Excursus / CCCP - Fedeli alla linea: tra Punk filosovietico e musica melodica emiliana

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Pubblicato il:14/12/2022
I CCCP - Fedeli alla linea sono stati uno dei gruppi Punk più importanti avuti a livello nazionale ed europeo, visto che il gruppo è considerato tra i padri del Punk in Italia e tra i principali innovatori del genere.
La band nacque in quel di Berlino, all'epoca divisa in due dal tristemente noto Muro che divise la città per decenni e rappresentava la situazione politica della Germania post seconda guerra mondiale. Nell'82 dopo una breve esperienza musicale dalle ceneri dei MitropaNK i due "guru" del complesso, rispettivamente Giovanni Lindo Ferretti (nelle vesti di cantante e paroliere) e Massimo Zamboni (nelle vesti di chitarrista) formano i CCCP, affiancati dopo da altri membri per spettacoli pirotecnici (Annarella Giudici e Danilo Fatur) e Umberto Negri al basso (quest'ultimo rimarrà nel gruppo emiliano fino al 1985). La band, nota oltre per la sua musica anche per i suoi orientamenti politici decisamente ambigui, per il forte impatto visivo delle loro esibizioni e per l'immagine che si era costruita attorno a sé ebbe una carriera breve visto che alla fine del 1990, dopo l'uscita del quarto album in studio si sciolse. Dal punto di vista musicale il gruppo emiliano riuscì a far proprio il Punk Rock e a dargli una forte identità emiliana prima che italiana; oltre a ciò è da considerare una certa svolta stilistica avvenuta con gli ultimi due lavori che si allontanarono in maniera decisa dal Punk sgraziato fatto in precedenza ed in entrambe le fasi hanno avuto un certo ascendente sul panorama alternativo e Indie italiano.

Genere:
Punk Rock
Post Punk
Alternative Rock

Periodo di attività:
1982 - 1990

La band come detto poc'anzi si formò a Berlino dalle ceneri di un precedente progetto musicale durato circa un anno e solo durante i primi mesi avrà un batterista fisico, poi sostituito da una Drum Machine fino al 1986, che sarà uno degli elementi più caratteristici dei CCCP.
Nel 1984 dopo vari concerti ed avvicendamenti dei musicisti al seguito del duo fondatore, esce il primo lavoro della band, l'Ep "Ortodossia" che con le sue tre tracce mette su cassetta il prototipo del "CCCP-sound" della prima era, con il suo Punk fortemente grezzo, avente un Ferretti che si trova a suo agio nell'urlare gli inni di stampo fortemente filo-sovietici ed un Zamboni che dà al tutto un sound ancora più sgraziato grazie alla sua chitarra che nell'episodio finale - una marcia di stampo panarabo e dotato di un certo cattivo gusto per un fedele islamico - va a dipingere melodie mediorientali sotto un'ottica squisitamente Punk.




Dopo questo primo banco di prova, la band ripubblica il precedente lavoro, con il titolo "Ortodossia II" nel quale è presente una nuova canzone, quella "Mi Ami?" nella quale l'animo Punk della band viene unito a melodie di stampo popolare tipiche della loro terra.




I CCCP sono molto attivi nell'85 e dopo aver ristampato il primo lavoro ecco che esce il secondo Ep, dal titolo "Compagni, cittadini, fratelli, partigiani" nel quale la band non si distacca affatto dalla formula di quanto già fatto in precedenza, anche se vi è da rimarcare la presenza di ritmi generalmente più lenti e ritmati, oltre ad una maggiore varietà a livello lirico, con testi che vanno a toccare temi più vicini alla gente della loro terra. Entrambe le pubblicazioni oltre ad essere ancora molto caserecce e un po' acerbe rispetto a quello che ci daranno in futuro, visti i scarsi mezzi economici avranno una scarsa qualità di registrazione, tipica dell'HC ottantiano, oltre a fare numeri tipici del Punk italiano del periodo visto che erano pubblicati e distribuiti dalla Attack Punk Records.
I vari Ep fatti verranno successivamente - nel 1988 - riuniti nella raccolta "Compagni, cittadini, fratelli, partigiani/Ortodossia II" nella quale vi è un sunto di quanto fatto prima del loro esordio ufficiale (per dovere di cronaca con la ristampa della raccolta, il titolo e la tracklist verranno invertite per dare finalmente una coerenza cronologica).




