Scream For Me: Billy Gibbons

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Pubblicato il:19/06/2023
Come diceva il buon Lemmy : "tutto nasce dal Blues" e come dargli torto?
Dal Blues viene il Rock e da esso il Metal.
E tra i principali esponenti del blues-rock ci sono sicuramente gli ZZ Top il cui chitarrista, nonchè voce solista e autore, è il grande Billy Gibbons che con la sua band dal Texas è salito sul tetto del mondo fino ad essere stati inseriti nella Hall Of Fame nel 2004.
Caratterizzati, esteticamente, dalle lunghe barbe posticce gli Zz Top dal 1969 ad oggi hanno dominato le classifiche e sopratutto fatto scuola per un certo modo di intendere la chitarra blues, tradizionale si, ma ricca di groove, distorsione ed armonici artificiali.
Billy e la sua chitarra sono groove e passione, scopriamo insieme il suo "lato nascosto", quello al di fuori della band madre.
"Scream For Me, scream for us, Billy!"

PERFECTAMUNDO (2015),
Curiosamente la prima esperienza solista al di fuori degli ZZ Top è datata 2015, cioè ben 46 (!) anni dalla formazione della band! Poteva un chitarrista che per quasi 5 decadi aveva creato un suo stile, fare qualcosa che fosse al di fuori di esso? Ebbene, si. "Perfectamundo" è un album profondamente influenzato da ritmi latini che si fondono col Blues dando vita a composizioni che grondano groove da ogni nota, si sentano la titletrack coi suoi riff duri, oppure lo strumentale"Q.Vo" o "Treat Her Right" - latin/blues anni '60 rivisitato col pianoforte - o ancora la fenomenale "Piedas Negras" chitarra acustica, linea di basso pulsante, tastiere e un mood irresistibile.
Ma ancora "You Are What Happening, Baby" e "Sal Y Pimiento" con le percussioni stile afro-cubano e la chitarra che ricorda Santana, spesso poi Billy usa lo spagnolo unito all'inglese ("Hombre Sin Hombre") quasi a voler enfatizzare l'origine latina della sua musica.


THE BIG BAD BLUES (2018)
Nominato miglior album blues ai Blues Music Awards del 2019, il secondo lavoro solista di Gibbons mantiene quanto promesso e segna un ritorno alle radici del boogie blues degli Zz Top dopo le divagazioni latine di "Perfectamundo".
Iniziando dal riff alla "La Grange" di "Missin Yo Kissin", passando per la classicissima blues song "My Baby She Rocks" e per "Second Line"che ricorda i migliori Rolling Stones, Gibbons dimostra di avere la capacità unica di suonare "gli stessi riff ma di renderli sempre dannatamente efficaci", e in questo disco pare particolarmente ispirato con un songwriting fresco e frizzante che risulta classico al 100% ( il riff di "Standing Around Crying" di Muddy Waters è da scuola del blues ad esempio), così come "Mo' Slower Blues" ci conduce in fumosi saloon della Louisiana dove scorre whisky e buona musica.
Gibbons fa sembrare tutto semplice perchè in fondo il blues è musica semplice, non conta essere virtuosi, conta il cuore, il sentimento, perchè il blues è innanzitutto uno stato d'animo.


HARDWARE (2021)
Il trio Gibbons-Sorum-Hanks continua la collaborazione anche per questo terzo lavoro solista del barbuto chitarrista degli Zz Top che suona classico e moderno allo stesso tempo. Ci sono reminiscenze del periodo più commerciale degli Zz Top ( quello di "Eliminator" e "Afterburner" tanto per capirci) ben evidenziate da canzoni quali la veloce "She's On Fire" "Spanish Fly" o l'opener "My Lucky Card" dal groove irresistibile. Si parte quindi col piede giusto e si prosegue anche meglio con l'anthemica " More,More,More" caratterizzata dalla ritmica vulcanica e dal vocione roco di Billy, la chitarra è ruvida, sporca e non fa prigionieri. E' incredibile come a oltre 70' anni suonati, Gibbons sia ancora in grado di farci sognare con la ballad struggente e malinconica "Vagabond Man", vero highlight del disco, che ci offre anche una cover dei Texas Tornadoes "Hey Baby, Que Paso" e la vulcanica "West Coast Junkie" dai riff torrenziali. Degne di nota, infine, la pesante e metal "S.G.L.M.B.B.R." che colpisce come un pugno in faccia e l'atmosferica "Desert High" dominata da una chitarra sussurrata e ricca di riverberi e dalla voce profonda e narrante di Gibbons, a dimostrazione che il chitarrista è come il buon vino che invecchiando migliora.

Articolo a cura di Marco ’Metalfreak’ Pezza

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