Dopo aver rispolverato la mia recensione originale di "A Time Never Come", come non ripetermi con quella ancora più datata (ai tempi Metal.it batteva ancora bandiera Holy Metal) del loro album d'esordio, che mi portò ad assistere a quello che credo sia stato il loro primo concerto, al Mephisto Rock Cafe di Lu Monferrato. [... "Mistress of the Shadowlight" potrebbe identificarsi nel CD che mi aspettavo da Luca Turilli, ed invece ci viene proposto da una nuova band: i
Secret Sphere, che emergono prepotentemente dall'underground italiano. Infatti, Turilli nel suo progetto solista si era proposto di realizzare canzoni sì nello spirito dei Rhapsody ma molto più dirette e "metalliche", abbandonando per una volta la maestosità e la complessità delle composizioni che caratterizzano la band madre, invece non è andata così, ed il testimone è passato idealmente nelle mani dei Secret Sphere. Questa giovane band si rende autore di un metal che presenta certamente connotazioni sinfoniche ed aperture al limite del progressive metal, ma che privilegia l'impatto frontale e situazioni più arroventate.
Il brano "Age of Wizard" mostra chiaramente questo loro aspetto, ma anche nelle composizioni più ricercate i nostri non trascurano mai il fattore potenza. Se non fosse riduttivo per il gruppo, il loro sound si potrebbe definire come il giusto punto d'incontro tra Rhapsody e Stratovarius. Come sempre più spesso accade anche "Mistress of the Shadowlight" è un concept, ma stavolta ci evitano sia il remake storico/leggendario sia temi fantasy (anche se personalmente apprezzo entrambi) e sviluppano una particolare tematica relativa ai sogni ed alle fantasie dell'uomo. I componenti della band se la cavano egregiamente, i Secret Spere sono così composti: Aldo Lonobile e Paolo Gianotti alle chitarre, Andrea Buratto (basso), Luca Cartasegna (batteria), il poliedrico tastierista Antonio Agate ed infine Roberto Messina, vocalist che si propone con una prestazione più che positiva e decisamente personale. Scorrendo via via la tracklist, otto ottime canzoni più una intro, ed avendo già citato "Age of Wizard" come uno dei pezzi migliori, meritano di essere segnalate la variegata "Recall of the Valkyrie" con la doppia cassa a palla ed un'apprezzabile lavoro di chitarra "malmsteeniana", la dolce ballad "Twilight of Fairy Tale" sorretta da un ispirato pianoforte dove Messina si dimostra singer valido anche nelle parti meno sostenute, e la conclusiva "Secret Sphere" strutturata ma scorrevole, nonostante l'alternarsi di porzioni narrate, aggressive, epiche, prog, melodiche... si sente pure il mare .. c'è proprio di tutto!!!
Detto che il Cd gode di una buona produzione e della presenza ai cori di vari elementi dei White Skull (su "Secret Sphere" si distingue chiaramente Federica De Boni), non mi rimane che caldeggiarne l'acquisto o per lo meno l'ascolto.
Tecnica: Bravi, sia tecnicamente che come songwriting, non sembrano affatto una band che si è formata appena da due anni ed all'esordio discografico.
Produzione: Precisa e pulita, pecca solo di poca "rotondità" del suono.
Originalità: Pur riallacciandosi a sonorità tipiche del genere ai Secret Sphere non manca la personalità.
Confezione: L'artwork ed il booklet sono ben realizzati, non male. ...]
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