Tutti conoscono
Paul Di'anno per essere stato il singer degli Iron Maiden dal 1978 al 1981 dando un grande contributo alla popolarità del gruppo, grazie alla sua voce dura di stampo blues. Venne allontanato a causa dei problemi derivati dall'abuso di droga e alcool e nel 1981 venne sostituito da Bruce Dickinson. Per molti fans della prima ora tuttavia Di'Anno rimane "il vero" cantante dei Maiden a dimostrazione dell'affetto che è rimasto immutato nel tempo e forse non tutti sanno che anche al di fuori dei Maiden la sua attività sia live che in studio è stata molto fervida, scopriamola insieme.
"
Scream For Me, Scream For Us, Paul!!"
THE WORLD'S FIRST IRON MAN (1997)
Il debut di Paul è un mix fra brani nuovi e riproposizione di alcuni dei cavalli di battaglia dei Maiden, come "
Sanctuary","
Phantom Of The Opera", "
Wrathchild" e "
Remember Tomorrow" - tutti live -.
Su questi ultimi c'è poco da dire, sono tutti classici che vivono di luce propria ( e non c'è niente da fare, vanno cantati da Paul con buona pace di Bruce e Blaze !), mentre i brani nuovi sono molto efficaci allontanandosi sorprendentemente dal genere di riferimento di Paul cioè il Metal della NWOBHM.
A parte una cover di James Brown "
Living In America", ci sono ottimi brani hard rock ("
I'm All Shook Up"), addirittura un gustosissimo funky "
Play That Funky Music" che mai ti immagineresti di trovare in un disco dell'ex cantante dei Maide. Ma è tutto il lavoro a godere di un songwriting frizzante ed energico con grande prova di Paul che dimostra di non perdere un'oncia nella sua aggressività anche in ottimi pezzi AOR come "
Take These Chains From Me" o "
What Am I Gonna Do".
Non mancano un paio di buone ballads a completare un esordio solista inaspettato ma coinvolgente.
AS HARD AS IRON (1997)
Se ci fossero stati dubbi sul nuovo corso musicale dell'ex singer dei Maiden, perlomeno nella prima parte della sua carriera solista, il secondo lavoro "
As Hard As Iron" li fuga tutti.
Un disco di AOR in tutto e per tutto ma purtroppo debole nel songwriting e privo di spunti interessanti come invece l'album d'esordio uscito nello stesso anno. La formula sono canzoni semplici, senza mordente ( "
Only You That This Love Needs", "
You Are Only History", "
Let Your Body Rock"), Paul solo occasionalmente ritrova lo smalto e l'energia come in "
What Do You Want" o la lasciva "
She Goes Down" che perlomeno hanno un bel ritmo, anche la prova vocale è meno aggressiva e a volte non si capisce neanche se sia lui a cantare come nella ballad "
Searchin For You". Un passo falso, sicuramente un album aborrito dai fans dei Maiden, mi chiedo perchè lo abbia intitolato "
As Hard As Iron" ...
THE LIVING DEAD (2006)
Bypassando raccolte ed album dal vivo, il successivo lavoro in studio di Di'anno esce nel 2006 ed è un ritorno a sonorità più dure anche se l'elemento melodico è dominante.
"
The Living Dead", esce in forma diversa nel 2000 con il monicker Nomad e viene ripubblicato nel 2006 col nome Paul Di'anno
La titletrack è una sorta di power ballad drammatica e sinistra cui seguono le immancabili hits dei Maiden (live come sempre ) ed alti pezzi inediti tra i quali meritano menzione "
Nomad" una lunga e sofferta suite con un chorus martellante e un solo di chitarra schizoide, "
Mad Man In The Attic" un tirato metal che mi ha ricordato alcune linee di chitarra dei Megadeth. Il suono è moderno "
Do Or Die", "Dog Dead" quasi un rap-metal, e denota una certa personalità nel songwriting che si esprime in tutta la sua cattiveria in pezzi quali "
S.a.t.a.n" abbiamo anche la cover del classicone dei Megadeth "
Symphony Of Destruction" curioso sentirla cantata dal vocione di Paul anzichè dalla voce miagolante di MegaDave.
PAUL DI'ANNO/BATTLEZONEFIGHTING BACK (1986)
Nel 1986 Di'Anno fondò i
Battlezone, con John Hurley e Darren Aldridge alle chitarre, Laurence Kessler al basso e Adam Parsons alla batteria, si tratta di uno dei vari progetti solisti di Paul dalle alterne fortune.
