Luppolo in Rock, un nome, una garanzia. Ogni anno il festival cremonese ci porta band stellari a prezzi umani in una location molto accogliente gestita da appassionati per appassionati. A pochi giorni dall’inizio dell’edizione 2025 abbiamo fatto quattro chiacchiere con
Ivan Maffezzoni, uno dei mastermind che organizzano l’evento...
Cominciamo dall’inizio della storia del Luppolo in Rock: vuoi raccontarci da dove è nata l’idea di realizzare un festival metal in Italia e come siete arrivati dall’idea alla prima edizione del 2018 e al moniker “Luppolo in Rock"?
Allora iniziamo col dire che
Luppolo in Rock nasce dal desiderio di avere grande musica metal in una piccola realtà com'è la città di
Cremona. E nasce con la domanda "
perché proprio qui"?... subito seguita da "
e perché no"?. Una sfida insomma, nata dall'esigenza di fare qualcosa invece di aspettare che qualcuno lo facesse per noi (aspetta e spera...). X quanto riguarda il moniker, nel 2018, ad un tavolo di un piccolo pub (Birroteca) gestita da
Massimo Pacifico, lottando con i vicini ogni volta che si voleva fare un pò di musica live con piccole bands italiane. Il nome "
LUPPOLO IN ROCK" vien da sè, estrapolato tra le decine di birre tedesche presenti nel locale, luppolo ovunque insomma.
In ogni edizione del festival siete riusciti sempre ad avere dei gruppi decisamente importati del panorama metal internazionale: come siete riusciti, fin da subito, ad arrivare ad un risultato del genere? Voglio dire, alla prima edizione siete partiti alla grande con Geoff Tate e Primal Fear, non proprio due gruppetti dell’oratorio…
Dopo aver deciso di creare un festival, spremendoci le meningi, e da perfetti neofiti, arriviamo ad un produttore che ci mette in contatto con ragazzi che trattano bands heavy metal. Da lì, complice una buona raccolta di fondi, il gioco è fatto. Ci ingolosiamo, e pensiamo a che tipo di formula vorremmo per il nostro fest. Cremona è di per sé una città umile, lontana dai business delle grandi città, è più da festa di paese ed è così che noi siamo abituati. Un concerto deve essere un luogo di incontro, di chiacchiere davanti ad un bicchiere, di abbracci e pacche sulle spalle, di gustosi panozzi imbottiti e sazianti. Eravamo memori di eventi freddi, vissuti anni prima in giro per l’Italia, dove la qualità dell'offerta extra musicale era veramente pessima. Ecco, "
noi non vogliamo essere così", era ed è il nostro mantra. Tornando al discorso musicale, ricordo quando ci arrivò la conferma della presenza di Geoff Tate (2018), quasi piangevo dall'emozione (l'ho fatto poi in seguito sulle note di "Silent Lucidity"). Non avrei mai pensato un giorno di trovarmi in queste situazioni, di essere "padrone di casa" ad un evento di queste dimensioni, di avere a che fare con quelli che erano gli idoli della mia gioventù... davvero emozionante! Ma la storia del Luppolo non è sempre stata rose e fiori, abbiamo avuto molte difficoltà fin dall'inizio, non è facile farsi conoscere e la delusione è sempre dietro l'angolo. Fatto sta che comunque la dose di follia iniziata con la prima edizione, invece di esaurirsi, aumenta con idee e sogni buttati sul tavolo dal giorno seguente alla fine del fest. Devo dire che nel frattempo si crea una vera "
Family" di gente volonterosa che si mette a disposizione, con tanti ruoli che ognuno di essi va a ricoprire. Sarebbe stato impossibile reggere la baracca senza un buon gruppo di persone.
Qual’è il processo di scelta dei gruppi che dovranno andare a formare le line up dei vari giorni?
Un giorno ci siamo detti che dovevamo essere "professionali", anche per la scelta delle bands da portare sul palco, studiando un criterio adeguato ai gusti del pubblico che volevamo attrarre. Passiamo dal "soddisfare i nostri gusti" al "cerchiamo di capire cosa vuole la gente”. Serate infinite a cercare di capire il bill adeguato, miscelando in maniera equa generi differenti... insomma un gran mal di testa.
Ad oggi quali sono stati i gruppi che vi ha fatto pù piacere portare sui palchi del Luppolo In Rock?
Ce ne sono molti: Geoff Tate, Saxon, Metal Church, Testament, Jorn, Gamma Ray…ma ne metterei almeno altri 10.
Qualcuno dei gruppi con cui avete lavorato vi ha mai deluso? Non parlo delle perfomance sul palco ma a livello umano…
Persone normali le star del metal, non penso e non ricordo di personaggi fuori dagli schemi, ricordo invece di manager un pò invadenti e spaccamaroni, quello sì.
La richiesta più assurda che una band vi abbia mai fatto?
