La Rise Above esce dai suoi soliti territori doom/stoner, pescando a Brighton (UK) un’eccellente formazione di rock progressivo settantiano.
Si tratta dei
Diagonal, collettivo di sette elementi nato sui banchi di una scuola locale, che perfino a livello estetico ricorda quella lontana epoca musicale.
“Tarkus” meets “Space ritual” meets “Valentyne suite”. Si potrebbe grossolanamente sintetizzare così il debutto dei britannici, nel quale le citazioni davvero si sprecano. Tastiere alla E.L.& P., voci eteree alla Gentle Giant, sperimentazioni in stile Hawkwind/King Crimson, uso sapiente dei fiati che ricorda Colosseum e Van Der Graaf.
Ma i Diagonal, oltre ad essere ottimi musicisti, hanno fatto tesoro di tutte le loro influenze. Non è un lavoro didascalico, né celebrativo. Noti nel circuito underground per le abnormi dilatazioni live, tre/quattro pezzi in novanta minuti, nel disco il gruppo si è in qualche modo contenuto. Sempre brani molto lunghi, dieci minuti in media, ma con grande attenzione alle sfumature e cura dei particolari.
Strutture aperte del tipo jam-song, ma nessuna concessione ai solismi fini a sé stessi. Trame agili e mature, compattezza degli elementi strumentali, sviluppo coerente ed emozionante. Gli episodi acquistano carattere grazie al loro costante dinamismo, ed assumono un volto preciso per gli eleganti spunti di differenziazione.
Le melodie vocali di “Deathwatch” sono arabeschi fatati fuori dal tempo, mentre è un viaggio affascinante l’incedere rutilante della poderosa “Semi permeable men-brain”. Gli inserti di sax nel cerebrale prog-jazz “Cannon misfire” si sposano a meraviglia con le chitarre moderne e spigolose, così come la conclusiva “Pact” si rivela un grandioso omaggio alla psichedelia romantica anni ’70.
E’ evidente che nel lavoro non c’è alcun richiamo alla modernità del prog-metal, perché si basa su un’interpretazione molto più antica e profondamente diversa di questo filone rock. Una band totalmente votata alla riscoperta delle origini musicali progressive, operazione indifferente alle esigenze del mercato discografico ma finemente realizzata e vibrante di pura passione.
Chiunque ami ancora gli antichi, grandi gruppi citati nell’articolo, si procuri il debutto dei Diagonal, stella emergente del prog-rock contemporaneo.
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