Ancora una piccola autoproduzione nostrana, che si rivela all’altezza del panorama internazionale doom/stoner. Un lavoro firmato dai GodWatt Redemption, terzetto che opera nella zona di Frosinone.
Avevo ascoltato tempo fa un loro valido demo di quattro brani, ora il gruppo si cimenta sulla lunga distanza ed è sicuramente una prova efficace e matura.
Ciò che emerge con evidenza dal lavoro è un genuino vigore, spontaneo ed immediato, che in qualche modo ci riporta agli albori del cosiddetto movimento stoner. Una densa corrente di energia rock, unita all’incedere massiccio ed alle atmosfere grevi, per produrre brani di grande spessore come le granitiche “Pachiderma” e “Death generator”, ma anche grezze ed intriganti linee vocali di forte presa, all’interno delle ottime “Black hole” e “Burning the mountain”.
Certo nel disco è facile rintracciare tracce dei Black Sabbath, o dei primi Orange Goblin, o ancora dello scandi-stoner tipo Dozer, Generous Maria e compagnia, ma sono compattate in un modulo adulto e di ottima freschezza.
Nel finale dell’album altri due colpi pregiati, la lunga traccia “Silence” piena di fumigante psych-rock ed una versione lenta ed ossianica dell’hit Purple-iano “Highway star”. Testimonianze delle qualità dei GodWatt Redemption, altra band italiana che gli appassionati possono supportare senza il rischio di restare delusi.
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