Dopo tutta questa gavetta viene licenziato nel 1986 e sempre tramite Attack Punk Records il primo album in studio dei Nostri, dal titolo chilometrico "1964-1985 Affinità-divergenze fra il compagno Togliatti e noi - Del conseguimento della maggiore età" che è considerato uno dei dischi più importanti del panorama Rock italiano. Con questo lavoro la band attua nel suo piccolo la sua definitiva rivoluzione musicale, miscelando senza soluzione di continuità il Punk (filo-sovietico) con la musica popolare emiliana dando alle stampe un mix assolutamente unico e sorprendente sia all'epoca che nei giorni nostri. Il lavoro si guadagna, giustamente, una grande quantità di lodi tra la critica e diventa così una pietra miliare del panorama Punk/Rock italiano: qui dentro trovano spazio sia alcuni dei pezzi fatti in precedenza, sia degli inediti e tra i ritmi lenti ed ossessivi di una "Emilia Paranoica (Remiscelata)", all'apatia di "Io sto bene" si giunge allo xilofono destabilizzante (e pure molto catchy) di "Curami" per giungere all'Hardcore selvaggio di "Valium Tavor Serenase" all'interno della quale vi è nella parte centrale un liscio squisitamente romagnolo da balera che destabilizza il tutto.
Molte di queste sono soluzione personali ed inedite all'interno del Punk mondiale e questo unito ai vari cambi di tempo di certi pezzi, ad una certa distanza sonora dal movimento Punk del '77, alla violenza che viene alternata all'oscurità di certi episodi oltre a dei testi vicini ad un certo tipo di cantautorato italiano, danno all'album un'importanza non indifferente ed uno stile in ultima analisi unico.
Quest'ultimo punto anche per via dello stile chitarristico di Zamboni, dai suoni "grattugiati" che spesso è messo in ombra dall'ingombrante presenza dell'altro membro fondatore.




Dopo un paio di anni di distanza il sestetto con a capo Ferretti e Zamboni si spinse oltre andando a fare lo spettacolo teatrale "Allerghia. Atto unico di confusione umana" ed il secondo album in studio: "Socialismo e Barbarie" che vista la partnership con la major Virgin Records porterà al gruppo un certo numero di critiche da parte dei fans più intransigenti (sbeffeggiati con il soprannome CCCP - Fedeli alla lira). Qui la musica ha una notevole evoluzione con una forte e marcata influenza New Wave in diversi episodi del lavoro che denotano uno stile rinnovato. Accanto alla New Wave e al Post Punk, la band si addentra di più in sonorità e paesaggi mediorientali nel trittico "Hong Kong"/"Sura"/"Radio Kabul", un canto di musica sacra per organo in "Libera me Domine", una originale cover dell'Inno dell'USSR nell'opener "A ja ljublju SSSR" con la sua New Wave fortemente sovietizzata, mentre con la popolare "Inch'Allah ça va" si ritorna su andamenti mediorientali con tanto di testo in francese. In mezzo a tutto questo guazzabuglio di soluzioni trova pure spazio un episodio dai tratti Noise Rock nella caotica "Stati di Immaginazione" e pezzi smaccatamente Punk Rock che trovano spazio nella prima metà del lavoro preso in esame.




La successiva ristampa del disco avvenuta l'anno successivo aggiungerà al tutto il singolo "Oh! Battagliero/Guerra e pace", nel quale il primo pezzo è una cover di un pezzo partigiano dai tratti fortemente folkloristici, mentre nella seconda canzone vi è un'audace unione tra il Punk ed il Valzer andando a dare un'ulteriore spinta qualitativa a "Socialismo e Barbarie".
Qui di fatto si concluderà la fase tipicamente Punk dei CCCP.




