Quando i grandi nomi che hanno fatto la storia del Rock tornano in Italia bisogna dire che il pubblico delle grandi occasioni si fa sempre trovare pronto all'appello, e i 47.000 accorsi allo Stadio Friuli di Udine per il concerto degli
AC/DC ne sono la riprova. La band di Angus Young effettivamente non mancava da molto in Italia e a qualcuno ancora stanno fischiando le orecchie dopo i concerti di Milano dell'anno scorso, in più ci si mette pure un album come
Black Ice, che ha letteralmente fatto il botto a livello commerciale, ed ecco quindi due buoni motivi per tornare a calcare i palchi del bel paese. Scelta azzeccata? Assolutamente si visto e considerato che tutto è filato via liscio senza intoppi, almeno per quanto riguarda gli Ac/Dc.
Per l'occasione si è deciso di dare spazio a due gruppi spalla di origine Italiana, e questa è almeno sulla carta una scelta giusta oltre che legittima, ma forse era il caso di chiamare band che in un modo o nell'altro rientrano nell'immaginario comune del pubblico che va a vedere gli Ac/Dc, e quindi mi sto riferendo ad un settore (anche ampio e trasversale) che si rifà al panorama Hard' n Heavy, e più avanti nel live report capirete a cosa mi sto riferendo.
Il primo a salire sul palco è
Maurizio Solieri, storico chitarrista di Vasco Rossi, in questa occasione chiamato a riproporre i brani del suo repertorio solista. Lo stadio di Udine è già abbastanza gremito di persone in trepidante attesa, quindi lo spettacolo di Maurizio Solieri passa per forza di cose un po' in sordina, anche se il pubblico sotto al palco non si è tirato indietro quando era il momento di tributargli rispetto e apprezzamento. Al di la dei suoni non propriamente eccelsi il suo concerto è filato via abbastanza liscio, nel segno di un Rock melodico che ha messo bene in mostra le qualità strumentali del chitarrista, una cosa che invece non si può dire di
Michele Luppi (ex Vision Divine) che è apparso un po' mortificato dietro al microfono, anzi direi in secondo piano, ma non era sicuramente lui l'attrazione del concerto. Un peccato, perchè chi lo conosce per i suoi trascorsi nel Metal sa bene di cosa può essere capace.
Dopo Maurizio Solieri è il turno de
Le Vibrazioni, e qui scoppia lo "scandalo". Io non posso sapere se è stata una leggerezza non calcolata da parte dell'organizzazione o di chi ha curato personalmente la selezione dei gruppi spalla, ma ci vuole coraggio a mettere un gruppo come Le Vibrazioni davanti a 50mila fans degli Ac/Dc, che di rimando è impossibile pensare che rispondano lanciando rose e tulipani sul palco. Erano semplicemente fuori luogo, in tutto e per tutto, e infatti il pubblico li ha accolti con una bordata di fischi che si è ripetuta per tutta la durata dello show fra una canzone e l'altra, ma che cosa si aspettavano succedesse? E' come mettere Mino Reitano prima degli Slayer, quali sarebbero le conseguenze? Parlando invece della prestazione c'è da dire che Le Vibrazioni hanno dimostrato coraggio a rimanere sul palco, proponendo un Pop/Rock dilaniato da una qualità audio abbastanza scadente, almeno questo arrivava in curva, magari in altri settori era percepita diversamente. Verso la fine del concerto a fare da pacere è salito
Pino Scotto, con cui hanno eseguito
Rock 'n Roll dei Led Zeppelin. La cosa curiosa di Pino Scotto e della sua irriverenza che ormai sta diventando sempre più uno sputare sentenze a 360° senza senso è che lo ha portato a perdere la memoria, visto e considerato che cercando su youtube è possibile imbattersi in questa dichiarazione:
“Io da quando è morto Bon Scott non li ho seguiti più, e poi mi sta sul cazzo questo qua, questa gallina strozzata, non lo sopporto proprio, canta su due note: iiiii iiiii (facendogli il verso, ndr), è sempre li. A me una cosa che mi è stata sul cazzo è quando ho letto un’intervista su un giornale del cantante questo qui (Brian Johnson, ndr), crapa pelata, e ha detto: noi abbiamo capito cosa vogliono i fans ormai, e gli diamo quello che vogliono. Ma brutto stronzo, avete venduto 40 milioni di copie, cominciate a fare delle cose decenti cazzo”. Chissà se dietro al backstage glie le ha riferite in faccia con la stessa veemenza che utilizza attraverso il tubo catodico, ma del resto una comparsata davanti a migliaia di persone non si nega a nessuno. Spero almeno che Pino Scotto non si sia convinto del fatto che Le Vibrazioni sono La realtà musicale che rappresenta il Rock Italiano.
