I tedeschi
Neronia ci presentano un album,
"Blue Circles", che viene dato alle stampe ben 4 anni dopo il debut "Nerotica", targato appunto 2004.
E' la storia complicata di una band che ne ha passate di tutti i colori, dai frequenti cambi di line-up, alla forzata sostituzione del monicker (
Ulysses era il precedente) per motivi legali, a lunghe pause di riflessione.
Cosa aspettarsi di trovare, dunque, in questo nuovo lavoro? Le coordinate stilistiche ci riconducono immediatamente ad un prog rock di buona fattura, imparentato strettamente a qualcosa degli Arena, e a sonorità un pò Marillion Fish-era, anche se a me mi sanno a volte anche un pò di Lukather o di Gary Moore. Come avrete capito dagli ultimi due nomi, le composizioni sono leggermente guitar oriented, 9 brani in cui la band si diletta in gustose ricerche sonore, soprattutto per quanto riguarda i suoni marcatamente retrò delle tastiere.
Non che il prodotto faccia gridare al miracolo, anzi: l'effetto soporifero indottomi dal cd al primo ascolto mi fa un pò preoccupare, ora che dovrò apporre il mio giudizio finale. E, di certo, non depone a favore neanche la pronuncia del singer teutonico Falk Ullmann, che pronuncia le "s" alla tedesca, cioè come "z" dolci, e che in certi passaggi suscita un leggero sorriso.
Poco male, la band suona comunque bene, lasciandosi spesso andare a passaggi pianistici e ad un'interpretazione a volte più da musical che da disco rock; si ascolti, ad esempio, la traccia n° 4, "One on One", delicato interludio di piano e chitarra acustica, in cui le tessere del puzzle sembrano essere tutte al loro posto. Nel modo di cantare di Falk sembra a volte di sentire Klaus Meine, connazionale ugola degli Scorpions, e a volte Charlie Dominici, primo cantante dei Dream Theater... non so se ho reso l'idea... credo di no, uffa...
Insomma, come avrete capito sono un pò combattuto sulle conclusioni da trarre dopo aver ascoltato varie volte questo "Blue Circles". Lo considero un lavoro troppo intimista e poco vendibile, se non ad appassionati del genere. La produzione è discreta, le capacità strumentali pure, ma più in là di "discreto" non riesco ad andare.
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