Un vecchio adagio recita che è meglio parlare quando si ha qualcosa da dire, altrimenti è preferibile tacere. I Brad di questo consiglio hanno fatto tesoro, pubblicando tre dischi in dieci anni di attività, una media suicida per i nostri mercati discografici globali. Va da sè che i musicisti impegnati nel progetto di cose ne hanno fatte nel frattempo, ed i Brad potrebbero sembrare l'amante con cui si tradiscono le mogli, Satchel, Pearl Jam. Non è così. I Brad sono infatti tra i più fulgidi figli del suono di Seattle, i figli forse più sensibili se è vero che al furore elettrico che ha marcato tanti dei gruppi nati in quel nord ovest americano umido di pioggia, il quintetto ha preferito un'originale sintesi di rock e soul, originale per i tempi, ma in realtà molto classica nella sua forma, un sentiero quasi obbligato da una voce, quella di Shawn Smith che è seconda per tensioni emotive e bellezza pura e semplice solo a quella di un'altro 'amico' di Gossard. Rispetto al secondo lavoro, "Interiors", pubblicato nel '97 in cui la vena rock del chitarrista aveva irrobustito le canzoni con solidi riff presi a prestito proprio dai Pearl Jam, "Welcome To Discovery Park" segna un deciso ritorno alle atmosfere soffuse dell' esordio, il magnifico "Shame" del 1993. Se infatti in "Revolution" e "La.la.la" sono ancora le distorsioni ad essere protagoniste , nella prima Smith sfodera un'interpretazione rabbiosa per certi aspetti sorprendente, il senso nel disco si ritrova nella ricerca di rimti meditativi, accompagnati dal pianoforte e da chitarre leggere che non disdegano di ripercorrere le antiche strade del folk, come in Takin' It Easy". Ma e' nel soul l'anima di questo lavoro, in 'pezzi unici' come "Never Let Each Other Down", "Brothers And Sister", "Yes, You Are", vibranti come la fiammella di una candela nel buio, o in "Drop It Down", attraversata da una linfa rock blues come è davvero raro ascoltare. A tratti poi si ha l'impressione di perdersi in spazi dilatati (lecito parlare di apertute psichedeliche? Non so...), ed "Arrakis", "All Is None" "Couch T-Bone", sembrano canzoni nate nei migliori anni '60 americani. Dei Brad se ne parla poco e forse è meglio così. Musica del genere non è per tutti.
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