Ennesima calata in terra Italiana per i Dream Theater, ormai è praticamente la quinta volta che assisto ad loro show, ma stavolta è stato diverso, è la prima volta che assisto ad un completo sold out in quel del Palalottomatica, ed il colpo d’occhio è stato fenonemale. Ma non è oro tutto quello che luccica, e mi sto riferendo alla mediocre resa sonora, è vero non è una novità da queste parti, ma stavolta si è andati decisamente oltre.
I primi a salire sul palco ovviamente sono i
Symphony X, e qui potrei ricevere parecchie critiche, personalmente non mi hanno mai fatto impazzire. Si lo so, sanno suonare, grande band, grande tutto ma a me hanno sempre lasciato abbastanza indifferente, figuratevi ora dopo 45 minuti di cacofonia totale. Gran parte del pubblico presente non ha smesso di incitarli e rendersi partecipe, ma dal punto di vista tecnico le cose non sono filate proprio come si deve. Il deficit più grande risultava nella chitarra, le ritmiche possenti e quadrate di Romeo uscivano fuori impastate e confuse, e l’eco di sottofondo non ha fatto altro che peggiorare le cose. Stessa cosa si potrebbe dire per la voce, niente da ridire sulle capacità di Russell Allen, ma a tratti spariva per venire schiacciata da tutto il resto. In qualche frangente facevo fatica ad intuire la fine di una canzone e l’inizio di un’altra, peccato. La tracklist si è basata ovviamente sui cavalli di battaglia della band visti anche i pochi minuti a disposizione, ma per quanto mi riguarda il tutto è stato troppo inflazionato da un audio insufficiente. Sia maledetto Renzo Piano.
E ora veniamo al sodo, signori e signore i soliti noti,
Dream Theater. Ci mancava un semaforo appeso su in alto alle impalcature per scandire il tempo e al momento del verde dare il ben venuto a Roma a tutti i beniamini del Progressive Metal. La scaletta sarà basata maggiormente sulle ultime produzione, tranne ovviamente qualche pezzo irremovibile, ma questo non toglie un affetto e un accoglienza potenti da parte del pubblico presente. Personalmente ho apprezzato molto l’ultimo Systematic Chaos, e quindi mi ha fatto molto piacere poter ascoltare/vedere dal vivo l’esecuzione di Constant Motion e Dark Eternal Night, potenti e piene di groove. Rispetto ai Symphony X la resa sonora è decisamente migliore, ma non quanto basta per poter dire di aver assistito ad un concerto con i fiocchi. I problemi di eco, e di quel maledetto rumore sordo e cupo sui bassi persiste, anche se onestamente nella seconda parte la situazione è migliorata. Vi dico solo che sul finale è partito anche un bel fischio dall’amplificazione durante l’esibizione, no comment. Credo che tutti i fans dei Dream Theater abbiano assistito ormai ad un loro concerto, quindi grandi prestazione tecniche, ottimo senso della comunicazione e tanta voglia di fare spettacolo. Jordan Ruddess di questo ne sa qualcosa, visti gli assoli pure un poco improvvisati di cui si è reso protagonista.
Ciò non toglie però che il live set è stato però abbassato dal punto di vista qualitativo da un audio veramente fastidioso e appena sufficiente, anche James Labrie ne ha pagato le conseguenze, ottima voce ma prestazione tutto sommato non così brillante. Ovviamente alla fine dello show (appena due ore e mezza, hanno fatto decisamente di peggio) grande ovazione, ma le lamentele del pubblico su questo misterioso oggetto chiamato Palalottomatica si sono fatte sentire.
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