Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2008
Durata:32 min.
Etichetta:Prosthetic Records
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. CONDEMNED
  2. REIGN OF TERROR
  3. OUR COMMON GRAVE
  4. HARVEST OF HATE
  5. THE WASTELAND
  6. BITTER
  7. NO FUTURE
  8. LITHIUM OVERDOSE
  9. NEVER MORE
  10. PROCREATING THE INFECTION
  11. UNTITLED

Line up

  • Elliot Desgagnés: vocals
  • Christopher Bradley: guitar
  • Dennis Bradley: bass
  • Justin Rousselle: drums

Voto medio utenti

Ad un anno dalla loro ultima release i canadesi tritaossa Beneath The Massacre tornano a violentare e perforare le nostre orecchie con 32 minuti di tiratissima follia estrema chiamata “Dystopia”. In questi casi poco più di mezz’ora è sufficiente ad ostentare tutto il proprio tecnicismo attraverso intricati riffs e blasbeats che puniscono senza pietà. Tempi veloci, stop epilettici, irrefrenabili corse disperate di note che scivolano a velocità da capogiro sul manico sempre più incredulo della chitarra di Christofer, il tutto correlato da una brutalità unica e da una disinvoltura nell’esecuzione davvero degna di nota. Sulla medesima lunghezza d’onda di band quali Decrepit Birth, Origin, Despised Icon, Ion Dissonance e via dicendo, i Beneath The Massacre segnano con quest’album un traguardo importante nella propria carriera grazie ad una maggiore maturità compositiva e all’infernale voce di Elliot Desgagnés che in quest’occasione appare davvero migliorata. Con un’opener di un’immediatezza disarmante come “Condemned” viene sin da subito illustrato qual è il livello tecnico raggiunto, le chitarre irrompono sulla scena descrivendo una caduta quasi senza sosta, come di anime condannate all’Inferno che vengono gettate violentemente verso un fiume di lava incandescente e a cui non è data nessuna possibilità se non quella di agitarsi freneticamente in volo. I ruggenti growls suggeriscono colori rossastri e toni infuocati che fanno da tappezzeria all’Ade. La velocità supersonica di questo treno in corsa sa anche come rallentarsi in modo mai banale grazie a sapienti breakdown che rendono più variegato il tutto e mitigano il pregiudizio di chi, dopo pochi ascolti, sentenzia la similitudine di tutti i pezzi senza averne prima colto le sfumature. “The Wasteland” presenta davvero una brutalità inaudita e spazza via ogni dubbio sulla band, qualora ve ne fossero stati prima, su quanto questi ragazzi meritano la dovuta attenzione sia su disco che in sede live e sia su questo brano che su “No Future” c’è spazio persino per due soli schizofrenici e, in quest’ultima, per parti più cadenzate che calzano a pennello con l’esigenza di completezza compositiva. Tra le varianti è da segnalare anche la brevissima “Lithium Overdose” che in 52 secondi tocca una mastodonticità in pieno stile Impendindg Doom. In “Dystopia” è come se qualsiasi faccia del dado cadesse sul sei, ogni aspetto è soddisfacente tanto da indurre a riascoltarlo ripetutamente e con ingordigia per cogliere sempre nuove e affascinanti sfaccettature.

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