L’ultima volta che ho assisto ad un live set degli Arch Enemy è stato diverso tempo fa, al Rainbow di Milano, in compagnia di Children Of Bodom, Dark Tranquillity ed In Flames. Di acqua ne è passata sotto i ponti e tante cose sono cambiate, cominciando dal singer (ovvero la bella Angela al posto dell’omone Johan Liiva), finendo con il bill attuale: la Death/Black Zyklon e i metalcorers Stampin’ Ground.
Giusto il tempo di entrare al Vidia che il grossissimo singer Adam, front man di Stampin’ Ground, è già li pronto a ruggire sul microfono. Pochi istanti dopo (e siamo all’incirca poco dopo le 21.00) la band inglese prende possesso dello stage, saltando in qua ed in là, proprio come si addice ad un concerto Hardcore. Grinta, tanto sudore e tanti muscoli, ecco la miscela che accompagna il riffing slayeriano dei chitarristi Scott ed Antony, mentre il pompatissimo cantante cerca in tutti i modi di far scaldare l’ambiente, ancora non troppo pieno di kids. I ringraziamenti tra un brano e l’altro sono sentiti, sia verso l’audience che verso le altre due band del bill, e la prova fornita da questi ragazzi è sicuramente sopra le righe. Nella mezz’ora a disposizione, spiccano decisamente i brani estratti dall’ultimo ‘A New Darkness Upon Us’, con un riconoscimento particolare a ‘Don’t Need A Reason To Hate’ e ‘Dead From The Neck Up’… semplicemente schiacciasassi sul supporto ottico e micidiali in versione live!
Dopo Stampin’ Ground, ora è il momento di Zyklon. Ho già assistito il passato ad un concerto di questi ragazzi (di supporto a Morbid Angel, per il tour di ‘World Ov Worms’, se non erro… ah, la memoria!) e devo dire che non mi esaltarono affatto. Cosa che è avvenuta anche questa sera, nonostante la line up in parte cambiata: infatti ad affiancare la macchina da guerra Trym e gli axe man Destructhor e Samoth ora vi è il singer bassista Secthdamon. Il muro di suono è imponente, la malvagità è notevole, il massacro sonoro è ai livelli giusti, ma, purtroppo per questa band norvegese, non vi sono molti spunti da annoverare. L’unica differenza tra Zyklon e tante altre band Death Metal è l’importanza storica nel Black Metal di due suoi componenti.
Molto meglio Stampin’ Ground, che senza fare lo stesso “sbarandlero” (termine romagnolo che indica rumore, chiasso, bordello o come direbbe il Graz, caciara), sono riusciti molto meglio a dare dimostrazione di potenza e di forza.
Dopo il classico cambio palco, è ora di una delle Metal Band più amate, ovvero Arch Enemy. L’entrata è affidata al gigante moro Sharlee D’Angelo ed al suo Rickembacker, il Dio dei bassi… poi le asce dei fratelli Amott, mentre Erlandson prende posto dietro le pelli, ed infine la biondissima (e bonissima) Angela. E lo show prende subito il volo. La band svedese (ma ora in parte anche teutonica) mostra una incredibile affinità con lo stage, divorandolo in lungo ed in largo, sciolinando una prestazione compatta, convincente oltre ogni modo ed oltre ogni più rosea aspettativa, impugnando sin dalla prime battute i tantissimi fans (il locale è praticamente pieno in ogni dove) che si assiepano, come uno sciame, dalle prime file fino al mixer. Angela è scatenata, incita costantemente la folla sia durante che dopo ogni song, e tra un headbanging e l’altro, senza mai dare un minimo segno di cedimento, interpreta al meglio le nuove songs ed i grandi classici di quella che ora è la sua nuova identità: ‘Leaders Of The Rat’, ‘We Will Rise’ accompagnano ‘Heart Of Darkness’, ‘Burning Angel’ e ‘Ravenous’, così come ‘The Immortal’ piuttosto che ‘Stigmata’ o ‘Bury Me An Angel’ (nonostante che questa versione non è stata delle migliori, sensibilmente diversa dall’interpretazione originale, anche in fase di guitar riffing), in un turbinio di duetti di chitarre e di brutali – e precisi – pestaggi in fase ritmica. I ragazzi sul palco sembrano gustarsi la data di Cesena, soprattutto per quando riguarda il mastermind Michael Amott e Mr. D’Angelo (che, visto le dimensioni potrebbe essere adatto più alla sicurezza che alla vita da stage!), sempre pronti ad infiammare con mera soddisfazione la bella atmosfera creatasi ed a posare come solo i grandi esperti sanno fare.
La serata di questa sera (scusate il gioco di parole), alla luce di quanto visto, ma soprattutto sentito, ha emesso un giudizio difficilmente attaccabile: la scena Metal Core ha ancora, anche se non molti, ottimi esponenti, quella Death/Black Metal, anche se tornata in grande stile, soffre un pochino troppo la staticità dei canali pre impostati del genere stesso, mentre l’Heavy Metal moderno a forte tinte svedesi, ha gli Arch Enemy. Non mi pare assolutamente poco.
Ora non mi resta che godermi lo spettacolo finale… dovete sapere che il Vidia di Sabato sera è una discoteca Rock frequentato soprattutto da una fascia d’età medio bassa… più bassa che medio ad essere sinceri. Dovevate vedere le facce sconvolte dei ragazzini allorché si sono imbattuti in una massa di feroci metallari, che corna al cielo, inneggiavano a questa band pesantissima ove cantava (?) una donna… ah, beata innocenza… cresceranno bene? Almeno lo spero.
Non è ancora stato scritto nessun commento per questo concerto! Vuoi essere il primo?