E adesso loro, l'apocalisse sulla terra: AC/DC. Quando il sole è ormai calato la tensione e l'attesa toccano l'apice, per poi essere sfogate quando le luci si abbassano e l'intro prende a diffondersi nell'aria. Lo stadio di Udine è letteralmente pieno zeppo, e l'effetto luce donato dalle corna luminose che tutti hanno comprato rende il colpo d'occhio molto suggestivo e in tema con la serata. Quando il gruppo fa il suo ingresso il boato di approvazione è fortissimo, come del resto lo è riff iniziale di una
Rock n'Roll Train (estratta dal loro ultimo cd) che trascina via tutto e tutti, ma è normale, con quel ritornello così tipicamente Ac/Dc non poteva succedere altrimenti. Le seguenti
Hell Ain't A Bad Place To Be e soprattutto
Back In Black mettono in mostra un gruppo che malgrado gli anni di carriera ha ancora tonnellate e tonnellate di energia da sfogare, e lo fanno divertendosi, non sono mai stati due minuti fermi, con un Angus Young in preda all'isterismo, ma questa è proprio una caratteristica sua di natura. La scenografia è ottima, con quella locomotiva che sovrasta e regna sul palco, per non parlare delle sequenza di brani come
Big Jack,
Dirty Deeds Done Dirt Cheap,
Shot Down In Flames e
Thunderstruck, ossia una cascata di riff sanguigni e dall'attitudine live semplicemente annichilente. La qualità audio è stata delle migliori e soprattutto si è dimostrata completamente fedele al tipico suond degli Ac/Dc, e una nota di merito va fatta anche per tutto quello che concerne la scenografia, il palco con la passeggiata che raggiungeva quasi la metà campo, e aggiungo i fuochi d'artificio, i giochi di luce, insomma tutto quello che fa "da contorno" all'esibizione, che la esalta e la fomenta. Ovviamente il pubblico non si è risparmiato e insieme alla band non si è riposato un momento, e non è facile farlo con
Hells Bells,
Shoot To Thrill,
T.N.T.,
Whole Lotta Rosie e l'immancabile
Highway To Hell, canzoni che hanno fatto la storia Vera del Rock. Il tempo è volato via e quando si arriva a
For Those About To Rock (We Salute You) si capisce che è giunto il momento di calare il sipario definitivamente, con molto dispiacere. Quello che rimane del concerto di Udine è la netta sensazione che gli Ac/Dc hanno ancora molto da offrire ai loro fans sulle assi di un palco, e anche i nuovi brani si sono fatti valere per la loro qualità. 5.000.000 di copie vendute non sono uno scherzo di questi tempi. Semplicemente esplosivi.
Rock n'Roll Train
Hell Ain't A Bad Place To Be
Back In Black
Big Jack
Dirty Deeds Done Dirt Cheap
Shot Down In Flames
Thunderstruck
Black Ice
The Jack
Hells Bells
Shoot To Thrill
War Machine
High Voltage
You Shook Me All Night Long
T.N.T.
Whole Lotta Rosie
Let There Be Rock
Highway To Hell
For Those About To Rock (We Salute You)