Dopo aver suscitato un'ottima impressione con l'ultimo studio album "Babylon", Blackie Lawless con i suoi
W.A.S.P. si ripete anche dal vivo. Quello di stasera si segnalerà come un bel concerto, con due sole pecche, la mancanza del tanto sbandierato
special guest e l'assenza in scaletta di The Headless Children".
Ma andiamo con ordine, stasera L'Alkatraz non è certo strapieno, ma tutto sommato l'affluenza rispecchia le mie aspettative, vista la giornata infrasettimanale e valutando anche il fatto che i W.A.S.P. non sono più al Top della loro popolarità.
La scaletta di stasera sembra appunto essere stata stilata per rinverdire la loro fama, andando a pescare moltissimi dei vecchi classici ed affiancandoli ai pezzi migliori degli ultimi lavori.
Ecco così che, dopo l'intro "Mephisto Waltz", spuntano dalle nebbie del passato una dietro l'altra "On Your Knees", la cover (degli Who) "The Real Me" e "L.O.V.E. Machine", prima che si arrivi ai due brani migliori dell'ultimo "Babylon", la sua opener "Crazy" e quello che credo possa diventare un futuro classico: "Babylon's Burning".
Gli americani sembrano in forma, Mike Duda e Doug Blair certo non si risparmiano, ed anche lo stesso Lawless, che indossa la maglietta nr. 75 dei Los Angeles Riders, si sbatte discretamente e cerca l'interazione con il pubblico, anche se a livello vocale non si nega l'aiuto di Blair, del pubblico e credo anche quello dal banco mixer.
Beh, gli anni passano per tutti e non solo per i W.A.S.P. come confermano impietosamente i video d'annata che scorrono sullo schermo piazzato sul palco dietro il drum kit del tellurico Mike Dupke.
Sfilano via così "Wild Child", "Arena Of Pleasures", un buon medley, e "Chainsaw Charlie" che preparano il terreno per la sempre stupenda "The Idol" (con un lungo assolo di Blair), assieme a "I Wanna Be Somebody" (tra le due troviamo la più recente "Take Me Up") una delle canzoni più rappresentative della formazione statunitense.
La pausa che intercorre tra il set normale ed i bis è ridotta al minimo sindacale ed i W.A.S.P. si ripresentano sul palco per un altro paio di canzoni, recuperando quella "Heaven's Hung in Black" (da "Dominator") che partendo dalla battaglia di Gettysburg getta un'ombra sulla tragicità delle guerre, e la più divertente e datata "Blind in Texas", che chiude un buon concerto, che sa un po' di routine, ma rimane pur sempre un buon concerto.
Setlit: Mephisto Waltz (Intro)
On Your Knees
The Real Me
L.O.V.E. Machine
Crazy
Babylon's Burning
Wild Child
Arena Of Pleasures
Hellion/I Don't Need No Doctor /Scream Until You Like It
Chainsaw Charlie (Murders In The New Morgue)
The Idol
Take Me Up
I Wanna Be Somebody
Encore:Heaven's Hung in Black
Blind In Texas
Report e Foto a cura di Sergio Rapetti