Dopo gli Obituary il Death Metal è ancora protagonista nella capitale, stavolta con una corazzata di band dedite (chi più chi meno) al più classico di questo genere musicale. Come per gli Obituary è ancora il Black Out ad ospitare questo massacro sonoro, e come al solito tutto è filato via liscio a livello organizzativo, peccato soltanto per una presenza di pubblico abbastanza scarsa e al di sotto delle aspettative, eppure si sta parlando di una band - i
Suffocation - che l'hanno scritta veramente la storia del Death Metal made in USA.
I primi a salire sulle assi del palco sono stati i giovanissimi
Burning The Masses, gruppo che già dal monicker dovrebbe far presagire all'apocalisse sulla terra, e invece no. Essendo ancora molto giovani avranno sicuramente incamerato meglio la lezione stilistica degli ultimi anni che vede il Metalcore come punto di equilibrio per la nuova concezione di "estremo". Malgrado questo non hanno suonato male e hanno messo in mostra delle buone capacità tecniche oltre che relazionali con il pubblico, almeno quel poco presente in sala.
La situazione (e la musica) cambia radicalmente quando è il turno dei capitolini
Fleshgod Apocalypse, fautori di un Death Metal dal passo mastodontico. Non è la prima volta che li vedo dal vivo ma stavolta hanno messo in atto il crimine perfetto dando sfogo ai peggiori istinti, e con una coesione e un impatto robusti quanto il cemento armato. Quel poco di pubblico che è accorso ad assistere alla loro esibizione è stato ripagato con un bel pugno in faccia, impreziosito pure dalla cover di
Blinded By Fear degli At The Gates, canzone che gli riesce particolarmente bene dal vivo. Le loro doti tecniche sono sotto le orecchie di tutti, ma dal vivo direi che puntano più a coinvolgere che ad andare dietro al metronomo. Fra tutte le band della serata loro sono stati fra i migliori, appena dietro, se non a pari punti, con gli headliner.
A guardare il myspace dei successivi
Nervecell è un tripudio di ottime recensioni sulle più famose testate Heavy Metal d'Europa. A sentirli si prova piacere ma di certo non stiamo parlando di chissà quale next big thing. Provengono da Dubai e suonano un Thrash/Death Metal decisamente privo di qualsiasi picco di originalità, però i loro riffs secchi e con una buona dose di groove si lasciano ascoltare, o forse è soltanto una questione di come ammazzare il tempo. Per loro otto canzoni a disposizione se non vado errato, e come ho già detto alcune di esse viaggiavano su una qualità discreta, il resto era tutto sommato trascurabile. Una nota di merito va comunque dedicata al cantante che ha dimostrato delle ottime capacità di apprendimento nel pronunciare con accento romanesco "li mortacci vostra...", grazioso.
Dal caldo devastante di Dubai alla fredda e grigia Inghilterra con gli
Annotations Of An Autopsy, un gruppo che veramente non si capisce come abbiano fatto ad ambire a ruolo di spalla dei Suffocation, anche perchè nella loro posizione privilegiata potevano starci tranquillamente i Fleshgod Apocalypse. Al di la di facili nazionalismi basta non essere sordi per accorgersi come l'anonimato sia l'elemento di maggiore spicco nella musica di questi ragazzi, che ovviamente e come da copione non hanno alcuna carenza tecnica sotto il punto di vista prettamente tecnico/musicale. Era la prima volta in assoluto che ascoltavo della loro musica, ma dal vivo non rendono molto, e tutto questo è dovuto al più classico del Death/Thrash Metal, di quello che si appiattisce sui soliti riff di chitarra polverosi e soltanto vagamente maligni. Noiosi.
C'era un certo intorpidimento prima che i
Suffocation riprendessero il controllo della situazione in un Black Out che andava registrando un mediocre ingresso di pubblico, addirittura le retrovie era "bucate" da spazi molto vistosi, un vero peccato, non è certo questo il benvenuto che merita una band simile. Ad ogni modo con un'ora di ritardo sulla tabella di marcia è tutto pronto che scatenare la furia; brani come la nuova
Blood Oath,
Liege Of Inveracity e
Brood Of Hatred, sono soltanto alcune delle schegge impazzite che hanno travolto i presenti. La band è decisamente in forma e non mancava nemmeno un visibile entusiasmo che ha reso lo show di Terrance Hobbs come una sorta di spasmo convulsivo, visto e considerato che non smetteva mai di agitarsi come un ossesso. Si è pescato in modo tutto sommato equilibrato da tutta la discografia, con un occhio di riguardo per le ultime pubblicazioni ovviamente, anche se un brano come
Effigy Of The Forgotten poteva pure essere inserito con un piccolo sforzo. I fans hanno ricambiato con calore una prestazione corposa e possente, dove il Death Metal dei Suffocation sembrava prendere una forma concreta, una sorta di blob che ingoia tutto. Buono anche l'audio che a dire il vero si è rivelato benevolo per tutti i gruppi coinvolti nella serata, ma sicuramente nel caso dei Suffocation è stato un elemento fondamentale nel sottolineare con maggiore forza quella sensazione di oppressione che i loro rallentamenti sanno sprigionare. A fine concerto la soddisfazione è palpabile sul viso dei presenti e degli stessi musicisti coinvolti, segno che malgrado una risposta di audience non proprio esaltante, c'è sempre un buon motivo per riversare tonnellate di Death Metal!
Foto a cura di Francesca D'Alessio.
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