(22 maggio 2008) Napalm Death + Suffocation + Warbringer - 22/05/2008 (Circolo Degli Artisti, Roma)

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Provincia:RM
Costo:non disponibile
Foto di Massimiliano "TheShark" Volpe

Stavo seriamente contando i mesi, poi i giorni e alla fine le ore, i minuti, i secondi... e poi boom! Un trittico da fare paura invade Roma, per distruggerla. Ancora ricordo cosa combinarono i Napalm Death al Forte Prenestino l'ultima volta che scesero a suonare nella capitale, ricordo il sudore, la violenza spietata, l'odio che potevi leggere negli occhi dei ragazzi intenti a pogare nelle prime file, mentre scaricavano tonnellate di tensione, un concerto terapeutico per certi versi.
Anche questa volta la situazione è più o meno la stessa, soltanto che ci si è spostati al Circolo Degli Artisti, un locale dove negli ultimi anni sono stati frequenti i concerti di una certa qualità, fra tutti vanno menzionati i Cannibal Corpse, Brujeria, e ora ovviamente Napalm Death e Suffocation.

Al mio arrivo l'affluenza è già abbastanza alta, e quindi gli americani Warbringer possono godere di un buon numero di persone su cui sfogare il loro marcio Thrash Metal d'annata. Sono una band al debutto con War Without End, ma sanno il fatto loro, e dopo due canzoni riescono a far smuovere il pubblico presente. L'audio onestamente poteva essere migliore, spesso una delle due chitarre era quasi del tutto assente, ma questo non è bastato a mettergli i bastoni fra le ruote. Si sono dimostrati capaci, e molto energici soprattutto, il loro stile tagliente e retrò ben si adatta alla dimensione live.

Ormai la sala è quasi piena, tanto che l'aria è satura di sudore e odori inquietanti vari, e complice la mia febbre quasi totale decido di uscire un momento prima di svenire.
Mai scelta fu più sbagliata, perchè nemmeno uno spillo sarebbe riuscito ad entrare. In ogni caso trovo sistemazione al lato della sala, quanto basta per rendersi conto dell'ottimo stato di salute dei Suffocation, incazzati come iene. La band avvolge con una cappa di oscurità tutti quanti, con il loro personalissimo Death Metal, mai eccessivamente veloce, ma brutale e profondo come l'universo più buio. Sono tutti in ottima forma, precisi e con tanta voglia di distruggere tutto, la dimostrazione che il tempo non li ha rincoglioniti. Non so se qualcuno se ne sia accorto, ma ogni tanto sparivano le chitarre, poi il volume si alzava improvvisamente, forse ero io nella posizione sbagliata, ma è successo anche con i Napalm Death. Comunque sia dettagli, nulla toglie ad una prestazione robusta e sentita, ricambiata ovviamente a dovere da tutti i presenti.

E ora tocca a loro, i Signori del Grindcore, e non solo direi. Praticamente un sold out, o quasi. Fatto sta che i Napalm Death hanno dato il meglio di loro massacrando tutto e tutti, senza alcuna sosta o pietà.
Un rinnovato piacere vedere un Mark Greenway spasmodico nei suoi gesti, e bestiale nei suoi growl inimitabili, per non parlare di uno Shane Embury in ottima forma, armato di pizzetto e del suo basso ormai devastato da anni e anni di onorata militanza. Come è inutile sottolineare che vengono pescate canzoni da tutta la loro discografia, soprattutto dai primi albums e dalle ultime pubblicazioni, evitando la fase di mezzo vagamente sperimentale. Un piacere orgasmico sentire dal vivo Unchallenged Hate con quel suo groove assassino, come per la mitica You Suffer, dalla lunghezza spropositata, che farebbe invidia ai Genesis eheh, praticamente un solo secondo di follia.
Il pubblico è letteralmente invaghito da odio e lo sfoga come meglio può in un pogo sfrenato nelle prime file. Finalmente un audio che rende giustizia, e la differenza si sente, visto che l'impatto alla fine risulta maggiore e più efficace. I Napalm Death sono concentrati e devoti alla causa, come del resto lo sono sempre stati, ma è sempre un piacere poter assistere ad un loro live set così micidiale.

Andrea "BurdeN" Benedetti

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Forti del revival che sta da qualche tempo investendo il thrash metal, anche gli americani Warbringer arrivano all’esordio, con un cd tra l’altro davvero niente male. Era quindi parecchia la voglia di verificare se anche dal vivo la band sarebbe riuscita a conquistarmi, così nonostante un Circolo degli Artisti già particolarmente pieno ed infuocato mi sono appostato tra le prime file per assistere al loro concerto.
A dirla tutta l’inizio non è stato dei migliori, in quanto un po’ di inesperienza ha preso il sopravvento sui cinque ragazzotti, che però hanno avuto la forza di reagire e di riuscire, così, a conquistare il pubblico presente, oltre che a scatenare il primo pogo della serata. Se dal punto di vista dell’esecuzione non c’è nulla da eccepire, diversi problemi invece ci sono stati con l’audio, con la chitarra di destra molto più bassa dell’altra, quando addirittura non spariva del tutto.
Se a questo ci aggiungiamo anche qualche pasticcio del chitarrista con i pedali, deduco che per lui non sia stata una serata memorabile. Ad ogni modo, i Warbringer sono riusciti a non sfigurare e hanno proposto una mezz’ora di bel thrash metal d’annata, figlio illegittimo di Exodus ed Overkill, dimostrando ancora una volta quanto queste sonorità trovino la loro dimensione ideale proprio sopra un palco. Ottimo antipasto prima dei piatti forti della serata…