Per il terzo disco dei Nostri bisognerà attendere altri due anni e nel 1989 uscirà "Canzoni preghiere danze del II millennio - Sezione Europa", che per alcuni aspetti cambia le carte in tavola in casa CCCP. Con questo lavoro il Punk dei primi lavori viene totalmente eliminato in favore di un sound molto più vicino alla New Wave pesantemente influenzata dall'Alternative Rock e dal Synth Pop. La svolta sfortunatamente non è delle migliori e a parte i fortunati episodi orientali (nell'ordine: "La qualità della danza", "è vero" e "Palestina"), la religiosa "Madre" e al fortunato singolo "And the Radio Plays", il disco si va ad inabissare nel mare della mediocrità con episodi inutili ("Vota FATUR"), frecciatine futili ai propri detrattori ("Fedele alla lira?") ed un sound piatto e raffazzonato, pieno di sovra incisioni che non danno nulla al contesto e alle chitarre smorzate in favore delle tastiere che ora hanno un ruolo di primo piano in tutte le canzone. Per fortuna come detto poc'anzi non tutto è da buttare e gli episodi che in parte salvano il lavoro denotano idee interessanti sfruttate anche abbastanza bene. Da dire poi che pure a livello tematico c'è una grossa svolta, infatti nei testi dall'ortodossia socialista si passa ad un'ortodossia di stampo cattolica (ed essa troverà molto più spazio nei progetti post CCCP, ovvero i CSI ed i PGR oltre al successivo progetto solista di Giovanni Lindo Ferretti). Questo è stato il primo - ed ultimo - passo falso del gruppo, che nel giro di un anno rilascerà un convincente canto del cigno.




E si giunge così all'ultimo anno di attività del gruppo: nel '90 l'ultima incarnazione del gruppo sarà rinnovata dal nuovo asse tosco-emiliano. L'asse si forma per via di alcune divergenze di natura artistiche nate all'interno dei Litfiba e portano Gianni Maroccolo, Francesco Magnelli, Ringo De Palma e Giorgio Canali a lasciare il celebre gruppo fiorentino per andare a confluire nei CCCP. Da questo fatto e con la formazione allargata a otto membri la band rinnovò pesantemente il suo stile sonoro e se da un lato riprese per certe idee presenti nel precedente capitolo discografico, dall'altra ci si spostò sempre di più su lidi Alternative Rock marcatamente Folkloristici con uso costante della musica etnica in vari episodi, ridando una seconda giovinezza artistica al gruppo nella sua ultima fase di vita. Le canzoni si fanno mediamente più lunghe che in passato, andando a toccare durate elevate che fino a poco tempo prima erano inimmaginabili oltre ad essere più complesse, melodiche e aventi un suono molto più stratificato. Nei quattro temi di "Epica Etica Etnica Pathos" vi è spesso una leggera vena malinconica e nostalgica che ben si sposa con le scelte fatte in sede di registrazione, tra melodie campestri e rurali intervallate da momenti dolci oltre a qualche piccola sferzata dai toni Noise che dà quel piccolo tocco di grezzo per dare un fil rouge con il Punk originario; se questo è l'ultimo nato di casa CCCP è da qui che nascerà lo stile del gruppo che gli succederà, i CSI che in pratica si erano già formati sotto "falso nome". Ed è con questo lavoro, molto distante da quanto fatto dai Nostri fino a poco tempo fa con il quale si conclude il periodo di attività dei CCCP e c'è da dire che seppur molto diverso e distante da quanto fatto in precedenza, alla fine il ciclo si chiuse con un lavoro che mostra una grande profondità e ricerca musicale.