Non sono mai mancate richieste strane, dai calzini di spugna neri, al trash food post concerto (in Italia no, cazzo!). Ma l'aneddoto più divertente è, per me, quando durante la prima edizione Geoff richiese una birra appena sceso dal palco. Non eravamo coordinati, era la primissima edizione, e tutti si sentirono autorizzati a portargliela. Beh, nel giro di pochi minuti, sul tavolo del backstage penso se ne potevano contare almeno una trentina. Comunque sia, i rider delle bands sono sempre parecchio pittoreschi e, ogni anno, c'è qualche richiesta che ci lascia basiti.
Pensando al futuro, quali band vorreste riuscire a portare al Luppolo in Rock ma che fino ad oggi non siete riusciti a raggiungere?
Non abbiamo mai nascosto il desiderio di avere i Judas Priest, tieni conto che siamo metallari degli anni 80/90, e loro per noi hanno rappresentato il più classico e puro spirito heavy. Penso sia troppo tardi per averli al Luppolo, ma mai dire mai.
Avete sempre dato molto spazio all’interno del vostro festival ai gruppi italiani: credi che, finalmente, oggi le nostre band se la giochino ad armi pari con quelle internazionali?
Purtroppo abbiamo vissuto diverse decadi di impoverimento musicale e culturale, l'avvento delle nuove tecnologie e dell’iperconsumismo ha allontanato il grande pubblico dalla musica "sporca" a favore di prodotti più accettati. Noi che abbiamo vissuto gli anni '90 sguazzavamo nel Hard Rock/Heavy Metal ovunque, anche nei supermercati, adesso sarebbe impossibile. Questo, secondo me, ha permesso ad altri tipi di musica di forgiare pubblico di consumo, influendo molto sulla crescita del movimento metal. Detto questo vedo comunque una buona ripresa, centinaia di gruppi ci scrivono per poter calcare il nostro palco, ed è una bella soddisfazione, anche se poi, alla fine, non riusciremmo mai ad accontentarli tutti. Anche il livello qualitativo si è alzato parecchio e penso che questo sia dovuto alla grande concorrenza che c'è tra di loro. Non siamo ancora a livello di quelle nazioni che hanno mantenuto costante il movimento ma ci stiamo avvicinando.
Esiste qualcosa che, come festival, non siete ancora riusciti a fare ma che vorreste riuscire a realizzare nelle prossime edizioni?
Non so, ogni edizione è diversa dalla precedente, ma se c'è una cosa che ci piacerebbe fare è una grande area attrezzata a campeggio per far vivere al nostro pubblico una esperienza a 360 gradi.
Sono stato al Luppolo in Rock per la prima volta lo scorso anno e, una cosa che mi ha colpito molto, è stata la gentilezza e la disponibilità dello staff, sopratutto dei ragazzi della sicurezza, cosa che in Italia è davvero più unica che rara. Dico questo perché all’estero, sopratutto in Francia ed in Germania, ai festival le Metal Guard sono guardie di sicurezza di professione e sono abituati al pubblico metal essendo, molto spesso, loro stessi appassionati di musica e quindi sanno come comportarsi con stage diving, Pogo, Circle pit ed al tasso alcolico che spesso scalda le situazioni, mentre nei festival italiani ho spesso (NON sempre) visto delle guardie col prurito alle mani più interessate a far vedere quanto siano grosse e forti… mi viene in mente, tra i tanti, un episodio di molti anni fa dove i ragazzi della sicurezza scatteranno una rissa con dei fans sardi in un noto locale meneghino…
Siamo pane e salame, amiamo vedere persone felici che si godono serate estive in totale relax. Spesso mi metto anch'io all'ingresso a salutare chi arriva, mi emoziona sempre. La security deve fare parte anche di questo mood, sicurezza vuol dire che chi entra da noi si deve sentire a casa, protetto. I professionisti che lavorano per noi in questo ambito sanno che il popolo metal non è fatto di mocciosi che gonfiano il petto, ma di persone mature che non hanno certamente voglia di attaccare briga con nessuno.
Nelle passate edizioni avete sempre promosso iniziative a sfondo sociale legate al Luppolo In Rock: avete qualcosa in cantiere anche per l’edizione 2025?
C'è sempre la parte solidale, quella che tutti noi dovremmo avere, aiutare gli altri, umani e animali. Ci siamo sempre interessati a dare anche solo un piccolo contributo a chi sta peggio di noi, è nel nostro senso civico, e ti fa star bene. Quest'anno lo faremo ancora sicuramente.
Ultima domanda… Luppolo in Rock… parliamo di birra… con cosa ci delizierete nelle aree ristoro?
Anche quest'anno ci saranno i nostri ragazzi a sbottigliare la deliziosa bevanda teutonica de
"il regno del luppolo" nelle sue diverse sfumature. In aggiunta si potrà trovare la novità della birra in lattina brandizzata "Luppolo in rock"... una vera chicca che apprezzerete sicuramente. Niente, mancano poche ore e saremo in trincea per questa edizione. Mi auguro di essere stato esaustivo e vi ringrazio per lo spazio che dedicherete al "nostro" festival... "Nostro", di tutti noi che amiamo l’heavy metal.