Dietro il moniker
Dimitry si cela in realtà una vecchia conoscenza del panorama metal italiano, alias Demetrio Scopelliti, axeman degli Arcadia, che qui si cimenta con una produzione solista, dove ovviamente il nostro mette in mostra le sue abilità chitarristiche.
Non è un caso che questo lavoro si chiami “Evolution”, perché segna una netta evoluzione nel modo di suonare di Demetrio. Ero abituato a sentirlo distruggermi i padiglioni auricolari con riffoni granitici cari alla tradizione Fear Factory, oppure grattugiarmi i timpani con accelerazioni hardcore (nell’ultima incarnazione degli Arcadia).
In verità l’opener “Nemesis” ha ancora un bel riff ribassato, ma è solo un lapsus freudiano, oserei dire, visto che il disco pone decisamente l’accento sulle virtù soliste di Demetrio, il quale si diverte a disegnare trame che prediligono la fruibilità, il feeling, al virtuosismo fine a se stesso, sebbene il nostro non ne sia assolutamente sprovvisto.
Nell’uso della melodia, assolutamente protagonista, ricorda talvolta i Meshuggah, come in “Abducted Dimension”, ma per la maggior parte siamo di fronte a composizioni che si rifanno alla tradizione americana, losangelina oserei dire, visto che la città degli angeli è la seconda patria di Demetrio.
“Big Hi-Tech I” è un trip assolato, quasi sognante nelle sue derive soffuse. Il concetto viene spinto oltre nella conclusiva “Keep Your Eyes Closed”, durante la quale conviene veramente chiudere gli occhi e lasciarsi andare alle suggestioni della musica.
I canoni per giudicare questo disco non possono sicuramente essere la mera tecnica strumentale, piuttosto occorre fare riferimento al feeling e alle sensazione trasmesse, le quali di certo non difettano. Certo fa strano sentirlo suonare così, ma altrimenti che “evoluzione” sarebbe?
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