Speciale: i Klasse Kriminale nel 2024

Info

Pubblicato il:25/11/2024
Immagine


Ah le band storiche, è sempre un coacervo di polemiche
quando si vanno a toccare certi nomi, con un livello di dialogo e dibattito nei social network che è davvero banalizzante e mortificante, con poli assoluti e contrapposti tipico del tifo da stadio.
Tra fans duri e puri che alzano barricate in strada se si osa muovere delle critiche sensate alle loro band del cuore o gente secondo la quale dopo tot anni le band dovrebbero andare in pensione perché “non ci sarà mai ricambio generazionale”, “non c’è spazio per gli emergenti o l’undergound” ecc. è sempre un vespaio che francamente ha pure un po’ rotto i coglioni.
Innanzitutto, come tutte le cose nella vita non sempre tutto è bianco o nero e nel mezzo ci sono un’infinità di sfumature grigie e poi dai, è questo è il modo di trattare una passione che in questo caso è la musica? Banalizzare un’arte in questo che per noi ha tanti significato (amore, amicizia, ricordi, cultura, storia…) lo trovo di una tristezza infinita.

Ritornando alle famose sfumature di grigio di poc’anzi, ci sono diversi casi:
- chi è da anni e anni che in tutta onestà fa pena per diversi motivi (no davvero, ad esempio band come Manowar o Virgin Steele è da almeno 10/15 anni che sono letteralmente indifendibili e lo dico con la morte nel cuore)
- chi campa in maniera più che dignitosa sul suo glorioso passato, continuando magari a fare album di discreto/buon livello ma poco considerati (Necrodeath) o non facendo album inediti da anni e anni, ma continuando a fare live prestigiosi (Bulldozer)
- chi da anni per un motivo o per un altro è discutibile o altalenante (Metallica, Megadeth, Annihilator o Anthrax mi vengono in mente su due piedi)
- chi continua ad avere un livello incredibilmente alto, con album relativamente recenti apprezzati anche dalla fan base e non solo dalla critica, pertanto ben rappresentanti anche in sede live (Cirith Ungol, Kreator)

Immagine


Prendo la scusa di questo sproloquio iniziale per parlare di una band che a mio parere fa parte del quarto caso elencato, ovvero i Klasse Kriminale.
Nati a Savona nell’85 e debuttanti con “Odiati e fieri skinheads” di tre anni dopo, i KK sono a tutti gli effetti una band storica dello Street Punk (oppure Oi! che dir si voglia). Dal bel “The Rise and Fall of The Stylish Kids... OI! Una storia” del 2010 l’Oi! rude e stradaiolo della band ligure ha cominciato ad abbracciare in maniera sempre più intima il Rock ‘N Roll, andando a generare un vero e proprio prototipo di “Rock Proletario” nell’ottimo “Vico dei Ragazzi” del 2020.
Ora spostiamo le lancette di questo orologio in questo 2024, un 2024 fatto di live di un certo livello (come ad esempio la prima edizione di “Quale Destino Per N’Oi” a Segrate o la data finale del tour benefit “Oi! Fatti Un’Ambulanza” in quel di Genova) e due uscite discografiche che guardano tra passato e presente.

Immagine


La prima è l’ultimo album in studio “Belin, Dei Pazzi!”, una sorta di Cover Album. Dico una “sorta” perché con questo lavoro in studio, il gruppo si è preso la briga di fare una vera e propria opera di restauro musicale, andando a recuperare canzoni sì di altri artisti in origine, ma a volte nemmeno registrate su nessun supporto fisico e recuperate quindi tramite lontani ricordi, fischiettando questa o quella melodia (!) o con solo il testo originale in mano, quindi Cover sì, ma anche un qualcosa in più.
Com’è questo “Rock Proletario”? Questa bella domanda merita una risposta bella approfondita: scale tipiche del Rock ‘N Roll anni ‘60/70 si vanno ad intersecare con quei coracci da stadio dal sapore hooligans tipici dell’Oi!, con un suono ed uno stile sicuramente molto legato ad un lontano passato, ma paradossalmente più fresco che mai in un genere sempre più schiavo di certi cliché e stereotipi lirico-musicali che troppo spesso rendono un certo Oi! fin troppo prevedibile e dal forte sapore di già sentito.
Quello che trovo straordinario di “Belin, Dei Pazzi!” al di là delle belle canzoni in esso contenute e dall’energia che i Klasse Kriminale riescono a sprigionare dopo tanti anni di carriera, è l’essere riusciti ad attualizzare un vero e proprio ritorno alle origini, con tanto di citazione/omaggio nella copertina al grandioso “Sandinista!” dei The Clash a cesellare il tutto.

