Una serata con i
Blackfield dal vivo è sempre un evento vissuto con grande trasporto ed emozione dai fan dell'eclettico Steven Wilson, nonchè del suo 'fratello in musica' Aviv Geffen, ormai anche lui apprezzato dal pubblico italiano.
A riscaldare un locale purtroppo ancora semi-vuoto, ci sono gli scozzesi
North Atlantic Oscillation, band di formazione recente e giunta da poco al debutto su Kscope. Nonostante la novità e un sound non propriamente di facile presa, i ragazzi riescono a coinvolgere il pubblico e a strappare degli applausi sinceri. Sicuramente da tenere d'occhio.
L'attesa per gli headliner cresce, e persino un 'banale' cambio palco riesce a catturare l'attenzione delle prime file, impegnate ad identificare la strumentazione che utilizzerà Wilson!
L'ingresso della band è sulle note orientaleggianti di
Blood, tratta dal nuovissimo
Welcome to my DNA, pezzo perlopiù strumentale ma molto incalzante. Un piccolo salto nel passato, con
Blackfield, e poi si continua subito con una tripletta di brani nuovi, compresa la famigerata
Go to Hell, che Aviv dedica con nonchalance ai suoi genitori!
I presenti sono già abbondantemente rapiti dalle sonorità del gruppo, qualcuno esagera anche un po', cantando letteralmente a squarciagola ogni singolo brano, riuscendo persino a coprire la performance dei due frontman!
La scaletta prosegue alternando magistralmente pezzi tratti da tutti e tre i dischi, andando di fatto a coprire quasi per intero Welcome to my DNA, ma su un totale di 21 canzoni, anche Blackfield I e II risultano protagonisti, con le ormai classiche e francamente bellissime
Epidemic, 1000 people, Miss U, Where Is My Love. La serata si chiude con un trittico 'vintage' azzeccatissimo:
Hello, End of the World e Cloudy Now, sulla quale il grido corale "we are a fucked up generation" pone il sigillo finale.
Durante i 90 minuti buoni di concerto la band non si è risparmiata, suonando praticamente senza pause tattiche e dando prova di grande coesione e padronanza del palco. Steven Wilson, forse per merito di Aviv, è ormai perfettamente a suo agio nel relazionarsi con il pubblico e nel lasciarsi andare a scatenati headbanging; sul suo compare israeliano non ci sono mai stati dubbi: una rockstar fatta e finita nel look e negli atteggiamenti, che non ha paura nè di presentarsi con una giacca piena di lucine stile albero di natale, nè di buttarsi per terra senza maglietta a fine concerto!
Serata promossa a pieni voti dunque, condita anche dalla disponibilità di Steven e Aviv che prima di rientrare sul tour bus si sono fermati per qualche autografo e foto con i numerosi fan che li hanno attesi fuori dal locale.
Grazie a Fabio Vergani di A Buzz Supreme per la disponibilità.
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