Unico sopravvissuto di una band scioltasi nell'82 dopo due dischi descritti come "really rocking 70's style progressive", nel 1999 il leader
Jim Johnston riprende da solo a comporre e suonare brani da includere in un doppio concept di 100 minuti sulla storia delle origini del male. "Contra-Mantra" è la prima parte e prosegue nella direzione musicale interrotta 26 anni fa, alternando il pomp rock radiofonico dall'impatto immediato a composizioni più articolate in stile prog che vanno oltre i 10 minuti. I brani più convincenti sono quelli caratterizzati da una forte componente melodica: "The damage is done" 30 anni fa sarebbe stato un potenziale hit radiofonico in America, un magico incrocio tra Styx, Journey, Saga, dal refrain corale molto orecchiabile e una parte strumentale dominata da tastiere wakemaniane, stesso dicasi per il ritmo incisivo di "Better living thru anarchy" e "A different world", esempi di melodic rock ricchi di strati di tastiere prog, mentre il rock sanguigno di "Vanity" è guidato da riffs di chitarra alla Lynard Skynard. Tra i brani più prog, "Anthem" si dilunga troppo nella parte strumentale iniziale e nell'atmosfera dolce e cupa creata dal cantato a più voci prima che sopraggiunga un assolo di chitarra elettrica e un cambio di tempo che accelera il ritmo, meglio la varietà di stili mostrata nei 15 minuti di "The hard way" introdotta da una chitarra acustica e ricca di atmosfere melodiche corali, tastiere classicheggianti, ritmiche elettroniche.
Pochi spunti degni di nota e niente che non si sia già sentito in passato, ciò non toglie che "Contra-Mantra" sia un disco gradevole sospeso tra complessità e melodia, preda appetibile per i fans di Styx, Kansas, Journey e Yes, intanto Johnston è già al lavoro sulla seconda parte del concept.
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