Copertina 6

Info

Anno di uscita:2008
Durata:45 min.
Etichetta:Billion Dollar Babies

Tracklist

  1. FUCK OFF AND DIE
  2. DEGENERATED
  3. COME UNDONE
  4. DROOL
  5. ABANDON
  6. VOODOO LOVE BOW
  7. IDIOTS
  8. SHIP
  9. NOMADIC
  10. BACK ON THE JUICE
  11. WHERE WERE YOU
  12. ZOE IS A WEIRDO
  13. SAVED BY THE BELL

Line up

  • Nicke Borg: vocals, guitars
  • Dregen: guitars, vocals
  • Johan Blomquist: bass
  • Peder Carlsson: drums

Voto medio utenti

Devo essere sincero, non mi sono mai fidato dei gruppi che, dopo anni di carriera, intitolano un album col proprio nome. Potrà suonare strano ma ho sempre visto queste operazioni come oscuri presagi di improvvisi cambi di sound o di eccessivo ammorbidimento.
Nel caso dei Backyard Babies, il disco auto-intitolato è in effetti il 6° in studio di un'attività ormai ventennale, nella quale i quattro terribili svedesi hanno saputo dare nuova linfa all'hard rock europeo.
Per fortuna il sound non è cambiato, almeno non in maniera sconvolgente: i Backyard Babies sono sempre riconoscibili ma, purtroppo, va detto che ormai sono lontani parenti di quelli degli anni '90.

L'album si apre con "Fuck Off And Die", che fin dal titolo promette sfracelli ma si rivela "solo" un buon pezzo di rock n'roll, senza infamia e senza lode. Le cose vanno meglio con "Degenerated", gran bel brano cadenzato, corposo e con un groove e un coro vincenti. Nella più scanzonata "Come Undone" riaffiorano le influenze punk della band, mentre "Drool" ricorda certe cose dei Kiss, in un pezzo davvero ben fatto e godibile. Da qui in poi, si alternano brani più o meno melodici ("Abandon", "Back On The Juice") ad altri maggiormente grezzi ma sempre in modo controllato ("Idiots", "Where Were You"), senza un vero sussulto.
Fanno eccezione "The Ship" e "Zoe Is A Weirdo": diretta, sfrontata e brillante la prima, corta e divertente la seconda, queste due canzoni riescono finalmente a riportare alla mente i Backyard Babies degli esordi.

Alla fine, quello che rimane di "Backyard Babies" è un po' di amaro in bocca, soprattutto per chi ha amato i primi lavori della band. Non è affatto un brutto disco ma parliamoci chiaro, la selvaggia intensità di un "Total 13" o di un "Diesel And Power" è ormai andata del tutto persa. Ciò che abbiamo oggi è una band dalla provata esperienza, che compone oneste canzoni di punk/hard rock con un occhio di riguardo alle classifiche e col freno a mano tirato. Ripeto, non è un brutto lavoro ma per quanto mi riguarda, i veri Backyard Babies erano ben altri.
Recensione a cura di Michele 'Freeagle' Marando

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