Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2003
Durata:43 min.
Etichetta:People Like You
Distribuzione:Self

Tracklist

  1. RED SLEEVE (C’MON)
  2. SATISFACTION
  3. 14 PICTURES
  4. IN HELL
  5. DROWN
  6. DECEMBER
  7. YELLOW SEA
  8. HEY HEY HEY
  9. MY EYES
  10. INFINITY

Line up

  • Hellvis: vocals
  • J.J.Scat: guitar
  • Nikki: bass
  • Tobbe: drums

Voto medio utenti

Ciò che più stupisce della marea inarrestabile che sta diventando l’heavy rock Scandinavo non è il numero incalcolabile di nuove formazioni emerse negli ultimi anni, bensì il loro livello qualitativo che, tranne ovvie eccezioni, si attesta come minimo al di sopra del dignitoso. Certamente latitano i capolavori, ma il recente atteggiamento di alcuni fruitori incontentabili che schifano a priori il novanta per cento delle nuove uscite per atteggiarsi ad inflessibili censori mi risulta incomprensibile. Quando la musica non offre più emozioni, non penetra nell’anima, non stimola reazioni positive se non in rarissimi casi, o si è emotivamente aridi o è ora di cambiare hobby. Opinione chiaramente personale e discutibile, per cui torniamo al disco..
Gli Svedesi Boogieman rientrano nel novero delle nuove leve che provano ad attestarsi nell’area di congiunzione tra il metal tradizionale e le propaggini più dure dell’heavy rock/stoner.
Alcune delle canzoni presenti sul disco facevano parte di un demo risalente ad un paio d’anni fa ed accolto con entusiasmo dalla critica, quindi il nome del quartetto circolava nell’ambiente con un certo alone di “next big thing” che ha fatto levitare l’attesa di questo lavoro per le necessarie conferme.
Diciamo subito che ci si è spinti troppo avanti, i Boogieman esordiscono con una buona realizzazione, onesta e solida, ma non aprono nessuna pagina nuova in questo campo. L’originalità non è propriamente un loro punto di forza, comunque il loro stile ibrido origina una dinamica energia heavy assai grintosa e trascinante.
L’influenza maggiore della band pare essere quella degli Entombed epoca “Same difference/Black Juju”, comprendente ruvidi riffs metallici e vocals poderose, ma si possono notare anche numerose vibrazioni stoneggianti che alimentano un groove “circolare” con l’intento di cavalcare entrambi i generi. Evidente una somiglianza, nemmeno tanto mascherata, con i The Awesome Machine e non è un caso che il loro cantante Lasse sia presente nelle backing-vocals di “14 pictures”, uno dei brani migliori per come alterna fasi muscolari a momenti più pacati e sofferti.
Senza tante sottigliezze i Boogieman provano a ritagliarsi uno spazio vitale sparando bordate dirette al bersaglio grosso come “Red sleeve”,”Hey hey hey” o “In hell”, high-energy cruda in un oceano di ritmiche spesse ed assoli tirati, inserendo qua e là pennellate di sferzante melodia con i capienti polmoni dell’aggressivo Hellvis a dare ulteriore spinta verso chi apprezza il voluminoso sound d’assalto.
“Triple six blues” gioca quasi tutte le sue carte sui fragorosi riverberi metal, quindi il rischio di una certa staticità è sempre presente. Occorreva variare qualcosa, dimostrare di avere altre frecce a disposizione. Se in “December” già si colgono distorsioni ed echi più “fumati” e scivolosi, il vero botto dei Boogieman arriva con la conclusiva “Infinity”, un trip di classe che avvolge in una spirale lenta tra eterei sogni narcolettici e pulsanti convulsioni Kyussiane. Un brano che esula dalla linea portante dell’album ma che fa ben sperare sui futuri sviluppi della band nordica.
Un altro lavoro che ci regala qualche buon stimolo, una pillola di emozione, una manciata di minuti di piacevole ascolto, non una pagina memorabile nella storia della musica che non è e non sarà mai nelle possibilità dei Boogieman. Se però dovessi attendere soltanto le opere immortali, di questi tempi sul mio stereo crescerebbe la muffa, perciò mi accontento di questo discreto disco di settore, forse ancora un po’ troppo derivativo ma meritevole di un ascolto. Consigliato ai fans di Mannhai, El Caco, Roachpowder, ed ovviamente The Awesome Machine.

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