Prima di inoltrarmi nell'analisi del nuovo disco degli Svizzeri Darkspace è opportuno sconsigliare questo monumento alla morte a chi va di fretta nella vita, a chi vive in perenne felicità, a chi trema al solo pronunciarsi della parola morte, potrei continuare per ore e quindi è meglio fermarsi qui. Questo terzo album non è per niente facile, bisogna armarsi di pazienza, di trovare quella voglia istintiva di tuffarsi in una nuova avventura senza mai mollare la presa. E' difficile anche catalogarlo questo lungo trip, anche se il Black Metal ne è sicuramente la colonna portante sino a quando sfocia in paesaggi lunari e spettrali, al limite con la musica Ambient. La velocità non cala mai, però si riesce comunque a ricreare un'atmosfera eterea e criptica che in canzoni come 3.16 e 3.17 rende bene l'idea di cosa possa essere la disperazione sotto forma di note. III è una litania quasi infinita, e volendo essere oggettivi 79 minuti di durata ogni tanto appaiono esagerati. Ok la voglia di spiazzare e rendere il tutto volutamente angosciante, ma il rischio di rimanere alienati può diventare altissimo, e quindi allontanare l'ascoltatore invece di imprigionarlo nelle oscure trame che per fortuna questo disco mantiene su un buon livello per la maggior parte della durata. In Svizzera c'è qualcosa di malsano, di perfido e subdolo, i Darkspace ne hanno colto l'essenza.
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