Immagine


Una rapida carrellata di questo album ed ecco che arriva subito un nome molto caro a certi metalheads un po’ attempati, quello dei Vanexa (che in certe locandine dell’epoca venivano storpiati in “Vanessa”), qui rappresentati con un estratto dal loro primissimo demo con il Rock sferragliante e stradaiolo di “Brucia la Città”. La fiamma del Rock ‘N Roll invece arde più forte che mai (specialmente grazie ad un ottimo lavoro di chitarra da parte di James, spesso vero e proprio protagonista come su “Sorridi” o in “Giardini di Plastica”) ed in “Mario” (in origine dei Ragni che ben ritrae il sogno di molti kids dell’epoca) esplode in tutta la sua fragorosa sfacciataggine. In tempi come questi di politicamente imposto e forzato difficilmente certi testi sarebbero stati scritti (“Bastarda Chiamami”) e, ovviamente, una certa confort zone tutta tipicamente Skinhead non manca (“Sangue in Gradinata”, “Skin della Lanterna”).
Gli anni ’80 (“Ziga Zaga Oi! Oi! Oi!” degli Shellshock) rivivono in tutta la loro contraddizione, come un certo disagio giovanile in “Io Sono il Frutto di Questa Realtà”. C’è pure un pizzico di Giamaica nel levare di “Living In a Jungle” che ben descrive un certo degrado urbano, come pure il Punk più classico ed arrogante di “Infrangete la Legge” o “A.K. Rule Ok”. Menzione speciale per l’inedito dei Klasse Kriminale, quella “Keep the Faith” da manuale che aggiunge un piccolo, grande tassello per questo Rock Proletario messa in calce. Alla fine le storie sono sempre quelle che certi generi ci hanno abituato, ma che siano gli anno ’80 del ‘900 o gli anni ’20 del nuovo millennio, tra periferie lasciate a sé stesse, diseguaglianze sociali, violenze da parte delle forze dell’ordine o un disagio nei confronti di una società sempre troppo rigida e omologata in confini sempre molto stretti, sono storie sempre attuali. Purtroppo verrebbe da aggiungere.

Mentre l’altra uscita è un vero e proprio tuffo nel passato, una sorta di “maxi early years” che solitamente giustifica l’uscita di cagate immonde tra demo putrescenti, live scabrosi e raschiamento del barile vario ed eventuale. Spoiler: non è questo il caso. Non dico che i cinque cd del cofanetto “Restored, Remixed & Remastered” siano un qualcosa di imprescindibile, è un’uscita per i fans più duri e puri in fin dei conti, però al tempo stesso ci sono un sacco di cover fighe, registrazione live di fortuna fatte in qualche posto scalcinato che hanno una qualità audio altalenante, missaggi alternativi e altro ancora. Ma soprattutto, questi nastri sono una serie di “fotografie” che ritraggono gioie e dolori tra l’85 e il ’95.
Demo e sessioni varie fatte dalle formazioni di “Costruito in Italia”, “Odiati & Fieri”, “Ci Incontreremo”, “Oi! Siamo Ancora Qui!!!” o “I Ragazzi Sono Innocenti” presentano classici che sono IMMANCABILI in sede live, “Searching For A Record Deal” mostra una certa ingenuità nell’affrontare la lingua inglese, mentre i vari “Live & Rarities” disseminati a pioggia hanno registrazioni molto altalenanti e chicche di vario tipo tra cui un po’ di cover molto succose. Una chiara dimostrazione di come The Damned piuttosto che Sham 69 o Angelic Upstarts abbiano letteralmente cambiato la vita di moti ragazzi nel tempo.



E poi c’è il fronte live… date sparse per l’Italia più qualche puntata estera dove i Klasse Kriminale danno il meglio di sé: dopotutto uno stile musicale così ruvido ed essenziale è fatto apposta per sprigionare vigore sulle assi di un palco infiammando il cuore degli spettatori che sottopalco tra pogo, crowd surf e stage diving, diventano tutt’uno con la band per cantare a squarciagola classici come “I Ragazzi Sono Innocenti”, “La Ragazza Dalla T-Shirt”, “Solo Un Cuore”, “Uniti Si Vince”, piuttosto che “Oi! Fatti Una Risata”, “Camallo”, “Politicanti” e via cantando. Quest’anno ho avuto una livida testimonianza di ciò al Cs Baraonda a Segrate durante la prima edizione di “Quale Destino Per N’Oi!” e alla maratona della data finale in quel di Genova al Cs Pinelli per la data finale di “Oi! Fatti Un’Ambulanza!”. Con l’intenzione di rivederli una terza volta (Ferrara), se siete tra quelli che nel corso degli anni hanno perso di vista il gruppo, piuttosto tra quelli che lo hanno snobbato o per qualche strana ragione non li avete approfonditi, beh, direi che una seconda (o terza) possibilità se la meritano. Mentre se siete tra quelli che hanno continuato a seguirli nonostante tutto e tutti, direi che queste sono righe superflue, ma ogni scusa è buona per andare a rivedere la band savonese dal vivo.
E se siete tra i detrattori del gruppo, chissà che “Vico dei Ragazzi” o “Belin, dei Pazzi!” non vi facciano cambiare idea, sia per la musica molto più orientata ad un certo R’nR, sia per la solidità di questa formazione davvero molto affiatata e se non è la migliore incarnazione dei KK, beh poco ci manca!
A proposito dei due festival poc’anzi menzionati, ringrazio di cuore la fotografa Eve Dandolini per avermi concesso l’uso di alcune sue fotografie scattate durante quelle belle serate che ben ritraggono il coinvolgimento e la gioia dei presenti. Qui troverete la galleria completa.

“…
E allora
INFRANGETE LA LEGGE
Ogni potere genera violenza
Perché non c’è giustizia ma solo leggi
Basta il coraggio di reagire
C’è ancora tempo per morire”

(Gangland)



Link utili;
https://www.facebook.com/klassekriminale
https://www.facebook.com/iragazzifandase
https://www.facebook.com/flamingorecordslabel
https://www.facebook.com/@sunnybastardsrecords/
https://www.facebook.com/@lastonetodiecrew
https://www.facebook.com/EveliseOliveiraFotografias
Articolo a cura di Seba Dall

Ultimi commenti dei lettori

Non è ancora stato scritto nessun commento per questo articolo! Vuoi essere il primo?