“Marihuanero, cocaínero
Esto es...
Feos, horribles
Van marihuaneados
Esto es Brujería
Todos esos panzones, barrigones, tatuados, perversos, corruptos. Sí, hombre, no contaminemos a la nación. ¿Ese grupo tonto de dónde es?
Esto es Brujería
Es mexicano”Che annus horribilis il 2024 per i
Brujeria: come se non bastasse la morte del cantante
Pinche Peach, pure il fondatore
Juan Brujo ci ha lasciato poco tempo dopo e ad aggiungere ulteriore insofferenza al tutto, negli Usa alle ultime elezioni è stato pure eletto quel güero di
Trump! Quindi seppur la band in qualche modo continuerà con un già annunciato tour in compagnia dei
Carcass e la partecipazione al
Brutal Assault del 2025, quest’anno per i
Brujeria è stato davvero nefasto.
E pensare che dopo tanti anni incerti, questi mexorcisti nel corso del 2023 erano tornati con il buon “
Estos Es Brujeria” e relativo tour di supporto che stava portando parecchie gioie e soddisfazioni al gruppo messicano…
Quindi un po’ per omaggiare questo importante gruppo Death/Grind, sia per amor di divulgazione visto che i primi tre album non sono stati recensiti nel nostro portale, colgo la palla al balzo per spendere un po’ di parole al riguardo e farne uno speciale che spero possa essere utile e interessante.
Disclaimer fondamentale per continuare (o terminare, fate voi) la seguente lettura: i
Brujeria da tempi non sospetti evocano un certo immaginario terribilmente crudo, cruento e perverso, oltre a questo,
Brujo e soci hanno sempre avuto posizioni politiche molto forti. Che dire?
Estremi non soltanto musicalmente parlando, quindi non caschiamo dalle nuvole proprio nel 2024,quando è da più di trent’anni che questa realtà musicale porta avanti un certo tipo di attitudine e immagine.
Nell’89 nasce il gruppo e i vari componenti avevano (e hanno tutt’ora) soprannomi che mantengono segreta la loro identità, seppur oggi con internet sia il classico segreto di pulcinella. Ma ai tempi, la cosa funzionò ed esercitò pure un certo fascino perverso nel pensare che fossero davvero dei narcotrafficanti o presunti tali.
Il narcotraffico appunto, forse la più grande piaga che conosca l’attuale stato messicano, con una vera e propria guerra tra bande varie e forze governative, con un bilancio che si mantiene sempre tristemente elevato e il termine guerra non è usato a sproposito. 1990 esce un 45 giri particolarmente grezzo ed acerbo dal titolo di “
¡Demoníaco!”, doppiato dal bell’Ep “
¡Machetazos!” pubblicato per la
Alternative Tentacles di
Jello Biafra e indovinate un po’ chi è tale
Hozicón? Nel ’92 questo Ep è un truculento antipasto di quello che verrà servito poco più avanti tra satanismo, necropedofilia, droga e perverso sadismo.
Un solo anno, un solo anno separa quello che poc’anzi ho definito un truculento antipasto alla portata principale vera e propria. Non ci sono santi che tengano, “
Matando Güeros” è una vera e propria pietra miliare del Grindcore, un vero e proprio prototipo di Grindcore messicano. Già la copertina fa un certo effetto ed è un autentico schiaffo in pieno volto a tutte quelle persone facilmente impressionabili. Ma dopotutto se qualcuno cerca il buon gusto nel Grindcore, forse non sa stare al mondo…
Ritornano a bomba i pezzi già pubblicati in precedenza ma risuonati e riregistrati, insieme a tanti inediti per un totale di 19 canzoni che riversano 33 minuti di musica all’ascoltatore che deve già oltrepassare un’importante scoglio visivo. “
Molestando Niños Muertos”, “Misas Negras (Sacrificio III)”, “Narcos-Satánicos”, “Seis Seis Seis”, “Matando Güeros”, “Sacrificio” e via discorrendo hanno testi raccapriccianti nei quali criminalità, depravazione ed efferatezze dilagano in uno scenario senza speranza.
