Copertina 8,5

Info

Anno di uscita:2008
Durata:61 min.
Etichetta:ATMF
Distribuzione:Masterpiece

Tracklist

  1. TRASFORMAZIONE
  2. CERIMONIA DEL VUOTO (MANTRA TIBETANO ALLE DIVINITA' CTONIE)
  3. MORTE DI UNA COSCIENZA
  4. MONTAGNE AD OVEST
  5. SAMADHI AOS
  6. CERIMONIA DELLO SPAZIO
  7. LA MACCHINA MORBIDA
  8. REINCARNAZIONE (LA BURLA)
  9. SPAZIO TEMPO E FUMI DI METANO
  10. IL MIO CANTO LIBERO (LUCIO BATTISTI COVER)
  11. IN VETTA, CON MULI ED ALPINI
  12. A PAN
  13. IL MAI NATO

Line up

  • Atratus: vocals
  • Il Monaco: keyboards
  • Mord: guitar, machines, samplers
  • Il Marchese: bass
  • Axion412: drums

Voto medio utenti

Questo fine 2008 si sta rivelando un periodo di ottime uscite per il nostro panorama estremo, anche se ad essere onesti è vero il fatto che tutto il 2008 è stato un buon anno per il settore extreme in Italia. I Tronus Abyss ve li ricordate? Hanno sempre sguazzato nell'underground, prima come Black Metal band tutto sommato tradizionale, ora invece risorgono a nuova luce con uno stile che di Metal nella maggior parte dei casi ne vede lontanamente l'ombra e basta. Adesso sono le visioni grigie e malate a fare il buono e il cattivo tempo nei Tronus Abyss, visto e considerato che le strutture tipicamente Noise/Industrial adesso sono le colonne portanti, il tutto poi viene sommato a qualche accenno Ambient e ovviamente Black Metal, ma proprio quello più evoluto e distante, insomma per dirla facile come i Thee Maldoror Kollective del periodo New Era Viral Order. E' giusto che voi sappiate che questo Vuoto Spazio Trionfo è un lavoro di grande personalità, ricco di dettagli e atmosfere studiate, ma proprio per questo non è facilmente assimilabile, ci vorrà qualche ascolto ma prima o poi la nebbia avvolgerà anche voi. Si muovo lentamente in territori cupi e industriali, dove la luce al neon è la cosa più reale che possiate incontrare, e illumina brani come Morte Di Una Coscienza, Spazio Tempo E Fumi Di Metano e ci metto pure Samadhi Aos, tutte canzoni deviate/anti, dove l'elettronica di confine prende il comando e trascina tutto in vortici di nauseante rumore. Questo disco emerge in modo assoluto soltanto se ascoltato in blocco, così si evita di perdere in quanto a compattezza e follia. La sorpresa giunge da Il Mio Canto Libero (si quella di Lucio Battisti...) qui rivisitata in modo oserei dire profondo, se non fosse per il testo sarebbe dura riconoscerla. Un'opera grigia di difficile catalogazione.
Recensione a cura di Andrea 'BurdeN' Benedetti

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