"
Fightin Back" è un disco rabbioso dai suoni crudi, a tratti molto metal come nella veloce "
Warchild" che ricorda i Maiden o nella più cadenzata "
The Land God Gave To Caine". Non mancano accenni hard rock/Aor "
Too Much To Heart" o "
Voice on The Radio" ma in generale il songwriting pare un pò privo di una direzione precisa ("
Rising Star")
CHILDREN OF MADNESS/B] (1987)
Il secondo album dei [B]Battlezone inaugura una lunga sequenza di cambi di formazione, musicalmente è un mix heavy/hard rock che inizia con le bombastiche "
Rip It Up" e "
Don't Wanna Know" che ci mostrano un Di'Anno capace di modulare la voce tra aggressività e parti più meditate. Il disco non è brutto ma le canzoni non hanno una chiara direzione, oscillano fra episodi di puro hard rock ("
It's Love[I]") ed episodi più tirati senza soluzione di continuità
La cosa che colpisce realmente è la voce di Paul, che è incredibilmente somigliante a quella di Geoff Tate!
FEEL MY PAIN (1998)
Il terzo lavoro dei Battlezone di Di'Anno ( dalla copertina molto discutibile) si apre con la tiratissima titletrack che suona come un mix fra metal e tentazioni Nu metal sostenuto da una prova vocale allo spasimo, le sonorità del disco sono fredde e moderne e la band cerca di inserire dosi di groove. Anche in questo caso il risultato sono canzoni si dure e metalliche ma i Battlezone non hanno ancora ben definito un loro stile che sia riconoscibile e si fa fatica a ricordare una canzone che spicchi sulle altre.
"[I]Victim" è un pezzo veloce che enfatizza le vocals rabbiose e gli acuti di Paul cui si contrappongono le più cadenzate "
Cod 98" e "
The Black" che sembrano un mix fra Pantera e Ministry, "
Push" è potente e si ficca bene in testa per la sua ritmica martellante mentre "
Snake Eyes" ha una melodia pesante e sinistra con vocals acute che rimandano a Rob Halford. Se musicalmente questo album non ridefinisce certo i contorni del Metal, dimostra invece come Di'Anno sia dotato di una voce potente e duttile, cosa che nei Maiden non aveva mai potuto dimostrare.
PAUL DI'ANNO/KILLERSNel 1990 Di'Anno fonda i
Killers, con John Gallagher dei Raven al basso (sostituito poi da Gavin Cooper nel 1992), Cliff Evans e Ray Ditone alle chitarre, e Steve Hopgood alla batteria.
MURDER ONE (1992)
Il primo album col nuovo monicker è un vero assalto sonoro che si apre con la velocissima "
Impaler" e che prosegue con dei mid- tempo spezzacollo. Paul sembra ispirato come non mai, il songwriting energico e quadrato, siamo di fronte ad un disco di classix-metal coi fiocchi, peccato solo che esca in pieno periodo Grunge e che quindi, nonostante il nome del fondatore e della band (Killers appunto ) rimandi palesemente al periodo dei Maiden, passi in sordina. Brani come "
Children of The Revolution" (Cover dei T-Rex), "The Beast Arises" o la allusiva "
S&M" col suo riffama alla Ac Dc avrebbero meritato miglior sorte. Da segnalare la riproposizione del classico "
Remember Tomorrow" del periodo maideniano.
MENACE TO SOCIETY (1994)
Con un parziale ritorno a sonorità simil Nu Metal, "
Menace To Society" è un passo indietro rispetto al precedente album. I suoni sono duri, feroci ma un pò freddi anche per via della saturazione eccessiva delle chitarre e brani come la titletrack, "
?" o "
Die By The Gun" li avrei visti meglio in un disco dei Pantera o dei Machine Head che non in uno di Di'Anno. Probabilmente Paul doveva sfogare in musica ( la feroce "
Think Brutal" lo dimostra ) tutta la rabbia repressa durante i 3 mesi di carcere cui fu condannato in Usa per questioni relative a droga e possesso di armi proprio poco prima che iniziassero i lavori del disco. "
Faith Healer" - cover degli Halex Harvey Band - è resa più cattiva e sinistra con vocals invasate e suono pesantissimo delle chitarre, aleggia in tutto il disco un alone di inquietudine e minaccia e solo in rare occasioni ( "
Consience") Di'Anno ci ricorda di essere nato col Metal degli'80.
I Killers hanno poi pubblicato solo dischi dal vivo e raccolte, "Live" (1997), "New Live & Rare" (1998), "Live at the Whiskey (2001)", e "Screaming Blue Murder - The Very Best of Paul Di'Anno's Killers (2002)".