E la musica? Si parla di Grindcore ok, ma abbiamo un Grind molto vicino al Death Metal floridiano, soprattutto nel rievocare un certo alone mortifero. Ironico pensare che dalla soleggiata Tampa albergava un seme così funesto. Che poi pure il Messico dai nostri occhi di europei è solare e soleggiato come non mai…
Una “all stars band” con una line up comprendente anche membri dei
Fear Factory (
Asesino, Greñudo),
Napalm Death (
Hongo) e
Faith No More (
Güero sin Fe), anche se forse è più corretto parlare di collettivo musicale ormai.
Il singolo “
El patrón” anticipa di un annetto circa il secondo album dei
Brujeria, quel “
Raza Odiada” che forse pietra miliare non è, ma capolavoro invece sì.
“¡MEXICANOS!
NO SOMOS LATINOS
Latinos son la gente blanca de America Latina
NO SOMOS HISPANOS
Hispanos son la gente de España, Europeos”Questo è un album fortemente politico, intriso di sogno rivoluzionario, rivalsa e zapatismo che si affiancano alla tragedia nefasta che è la storia dello stato messicano. Ma poi musicalmente è davvero un album di grande livello, che dal Death/Grind degli esordi alterna canzoni più vicine al Death Metal, altre influenzate dal Groove/Alternative che tanto imperversava negli anni ’90 e, giusto per non farci mancare nulla, pure influenze Doom Metal e Punk! Il contradditorio e conflittuale rapporto tra Usa e Messico viene ben rappresentato dalla declamatoria title track dedicata al politico
Pito Wilson ("
El Cristo de ódio"). L’esplicita “
Revolución” è una marcia che inneggia alla rivoluzione armata: con un machete in mano, contro un governo inutile e dannoso, perché tanto non si ha più nulla da perdere!
Continuano le saghe di “
Greñudos Locos”, “Cruza la Frontera”, “Chingo de Mecos” e “
Sacrificio” tra la solita violenza criminale, stregoneria, esoterismo, droga e superstizioni. Come sempre un quadro davvero allegro con i
Brujeria, non c’è che dire… c’è spazio per la ritmata “
Consejos Narcos”, la velocità imperversa nelle dirette “
Colas de Rata”, “
Almas de Venta” e poi che altro c’è? La lentezza asfissiante che si fa spazio nella frenesia in “
Hermanos Menéndez” e su “
Padre Nuestro”, per sprofondare infine in quell’evocazione ipnotica e conturbante presente nei sette minuti conclusivi di “
Ritmos Satánicos”.
Ben cinque anni passano tra il secondo album “
Raza Odiada” e il terzo “
Brujerizmo”, sembra un lungo lasso temporale ed in effetti lo è, ma non è nulla rispetto a quanto avvenuto dopo. Inoltre tra queste due uscite principali è pure uscito un Ep particolarmente sfizioso, il divertente “
Marijuana” del ’97.
Tripletta di pezzi live nei quali si testimonia tutta l’energia e la potenza che questo combo è capace di sprigionare sul palco, con esecuzioni imperfette, ma cariche di cuore e sudore: “
Pito Wilson”, “Hechando Chingasos” e ”Matando Güeros” sono un piccolo assaggio di quello che i
Brujeria fanno sopra le assi di un palco e te ne fa desiderare di più, sempre di più. Strano che non sia mai uscito un live album ufficiale, sia perché la band ha un’attitudine live decisamente esuberante (quasi da sagra da paese se mi consentite l’azzardo), sia perché a certi livelli del music business è una consuetudine farlo. Ancora più strano che questa mancanza non sia stata sopperita nel biennio 2020/21 vista la quasi totale assenza di concerti per cause di forza maggiore (non entro nel merito se fosse giusto o sbagliato, non è lo scopo di questo scritto) e la smitragliata di live album fatti uscire in quel periodo.
Finite le seghe mentali si continua con la versione risuonata e riregistrata nel ’97 di “
Matando Güeros” e infine, anche se è posta come apripista, una curiosa cover in salsa Death Metal (oddio, Death Metal è un parolone, ma vabbè, sorvoliamo) di “
Macarena” dei
Los del Río, rinominata “
Marijuana” appunto. Cover questa che nei live si presta particolarmente per siparietti o cabaret vario, oltre ad essere usata spesso e volentieri come finale di concerto.
Finalmente è giunto il momento di spendere qualche riga pure per il terzo full del gruppo e il bel “
Brujerismo”, lavoro che fece mugugnare più di qualcuno tra fans e critica, ma che col senno di poi si rivela essere un altro lavoro di ottimo lavoro.