Chi ha visto almeno una volta i Napalm Death dal vivo sa che sono una vera e propria forza della natura. Violenti, selvaggi, e con un’attitudine punk da far invidia ai Discharge, i quattro inglesi non si risparmiano mai e riescono ogni volta a mettere a ferro e fuoco lo stage, che si tratti del palco del Wacken o del piccolo palco del Circolo degli Artisti. Certo il locale non è il più adatto per un concerto del genere, perché la gente a momenti era anche sopra il tetto e oltretutto ci saranno stati almeno 45 gradi all’interno, però nonostante questo il pubblico non s’è risparmiato, uccidendosi dall’inizio alla fine, galvanizzato oltre misura da un Barney Greenway sempre iper adrenalinico.

Molti gli estratti dagli ultimi lavori in studio, ma un concerto dei Napalm Death non può dirsi tale senza gli estratti da quel capolavoro che è “Scum”. Ecco quindi che nella parte centrale i nostri affilano una serie di song brutali e immediate (chi conosce il disco sa di cosa parlo), lasciando i presenti senza respiro. Certo il concerto al Forte Prenestino di un paio di anni fa era più “vivibile”, se mi passate il termine, però anche quello di stasera al Circolo ha avuto il suo fascino, forse proprio perché si è venuta a creare una massa informe di carne umana stipata oltre ogni limite. E in fondo anche questo è metal.
Se non avete mai avuto l’occasione di massacrarvi ad un loro concerto la prossima volta non lasciateveli sfuggire, i Napalm Death non lasciano feriti.

Roberto "Dulnir" Alfieri

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Delusione.
Cosa c'è che non è andato, vi chiederete voi? Perchè il Graz è sempre insoddisfatto?
Scanso agli equivoci: il concerto in sè è stato assolutamente coinvolgente
e Warbringer a parte, dei quali non sono riuscito a vedere l'esibizione a causa dell'orario (e della partita di calcio a 5 antecedente il concerto), le due storiche bands del panorama metal estremo hanno dimostrato cosa significhi calcare i palchi da 20 anni.
Affiatamento, precisione, potenza disumana... qualsiasi formazione alle prime armi sulle prime rimarrebbe annichilita dalla furia di questi arzilli 40enni.

Oltre alle note di colore della serata, rappresentate da un Andrew Howe in cerca del suo Duplo tra le prime file davanti ai Suffocation (qualche buontempone ha anche azzardato a fargli la battuta della pubblicità...) e di un Frank Mullen che stava per sfasciare il cranio ad un tipo un po' bevuto che a quanto pare non era proprio felicissimo della loro prestazione sul palco, c'è da dire che la venue era decisamente troppo sacrificata per accogliere un evento del genere.
Come si dice in Svizzera, c'era la gente appiccicata alle pareti, un muro di 45 gradi centigradi con 95% di umidità per cercare di entrare in sala e soprattutto una puzza di metallaro marcio che avrebbe tenuto a debita distanza qualsiasi persona non fatta o ubriaca.
Ragazzi, per cortesia, prima di andare ai concerti fatevi una bella doccia.

Ma la più grande nota negativa della serata è stata indubbiamente la sconcertante scaletta sciorinata dai Suffocation, che si sono esibiti tralasciando dei pezzi storici, immortali, dei cavalli di battaglia che tutti attendevano da anni, in luogo di alcune composizioni decisamente fuori contesto che hanno lasciato non poco amaro in bocca.

Solo 2 brani da "Effigy of the Forgotten", nessuno da "Breeding the Spawn", uno solo da "Pierced From Within", due da "Despise the Sun", di nuovo nessuno da "Souls to Deny" e ben 3 dall'ultimo.
Niente "Redemption" e soprattutto...stiamo scherzando ragazzi.
NON C'E' STATA JESUS WEPT!!!

Ma come si fa a non chiudere con Jesus Wept???
Una scelta pazzesca, una scaletta decisamente sbilanciata, ed onestamente non basta la presenza delle immortali "Infecting the Crypts" e "Liege of Inveracity" a salvare la baracca.
Peccato, perchè sul palco Terrance Hobbs e soci fanno letteralmente paura.

Dei Napalm Death, che dire?
C'è Mitch Harris, il dio, alla chitarra. Non è necessario proferire altro.
(anche se Harmony Corruption è stato nuovamente ignorato...)

Grande serata, ma prima di eventi del genere è d'obbligo l'uso del bagnoschiuma.

Gianluca "Graz" Grazioli
Report a cura di Andrea 'BurdeN' Benedetti

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