Copertina 6,5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2008
Durata:41 min.
Etichetta:Dracma
Distribuzione:Masterpiece

Tracklist

  1. NEXUS VI
  2. SONG OF TYRELL
  3. MERCHANT OF SOULS
  4. A ZIGGY’S FAULT
  5. LIGHTS OF SIAM
  6. THE CURSE
  7. MADHATTERS
  8. WAYS
  9. HELP
  10. MISTRAK
  11. WINTER’S HUNTER

Line up

  • Giovanni Vernier: vocals
  • Matteo Corona: guitars
  • Giorgio Anselmi: bass
  • Dario Trevisan: guitars
  • Vincenzo Gulisano: drums

Voto medio utenti

"Headquakes" è la prosecuzione di quell'omonimo demo, uscito nel 2007, che viene a costituire l'ossatura dell'esordio di questa formazione friulana, completato da una manciata di nuovi pezzi, più la cover di "Help", classico senza tempo dei Beatles.
La resa sonora confusa, ancora a livello di quello di un (buon) demo, penalizza troppo quello che in realtà è un buon disco di sincero ed energico Heavy Metal, classico e poco "imbastardito" con il Power Metal, che ha come principale punto di riferimento gli Iron Maiden e comunque le migliori formazioni degli anni '80. Nessuna orchestrazione imperante o composizioni dilatate e dispersive: il songwriting è compatto ed efficace, se proprio si vuol essere fiscali talvolta risulta un po' derivativo e svela qualche ingenuità (vedi ad esempio l'approssimativa interpretazione della già citata "Help"), ma per il genere, e per di più nell'occasione di un disco d'esordio, questo è davvero inevitabile.
Dopo l'intro di routine, ecco che "Song of Tyrell" spazza via ogni dubbio, gli Headquakes ci sanno fare, un’opener che ricorda i Mesmerize più aggressivi, con il bravo Giovanni Vernier a darle quel tocco melodico a livello di refrain, ben assecondato dalla sezione ritmica e dalle chitarre di Matteo Corona e Dario Trevisan. Un pizzico di cattiveria in più (a parte il break acustico) con "Merchant of Souls" e maggiori variazioni sul tema per "A Ziggy’s Fault", preparano il terreno a quella che si rivela la canzone meglio riuscita del disco, "Lights of Siam", che parte lenta per poi trasformarsi in un'avvincente cavalcata metallica. Gli Headquakes si lanciano poi nella corsa sfrenata in doppia cassa di "The Curse" e di "Ways", inframmezzate dalla cadenzata "Madhatters", con l'album che infine si chiude sulle note di "Winter’s Hunter", la composizione più ambiziosa ed articolata, potente ma con un avvincente tocco malinconico.
Al di là delle critiche, nel caso prevalgono gli aspetti positivi, sopratutto in prospettiva futura: basterà poco per un bel salto di qualità.
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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