Report a cura di Marco ChiariglioneLe
Trombe di Falloppio sono una band straordinaria, che sin dagli inizi degli anni Novanta ha illuminato il panorama italiano con la sua – almeno allora – originalissima proposta metal demenziale (“
Metaldementia” è il loro celebre motto).
Le Trombe hanno sfornato nel corso della loro carriera una serie di clamorose ed esilaranti demo sino al loro primo album “
Santi Numi!”, prodotto niente di meno che da
Elio e le Storie Tese, e quindi una serie di ulteriori album autoprodotti con la propria etichetta Sepolcreta. Mai abbastanza riconosciuti e celebrati possono vantare una esperienza live che li ha visti esibirsi con band quali
Sepultura ed Elio e le Storie Tese, nonché in più di un’edizione della nota kermesse di musica demenziale “
Sanscemo”.
Personalmente li ho seguiti sin dagli inizi, da quando ero “bocia”, divenendo uno dei loro fan più fedeli e accaniti. Potrete quindi immaginare la mia sorpresa e la mia felicità quando, a qualche anno dal loro scioglimento,
Stregha, il mitico chitarrista e fondatore delle Trombe di Falloppio, mi ha contattato proponendomi di cantare con loro tre classici delle Trombe in occasione di un concerto “a sorpresa” per
Jerry, ex tastierista della band, vista l’indisponibilità di Falloppio.
Dunque con i componenti delle Trombe delle origini, vale a dire
Flober alla batteria,
Pherry al basso e
Stregha alla chitarra, mi sono presentato al concerto – dopo un’adeguata ma mai sufficiente preparazione psico-fisica – dotato di parrucca, boa, maschera da “
Povero Diabolus”, mitica Duna bianca e proverbiale faccia da tolla.
Tre canzoni – che tante volte già avevo cantato dal pubblico – sono volate nella breve ma intensa esibizione delle eccezionalmente redivive Trombe senza Falloppio.
Non starò a menarvela con sterili auto-celebrazioni che sarebbero perlomeno fuori luogo (simil Marilyn Manson che da redattore scriveva di sé in terza persona su Rolling Stone, con le dovute proporzioni). Date però un’occhiata alle foto per farvi un’idea. Le Trombe come sempre hanno spaccato, questo è certo. Io mi sono cagato sotto e al contempo ho goduto come (un) facocero nel cantare “
Freeego”, “
Rettilario” e “
Duna Bianca” (tutte da “
Santi Numi!”).
Il pubblico pareva divertirsi, anzi a tratti persino sganasciasi. Non posso far altro che ringraziare le Trombe per l’immeritata fiducia accordatami e per la fraterna accoglienza.
Ho già provveduto a offrire e garantire loro la mia disponibilità per eventuali ulteriori feste di compleanno, matrimoni, comunioni e cresime…
Concludo ribadendo quanto ho proferito e professato con una certa tracotanza durante la chiusa della nostra breve ma intensa esibizione, di fronte a chi era al Cortile del Maglio di Torino quel clamoroso venerdì sera: “…a venta nen avej pao dla musica dël diau!” (i.e. ‘non bisogna aver paura della musica del diavolo!’).
PS Le foto sono del fondamentale Stefano “ex-Barbabietola” Giove e di Valentina Rossi, e non del lavativo Riccardo “Necro” Maffiodo.
Tracklist:Freeego
Rettilario
Duna Bianca