Non conosce sosta il tour promozionale degli
Obituary per il loro ultimo disco intitolato
Darkest Day, sicuramente non il loro capolavoro di sempre, ma in compenso quello con la copertina più orrida di sempre. Stavolta tocca a Roma dare il benvenuto a queste glorie del Death Metal floridiano, accompagnati per l'occasione dai nostrani Clinicamente Morti, Neurasthenia e dai Persefone. Come sempre il Black Out si è fatto trovare all'altezza della situazione con dei suoni nitidi e potenti, peccato soltanto per un'affluenza di pubblico non proprio da capogiro. Per gli Obituary mi sarei aspettato un po' di più, poco male comunque.
Per motivi tecnici (leggi caos urbano) mi è stato impossibile assistere alla performance dei Clinicamente Morti, peccato, sarà per la prossima volta. I primi a salire sul palco quindi sono i
Neurasthenia con il loro Thrash Metal aggressivo ma in alcuni momenti anche melodico e ben costruito. Non deve essere facile suonare davanti a poche persone e magari anche distratte, ma loro non si fanno intimorire e tirano fuori una prestazione più che buona che gli rende ovviamente onore. I pochi brani in scaletta pescano dal loro ultimo disco intitolato
Your Omen e fanno la loro bella figura, almeno hanno avuto la funzione di scaldare gli animi dei presenti, che lentamente iniziano a fare il loro ingresso in sala.
Quando arriva il turno dei
Persefone è possibile notare un incremento visibile di pubblico sotto il palco, e visto la mia totale ignoranza nei confronti di questo gruppo proveniente dalle Andorre, mi inizio ad incuriosire. Non ho problemi a dire che sono stato ricambiato immediatamente con un sound potente e cristallino, ma soprattutto con delle canzoni che fondo alla perfezione violenza, velocità, melodia e originalità. I Persefone suonano un mix di Death Metal e Progressive/Power Metal molto scorrevole e dall'alto tasso tecnico, ma tutto questo invece di correre il rischio di annoiare crea l'effetto contrario. I fans apprezzano e di conseguenza incitano il gruppo continuamente fra una canzone e l'altra. Purtroppo non possiedo la loro scaletta ma immagino che molti estratti provengano dall'ultimo disco intitolato
Shin-Ken. Potrebbe sembrare un azzardo, ma la loro è forse la migliore prestazione della serata.
Il tempo scorre inesorabile e arriva anche il turno degli
Obituary, con tutto quello che ne consegue: un sound plumbeo e schiacciante, ma quando vogliono anche violento e dal ritmo incalzante. Fa sempre piacere vedere
John Tardy & co., figuriamoci con un certo
Ralph Santolla dietro la sua chitarra, uno che praticamente negli ultimi anni si è girato non poche formazioni Metal di altissimo livello. Il Black Out si è andato riempiendo con il tempo ma senza arrivare a chissà quali livelli, ma come sempre quando si parla di professionisti gli Obituary si tuffano subito nella mischia iniziando il loro concerto
List Of Dead, traccia d'apertura dell'ultimo cd. Ci saranno molti estratti dagli album post-reunion e questo non so se sia stato proprio un bene, ma i fans si sono fatti trovare preparati, anche se i boati di approvazione si potevano udire indistintamente solo quando venivano chiamate chiamate in causa canzoni da dischi seminali come
The End Complete,
World Demise e ovviamente
Slowly We Rot. Gli Obituary malgrado una forma artistica (mi riferisco agli ultimi lavori in studio) non proprio eccelsa, riescono a mantenere una sana cattiveria dal vivo. I tassi di zolfo si innalzano a livelli altissimi quando i loro riffs lenti e pesanti avanzano senza conoscere ostacoli, oppure quanto la voce di John Tardy rimbomba nel locale con quel timbro polveroso, insomma gli elementi che hanno reso la loro attitudine al Death Metal fondamentale negli anni. Lo show si chiude tutto sommato con successo, la band ha fatto il suo dovere fino in fondo, regalando un'ora e passa di sano possente Metal estremo. Alla prossima!
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