Che dire: non credevo proprio che ci sarebbe mai arrivato, ed invece...
Eppure non mancavano esempi di mummie che hanno superato le barriere del tempo, vedi Tutankamon, l'Uomo di Yingpan, Otzi, quindi perchè stupirsi che anche il nostro
vecchio abbia finito con il superare lo scoglio delle
1000 recensioni?
E' passato così tanto tempo da quando lo conosco, che i ricordi si sono ormai fatti confusi... quello che però non ho mai scordato è il suo approccio critico e
sospettoso, che gli ha spesso permesso (ma non sempre, vedi gli Abramakabra) di evitare di prendersi delle clamorose sole e di riconoscere con largo anticipo il valore di svariati gruppi, che sono stati poi rivalutati dalla
critica solo in un secondo tempo.
Sergio RapettiQuello delle
1000 recensioni è un traguardo importante e ambito per ogni
scribacchino musicale, ma nel caso specifico la cosa assume un significato addirittura maggiore se pensiamo all'idiosincrasia di Fabrizio
Stonerman Bertogliatti nei confronti della tecnologia e alle particolari condizioni e modalità di lavoro preferite dal nostro.
Nulla di particolarmente sorprendente, in realtà, per un personaggio che fa risalire le sue prime mosse giornalistiche addirittura al pleistocene, eppure è chiaro che scolpire ogni recensione su tavolette d'argilla non è esattamente il modo più veloce e immediato di lavorare.
La sua abituale dimora, inoltre, una singolare cripta nascosta da qualche parte nel deserto del Mojave (dove Fabrizio svolge le sue misteriose pratiche esoteriche), è sicuramente utile a livello ispirativo, ma non contribuisce alla condivisione delle informazioni.
Superata brillantemente la
muddy syndrome (una malattia poco nota che riduce all'apatia chi utilizza eccessivamente gli aggettivi
melmoso e
fangoso), però, Stonerman, oggi animato da una rinnovata verve, punta dritto a nuovi prestigiosi obiettivi, con la competenza e la maturità (e ci mancherebbe pure che non fosse
maturo) che lo caratterizza.
Auguri Fabrizio, affila il punteruolo e continua così!!
Marco Aimasso