Copertina 7

Info

Genere:Punk
Anno di uscita:2003
Durata:35 min.
Etichetta:Relapse
Distribuzione:Self

Tracklist

  1. THE HATEBALL IS ROLLING
  2. DESTROYER OF WORLDS
  3. MORD II
  4. FINAL DESCENT
  5. HATESTOMP
  6. STAIRSWEEPER
  7. AIR/A PRELUDE TO HELL
  8. SUPERSTAR DESTROYER
  9. DANGER DANGER
  10. SUPERSTAR CONFESSION
  11. IN MISERY EMBRACED
  12. LIKE ROADKILL
  13. WARCHILD
  14. OUTLAW SONG

Line up

  • Mierre Mongo: guitars, vocals
  • Danny Violence: guitars, vocals
  • Richard A.D: bass, vocals
  • Matt Von Superstar: drums

Voto medio utenti

Violenza sfacciata. Ostilità frenetica. Assalto furibondo. Concise definizioni come brevi e concise sono le canzoni dei Genocide Superstars, ai quali è sufficiente una mezz’oretta per erigere uno sbarramento spaventoso pescando sia nel punk che nel metal, mischiando tutto con una sguaiata attitudine da dannati del rock’n’roll.
Ci troviamo nella scia di gruppi come Zeke, Antiseen, Discharge, primi Turbonegro, ma con maggiore propensione alla schizofrenia metallica, visto che i G.S. sono una creatura voluta da Mieszko Talarczyk (alias Mierre Mongo..), singer polacco della grind-band Nasum.
Nessuna pietà, nessuna esitazione, nessuna variazione. “Superstar destroyer” è un bulldozer che non conosce pause, ogni brano è un attacco al fulmicotone, tra allucinanti estremizzazioni di ritmiche Motorhediane, vocals sovrapposte che vanno dall’isterismo death alla raucedine di Lemmy, cori da battaglia punkeggianti, una brutale urgenza che mi riporta ai bei tempi di Adrenalin O.D., Beyond Possession, Dehumanizers, e compagnia.
Piuttosto difficile estrapolare particolari momenti in mezzo a questo bombardamento uniforme, anche se “Air/a prelude to hell” colpisce per il suo tiro hard’n’roll che prevede perfino accenni vagamente catchy, e la conclusiva “Outlaw song” subisce un leggero rallentamento a livello dei primi Hellacopters e si distacca in parte dagli altri brani per una certa orecchiabilità.
Tutto il resto sono spietati esempi della capacità del quartetto di coniugare divertimento e caos, mentalità fracassona e distruttiva tecnica metal, magari con poca fantasia ma potenza da pesi massimi.
Mi figuro cosa possa essere una loro esibizione live, e dubito che ne uscirei intero causa limiti d’età, ma riesco ancora a godermi un po’di sana violenza quando la incontro.
Sicuramente alla lunga questo genere di picchiatori rimbalza contro i propri limiti, nell’impossibilità di uscire dagli schemi autoimposti, quindi diventa monotono e scontato, ma assunti a piccole dosi “una tantum” album come questo sono veramente micidiali e rigeneranti.
Chi ha bisogno di ricaricarsi, senza tanti problemi e rischiando di sfondare le pareti della stanza, non si faccia sfuggire i Genocide Superstars.

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