a quella doom/grunge delle partiture più rarefatte, che in realtà la fanno da padrone nella maggior parte dei quarantacinque minuti di durata di quest'ottimo "Toroidal". Il lavoro è piuttosto omogeneo e di facile assimilazione, grazie all'ottimo lavoro compiuto dai tre ragazzi nel rendere variegato e interessante un genere che troppo spesso rischia di scadere in maniera troppo evidente nella noia. Al contrario i pezzi non stancano mai, pur essendo piuttosto lunghi... anche se bisogna considerare che a volte mostrano al loro interno dei mini-brani dall'identità facilmente riconoscibile. Difetti particolari non ne ho riscontrati, anche se in effetti risultare personali od originali in un genere dalle caratteristiche peculiari così ben marcate è un'impresa non da poco. Obiettivo che i Mexican Mud potrebbero darsi in vista di una prossima uscita, visto che la qualità e l'affiatamento (sia tecnico che compositivo) sono già a livelli di tutto rispetto. Per ora promossi senza riserve: se siete amanti del sole rosso e di una musica sporca e rude troverete pane per i vostri denti!
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