La storia qualche volta si ripete e se questo non succede come nei capitoli precedenti poco importa, la cosa fondamentale è che l'avvenimento in questione sia caratterizzato da una sincera spontaneità di intenti. Questo discorso è applicabile anche alla fortunata reunion degli
Europe, avvenuta ormai qualche anno fa, ulteriormente sigillata da tre album sicuramente all'altezza della loro fama; sempre in bilico fra eleganza, potenza, melodia e voglia di mettere in mostra un Hard Rock al passo con i tempi e non imprigionato in quella decade favolosa quali furono gli anni '80.
Stavolta tocca alla capitale ospitare l'estro creativo della band svedese e posso dire che ci siamo fatti trovare pronti all'evenienza. Il luogo scelto per l'occasione è il risorto Atlantico, per i cittadini romani il famoso ex-Palacisalfa, un piccolo luogo al chiuso che può dire di aver vissuto momenti di grande musica nel suo passato. Finalmente con i lavori di restauro viene fatto un servizio egregio anche per quanto riguarda l'audio, un elemento che sicuramente è stato di grande aiuto agli Europe nel sottolineare maggiormente il loro impatto sonoro, oltre che una forma fisica/mentale invidiabile. La risposta del pubblico è stata buona anche se non si è concretizzato un vero e proprio sold out, purtroppo nelle retrovie si potevano notare buchi vuoti, ma questo non inficia minimamente il valore di una serata all'insegna dell'Hard Rock di classe. Fa piacere però constatare come il ricambio generazionale nella loro utenza sia abbastanza forte, e non c'è da stupirsi nel vedere dei comunissimi impiegati del catasto affiancati a rocker dall'aspetto non molto rassicurante, almeno a prima vista.
Per il concerto non è previsto alcun gruppo spalla e bisogna aspettare le ore 22 prima che le luci si abbassino e l'intro avvolga tutto e tutti in una trepidante attesa... puntualmente squarciata dalla superba title track del loro ultimo disco intitolato
Last Look At Eden, un album che sarà omaggiato con molti estratti, a testimonianza di come la band creda fortemente nel suo operato post-reunion. Gli Europe sono in forma e lo si evince immediatamente da un Joey Tempest in grande rispolvero dietro al microfono, con il suo timbro potente e caldo, inconfondibile. Ad essere onesti bisogna ammettere come tutti i componenti (compreso il grandissimo John Norum) hanno dato il massimo dall'inizio alla fine dello show, senza alcuna sosta. La scaletta è stata molto equilibrata, pescando con efficacia dal passato, e mi riferisco a
Let the Good Times Rock,
Superstitious, e ovviamente le immense
Rock The Night oppure l'immortale
The Final Countdown, per poi giungere al giorno d'oggi con le potenti e ben strutturate
The Beast,
Start From The Dark,
Gonna Get Ready e ci aggiungo anche
No Stone Unturned. E' veramente un piacere vedere dopo tanti anni di carriera - e una lunga pausa di mezzo - dei musicisti così affiatati, alla continua ricerca del contatto con il pubblico, insomma una vera e propria esplosione di energia, che in una situazione come questa triplica i suoi effetti anche grazie a delle canzoni caratterizzate da melodie concepite appositamente per esplodere sul palco.
Purtroppo il concerto fila via troppo in fretta, o forse è soltanto un questione di puro egoismo, ma alla fine è passata più di un'ora e mezza e i brani in scaletta non sono stati pochi - ma ripeto - perfettamente equilibrati fra passato e presente, e di questo non se avvertiva nemmeno lo stacco generazionale, segno che gli Europe hanno ancora molte cartucce da sparare. Alla prossima.
Foto a cura di Francesca D'Alessio.
Non è ancora stato scritto nessun commento per questo concerto! Vuoi essere il primo?