E tornò il momento dei Dark Tranquillity... formazione che in Italia è apprezzata da sempre, anche nei momenti maggiormente sperimentali in cui il loro Death Metal melodico veniva accantonato per dare uno spazio maggiore a soluzioni stilistiche che poco avevano a che fare con il metallo pesante. In questa occasione si presentano in veste di promoter, ovviamente di loro stessi, e del nuovo album intitolato
We Are The Void, degnamente rappresentato, insieme ai classici che il pubblico non si stanca mai di sentire. Fa piacere constatare come la band di apertura sono i nostrani Lunersea, gruppo vincitore del contest realizzato dalla Century Media Records, senza nulla togliere ai finnici Insomnium che hanno regalato ai fans una prestazione degna di nota.
Purtroppo per cause esterne alla nostra volontà (uso il plurale perchè mi sto riferendo anche alla povera Selenia che si è fatta quasi due ore sotto alle transenne) il concerto dei
Lunarsea giunge quasi al termine mentre ci accingiamo ad entrare in sala, ma a ben sentire i cori di approvazione immagino che sia filato via tutto liscio come l'olio. Un peccato, spero di rivederli in azione in un'occasione migliore.
Dopo i Lunarsea è il turno dei finlandesi
Insomnium calcare le assi del palco, e tutto mi aspettavo tranne una performance simile. Non stiamo parlando degli Iron Maiden però sono rimasto piacevolmente colpito dalla loro carica energica, dalla voglia di comunicare con il pubblico e anche dal loro Metal estremo pieno zeppo di melodia e di atmosfere malinconiche. Si sente che c'è molto di finlandese nella loro musica, praticamente è un tratto distintivo di quasi tutti gruppi provenienti da quelle parti, di qualsiasi genere musicale si parli. A conti fatti vince il premio simpatia il singer che in quasi cinquanta minuti di musica avrà detto una quantità di
biastime pari al numero di parole contenute nei loro testi. Il pubblico di Roma non si fa attendere e ricambia applaudendo e incoraggiando la band. Il loro concerto arriva al termine e ad essere onesto un po' mi dispiace, hanno avuto la capacità ci coinvolgere dall'inizio alla fine malgrado le più grandi attese fossero tutte per loro... Dark Tranquillity.
Sono più o meno le 22.30 quando la band di Stanne fa il suo ingresso sul palco dell'Alpheus e l'accoglienza è delle migliori. La scenografia è molto scarna tranne che per delle immagini trasmesse di continuo con un proiettore alle loro spalle. Si inizia subito alla grande con una serie di brani che dal vivo guadagnano non poco in fatto di energia e potenza:
The Fatalist,
Damage Done,
Lost To Apathy e la devastante
Monochromatic Stains. I
Dark Tranquillity ci sono, si mostrano disponibili e perfettamente padroni della situazione, grazie anche ad un audio tutto sommato pulito e cristallino. Ci sono e si fanno sentire anche i fans, fra cui alcuni veramente scalmanati (leggere il report di Selenia), ma tutto questo fa spettacolo e folklore quindi ben venga. Il concerto segue con alcuni brani del calibro di
The Gallery (come al solito accolta con un boato),
The Wonders At Your Feet ma anche le nuove
Iridium,
Shadow In Our Blood e
Dream Oblivion che dal vivo non hanno proprio nulla da invidiare rispetto alla produzione passata. Il tempo purtroppo scorre via inesorabile e arriva il turno di
Misery's Crown, veramente bella e dal vivo maggiormente emozionante. E' passata pi di un'ora ma i Dark Tranquillity non vogliono saperne nulla di smetterla, anzi, più passa il tempo e più sembrano concentrati a travolgere tutto e tutti, fino ai bis conclusivi che sono letteralmente granitici:
Final Resistance,
ThereIn e
Terminus [Where Death Is Most Alive]. Un concerto riuscito questo è fuori da ogni dubbio, speriamo soltanto non debbano trascorrere altri due anni prima di rivederli da queste parti!
Foto a cura di Selenia MarinelliSetlist:At the Point of Ignition
The Fatalist
Damage Done
Lost To Apathy
Monochromatic Stains
The Gallery
One Thought
The Wonders At Your Feet
Iridium
Shadow in Our Blood
Icipher
Dream Oblivion
Misery's Crown
Haven
Punish My Heaven Encore:Final Resistance
ThereIn
Terminus [Where Death Is Most Alive]
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