“¡Cristo Fallo!
Brujerizmo 1:11”Dietro ad una copertina che ha diversi riferimenti alle pubblicazioni passate, si cela ancora una volta tanta efferatezza e crudeltà (abusi sessuali, odio e disprezzo verso determinate categorie di persone…) che musicalmente viene condensato il tutto in una svolta musicale che abbandona quasi completamente il Grindcore. Ed ecco perché ci fu chi storse il naso, nonostante la bontà delle note composte, suonate e registrate.
Il cambio di sonorità non deve però fare temere: le atmosfere malate e malsane che i
Brujeria ci hanno abituato sono sempre qui.
All’alba del nuovo millennio il vangelo secondo
Brujeria si è messo a fare un ottimo Groove Metal con tutto quello che ne consegue: una produzione moderna, suoni muscolari, chitarre pesanti e ritmate, sezione ritmica decisamente più controllata, vocals più ammiccanti con tanto di ritornelli ficcanti.
La potente apripista “
Brujerizmo” in tal senso è davvero eloquente in tal senso, seguita dalle massicce “
Vayan Sin Miedo”, “Division del Norte”, “Marcha De Odio” o “
Sida de la Mente” che giocano parecchio su questo labile equilibrio tra pesantezza sonora e ritornelli di facile presa riuscendo pure nell’impresa.
“
Pititis Te Invoco”, “
La Traición”, “
Mecosario” spingono ancor di più su questa svolta modernista, mentre in “
Anti-Castro” ritorna la velocità tanto cara di un certo passato.
Al terzo full emerge ancor di più tutto l’orgoglio messicano, per una sbandata sonora ben riuscita e che ancora oggi, dopo tanti anni di distanza, ha una sua bella rappresentanza nelle set list dei concerti tenuti in tutto il mondo.
Poi il resto è storia, la band comincia definitivamente ad imbastire un’attività live sempre meno saltuaria e più continuativa, la band smette di essere “pericolosa” abbracciando quasi un’immagine da cartone animato e nel lungo lasso temporale intercorso tra “
Brujerismo” e il simpatico “
Pocho Aztlan”, la band sforna un po’ di
raccolte varie ed eventuali.
Tra questi due lavori ci fu pure uno split all’interno della formazione, con il dimissionario
Dino Cazares che se ne andò per formare i suoi
Asesino insieme ad altri due musicisti tra un vecchio compagni di merende e un altro poco più che sconosciuto. Band più Death Metal oriented rispetto a quella madre, i due “
Corridos de Muerte” (2002) e “
Cristo Satánico” sono due album apprezzabili pure dalla fan base dei
Brujeria (e non solo). Chissà se gli
Asesino torneranno con un terzo album, ma visto il ritorno di fiamma dei
Fear Factory dello stesso
Cazares qualche dubbio c’è, anche se la sorpresa potrebbe essere dietro l’angolo, chissà…
Altra lunga attesa per l’ultimo lavoro (di discreto livello, è il caso di dirlo) dal titolo “
Esto Es Brujeria” e anche qui il gruppo tra split e soprattutto singoli, si è fatto desiderare. “
Amaricon Czar”, “Lord Nazi Ruso”, “Viva presidente Trump!” sono attacchi spietati proprio al neo rieletto presidente americano, che in alcuni casi hanno avuto delle censure. In questa girandola di numerosi singoli usciti tra il 2008 e il 2023 alcuni uscirono negli ultimi due lavori in studio e altri stranamente no.
Per i collezionisti segnalo il bello split “
Metalocalypse Now” del 2016. oltre alle belle ristampe dei primi tre full fatte dalla
Listenable Records.
Continua la sagra live (con più di una partecipazione al festival Grind per eccellenza, ovvero l’
Obscene Extreme), da segnalare pure un Tribute Album del 2012 dal titolo “
Tributo A Brujeria Quijotizmo”, con la partecipazione tra i tanti, di uno dei pesi massimi del Goregrind mondiale, gli spagnoli
Haemorrhage.
Quindi in attesa di capire come questi mexecutioners si muoveranno dopo un 2024 da dimenticare, non mi rimane altro da dire se non “
¡Que viva México, cabrones!”.
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