I padovani Drain The Dragon debuttano con questo “Demon Of My Nights”, disco che si inserisce nella scia del moderno metalcore, anche se bisogna dire che la band è molto più legata alla componente europea di detto sound, e quindi allo swedish death melodico. La cosa ovviamente va a tutto vantaggio del sound, corposo, ricco, sempre aggressivo, grazie alle vocals cartavetrioliche del singer Bokkia.
Imponente anche il lavoro dietro le pelli, il quale trova la sua migliore estrinsecazione in pezzi come la conclusiva “The Ocean” o nel finale monolitico di “Awake The Vengeance”.
Non particolarmente ispirate invece le chitarre, che a mio modo di vedere sono un po’ troppo ripetitive, dando spesso la sensazione del già sentito.
Non sono un gran patito di queste sonorità, mi stancano presto e non ne riesco davvero a trovare la ragion d’essere, visto che a mio modesto parere si fondo i lati deboli di due generi, lasciando fuori le prerogative principali.
Non che il sound dei Drain The Dragon non sia pesante ed aggressivo, ma troppa melodia fa venire l’orticaria.
Tuttavia al di là di queste considerazioni personali, dicevo che la band, anche grazie ad una buona produzione, offre una prova pienamente discreta e quando decide di pigiare il piede sull’acceleratore, come ad esempio in “Same Hands”, spacca veramente.
Ci sono dei passaggi a vuoto, con pezzi che faticano a trascinare e rimanere impressi, ma questi sono difetti che speriamo col tempo vengano mitigati dalla band, magari con un’iniezione di personalità in più all’atto del songwriting.
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