E giunse il momento di poter assistere ad un concerto dei
Lamb Of God in condizioni dignitose. Non mancano nella capitale da tempo immemore anche perchè vennero proprio di spalla con ai Metallica nel giugno 2009, proprio in quel Palalottomatica che tutto sembra, tranne che un posto per ospitare concerto, e mi riferisco alla sua oscena (ci vado leggero) acustica. In quell'occasione il concerto dei Lamb Of God fu uno show di cuore, ma rovinato da suoni impastati che rendevano difficile anche soltanto il distinguere le canzoni fra di esse. Stavolta gli spazi si sono ristretti, ma l'Alpheus Club di Roma è il posto ideale per ospitare un gruppo simile, e per fomentare la reazione scatenata dei fans sotto al palco. Una nota di merito va anche ad un pubblico estremamente numeroso, prossimo (se non oltre) il sold out.
Per motivi logistici (leggi: traffico) non mi è stato possibile assistere all'esibizione del gruppo di apertura, ovvero i
Between The Buried And Me. Un peccato, suonano della musica estremamente interessante e poterli vedere in azione non sarebbe stato male. Sono ad ogni modo riuscito a mettere piede nella sala concerti un momento prima che i successivi
August Burns Red iniziassero la loro esibizione. Cosa dire? Onestamente non è esattamente il concetto di Heavy Metal che mi sono formato nella mia mente in anni di passione, e forse nemmeno quello del pubblico, ricco di 12enni in piena esplosione ormonale. Ovviamente sono loro a supportarli, e nel loro genere sapranno anche il fatto loro. Riff robusti e ritornelli a voce pulita, una presenza scenica che ricorda l'abbigliamento dei Luna Pop, tutto questo mixato ad un impatto sonoro che comunque sia lascia indifferenti dopo poche canzoni.
Prima dei Lamb Of God è il turno dei
Job For A Cowboy, una giovane band che sta indirizzando il proprio sound sempre di più verso un Death Metal molto solido e robusto, e lo stacco dagli August Burns Red si sente, per fortuna. Li preferisco su disco ma bisogna ammettere che dal vivo sanno macinare watt e potenza, con un pubblico che se ne rende immediatamente conto e li sprona continuamente a dare il meglio. Ci sono come da copione estratti dal loro ultimo disco, e per quanto mi riguarda sono proprio i momenti migliori, quelli in cui la componente più tradizionalmente Death Metal prende il sopravvento. Anche l'acustica va migliorando, dando la possibilità ai Job For A Cowboy di alzare il livello di eccitazione prima che gli headliner mettano letteralmente a ferro e fuoco la struttura portante del locale.
Sono le 22.30 e ormai è tutto pronto per l'ingresso dei
Lamb Of God. L'Alpheus è strapieno e quando parte il suggestivo intro l'esplosione del pubblico è incontenibile. E' questo il modo in cui la band ama essere introdotta e questo è anche il modo con cui gli piace ricambiare il suo vasto schieramento di fans: con un fottuto massacro collettivo. Durante tutto il concerto i Lamb Of God non si sono fermati praticamente nemmeno per tre minuti, era un assalto continuo nei confronti degli apparati auricolari dei presenti, seppelliti da tonnellate di Thrash Metal moderno (va bene questa definizione?), pieno zeppo di groove e di riff creati per fomentare i peggiori istinti. Il pogo è stato sfrenato e incontenibile, come anche qualche fugace stage diving, per la gioia degli addetti alla sicurezza che si vedevano piovere esseri umani a destra e sinistra. La band di Randy è in forma e questa condizione fisica/mentale viene esposta in tutta la sua forza, non è un caso se tutti abbiano offerto delle prestazioni ottime con i propri strumenti. Quando vengono suonati brani come
Ruin oppure
Redneck il delirio è praticamente totale, visto che comunque sono canzoni concepite per una perfetta resa dal vivo, ma lo stesso discorso vale anche per
Set To Fail,
Walk With Me In Hell,
Dead Seeds e più in generale tutta la setlist, molto infuocata. Dopo i tre bis conclusivi è il momento di calare il sipario, con sommo dispiacere dei presenti, ma almeno i Lamb Of God hanno avuto la possibilità di dimostrare le loro capacità in condizioni ottimali. Schiaccianti come un macigno in discesa libera.
Foto a cura di Francesca D'Alessio.La setlist:
The Passing
In Your Words
Set to Fail
Walk With Me In Hell
Now You've Got Something To Die For
Ruin
Hourglass
Dead Seeds
Blacken the Cursed Sun
Grace
Broken Hands
Laid to Rest
Contractor
Encore:
Vigil
Redneck
Black Label
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