Oltre a quanto fatto in studio dei CCCP è bene ricordare altri lavori che sono usciti postumi al gruppo.
Il primo per il quale vale spendere un paio di righe è la raccolta "Ecco i miei gioielli" che a conti fatti può essere considerata un riassunto di quanto fatto negli otto anni di attività dal gruppo. Tra le canzoni più famose del gruppo, oltre a qualche chicca, questa raccolta del '92 può essere un ottimo punto di partenza per scoprire la band emiliana.
Il secondo lavoro invece è un live uscito nel 1996 dal titolo "Live in Pankow" nel quale i CCCP riesumano alcune loro perfomance live lasciate intatte e con una qualità di registrazione spiccatamente Punk (quindi molto discutibile per gli ascoltatori più esigenti e ben lontana dalle registrazioni pulite avute tra l'87 ed il '90) ma che grazie ad essa il live viene elevato, grazie ad una genuinità e ad una ferocia che ne guadagna. Una piccola perla che gli amanti del Punk degli anni '80 devono sicuramente tenere d'occhio oltre ad una delle più belle pagine scritte da questi scapestrati musicisti tra filastrocche storpiate, introduzioni narrate, scenette irriverenti ed inni militanti il tutto rinchiuso nel loro Punk dai toni folkloristici.
Infine se questo articolo vi ha messo curiosità nei loro confronti e sono riuscito a mettervi la proverbiale pulce nell'orecchio è pure consigliabile, per capire meglio la formazione emiliana, la visione del documentario "Tempi Moderni. CCCP - Fedeli alla linea" del 1989.




Nel cappello conclusivo scrivo un paio di righe per le carriere post CCCP che ritengo meritevoli di essere ricordate: come detto prima sorgeranno i CSI, vicini all'Alternative Rock e che rappresenteranno uno dei fari per l'Indie italiano. "Ko de mondo" del 1994, "Linea Gotica" del 1996, "La terra, la guerra, una questione privata" del 1998 (live dedicato al partigiano e scrittore Beppe Fenoglio) e la raccolta "Noi Non Ci Saremo Vol.2" del 2001 sono album importante per una determinata scena del Bel Paese.
Il Rock non guarda solo al Folk emiliano, ma anche alla musica popolare mongola oltre che a vari accenni Noise e al cantautorato italiano.




Dopo lo Split tra Zamboni e Ferretti, quest'ultimo fonda i PGR dei quali è da ricordare solamente l'esordio "Per Grazia Ricevuta" uscito nel 2002, contenenti alcuni episodi davvero stuzzicanti visto come si strizzava l'occhio alla musica etnica di stampo africana e per gli apprezzabili intrecci vocali di Ferretti e della meravigliosa ugola di Ginevra Di Marco.




Massimo Zamboni invece da solista non ha avuto molte fortune, complice anche alcuni rifacimenti tediosi del materiale fatto con i CCCP e i CSI dei quali non se ne sentiva la mancanza. Revival questo culminato nel piacevole Live/Film "30 anni di ortodossia" che un suo perché lo aveva al contrario dei rifacimenti citati prima, pieno di ospiti di lusso tra ex membri dei CCCP/CSI o artisti influenzati da essi.
Mentre trovo molto più interessante parlare del suo album collaborativo fatto insieme ad Angela Baraldi (una sorta di Patti Smith nostrana anche come presenza scenica e dotata di una voce molto caratteristica) e Cristiano Roversi.
"Sonata a Kreuzberg" del 2018 è uscito tramite la rediviva Contempo Reocrds (nome legato indissolubilmente per un motivo o per un altro a Death SS, Extrema, Disciplinatha, Negazione, Gianni Maroccolo ed Electrolution tra i tanti) e contiene principalmente cover delle canzoni che Zamboni ascoltava per le vie di Berlino est nel 1982 prima della nascita dei CCCP, ma il tutto rivisto sotto una chiave elettronica e minimale.




Link utili:
https://www.facebook.com/GiovanniLindoFerretti
https://www.facebook.com/massimozambonipaginaufficiale
Articolo a cura di Seba Dall

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