Il “
Power of Metal Tour 2011” ha dalla sua la caratteristica di presentare, nello steso bill, bands dalle sonorità, e dunque dai fans, molto diversi tra di loro: dagli amanti del power/prog dei
Symphony X, ai metallari più duri e puri che sono lì per i
Nevermore, passando per i raffinati estimatori del prog psichedelico degli Psychotic Waltz; il Viper infatti, ad un primo sguardo, sembra un gustoso guazzabuglio di “tipi” diversi di metal-fans.
Una doverosa precisazione: sulla locandina ufficiale l’apertura delle porte è prevista alle 18,30, ed il primo show alle 19,10. Sui biglietti invece, c’è scritto “inizio concerto ore 20”… Per non saper né leggere né scrivere, io e Sybelius siamo sul posto alle 18 spaccate, ed è un bene visto che al
Viper i Thaurorod, opening band, sono invece schedulati per le 18 in punto! Una bella confusione, non c’è che dire! Morale della favola: seguendo lo scheduling time previsto dal locale, tutte le bands rispetteranno gli orari a puntino, con cambi-palco veloci e puntuali, nessuno sforamento, ed un impianto audio tarato molto bene ma dal volume mostruosamente alto, dall’inizio alla fine! Ancora oggi, a 24 ore di distanza, le mie orecchie fischiano come un arbitro troppo zelante! Ma tant’è, eccovi il resoconto del concerto di ieri sera!
THAURORODAprono le danze i finnici Thaurorod, forti del loro primo album “
Upon Haunted Battlefields”. La band ha da pochissimo reclutato, dietro al microfono, il nostro
Michele Luppi, e vi assicuro che, nella mezz’ora a loro concessa, il singer nostrano è stato semplicemente strabiliante: potente, precisissimo, istrionico e simpaticissimo sul palco, Michele ha sciorinato una prestazione maiuscola, supportato benissimo da una band di musicisti con gli attributi, che ha suonato un power metal cazzuto e velocissimo con una precisione degna di nomi ben più blasonati. Il Viper era ancora pieno per metà, ma vi assicuro che chi c’era non dimenticherà facilmente la ‘botta’ live della band, e la prestazione da capogiro di uno dei migliori cantanti che l’Italia abbia a disposizione al momento. Voto: 8,5
MERCENARYVeloce cambio palco, ed è la volta dei danesi Mercenary, in giro a promuovere l’appena pubblicato “
Metamorphosis”. Una band potente e selvaggia sul palco, che lascia al singer/bass player René Pedersen l’incombenza di aizzare la folla, peraltro con successo. Il melodic death/power dei danesi esplode con una furia infuocata, e la risposta del pubblico è decisamente soddisfatta e calorosa, tanto che, più di una volta, il buon René non perde tempo a lodare il pubblico nostrano, ed a ringraziare i presenti che, nel frattempo, cominciano ad assieparsi sotto il palco. Buona la scaletta, con estratti da tutta la discografia della band, ed ancora una volta un plauso al suono, preciso e ben bilanciato anche sulle urla sguaiate di René, seppur esageratamente alto (quasi in distorsione) se ti trovavi molto vicino al palco. Gran bella botta! Voto: 8,5
Setlist:
Into the Sea of Dark Desires
World Hate Center
The Endless Fall
Through The Eyes Of The Devil
In A River Of Madness
In Bloodred Shades
The Follower
Firesoul
PSYCHOTIC WALTZLa prog metal band di San Diego, California, ha appena annunciato la tanto attesa reunion, e così si è conquistata il terzultimo posto nella scaletta di questo tour. Devon Graves e compagni, però, propongono un genere molto psichedelico, intimista e poco d’impatto, così da risultare forse la band meno amalgamata, come proposta sonora, rispetto alle altre nel bill. Poco male, qui c’è gente che è venuta apposta per loro, fans che mai avrebbero sperato di poter rivedere gli PW dal vivo nel 2011, e la band contraccambia questo affetto con una prestazione convincente, anche se la voce di Devon risulta spesso troppo bassa rispetto al muro di strumenti. Anche qui, una scaletta a tutto tondo, in attesa del nuovo album; il climax, di certo, lo si raggiunge con una “Into the Everflow” da brividi, ma di sicuro molti dei metal-fans qui presenti ne avranno approfittato per fari una birretta e rifiatare un attimo… Voto: 6,5
Setlist:
Ashes
Into the Everflow
Morbid
Nothing
I of the Storm
Halo of Thorns
NEVERMORESecondo chi scrive, il pubblico di stasera è qui tanto per i Nevermore che per i S’X: lo vedi dalle facce, dalle magliette, e dalla spasmodica tensione che si comincia a respirare sotto il palco appena inizia il cambio strumenti, in attesa che arrivino Warrel Dane e soci. Jim Sheppard, come si sa, non è della partita a causa dell’intervento (riuscito, per fortuna) che gli ha rimosso un tumore dal cervello, e così c’è anche la curiosità di vedere come se la cava Dagna “Edna” Silesia, già al basso con Warrel nel suo tour solista, ed ora reclutata per sostituire temporaneamente Jim. Ebbene, non scherzo se vi dico che il Viper esplode letteralmente appena Jeff Loomis ci scarica addosso il primo riff! Sarà un pogo continuo dall’inizio alla fine dell’oretta scarsa riservata ai Nevermore, in cui la band offre una prestazione impeccabile, tecnicamente ed emozionalmente, ed in cui la potenza sonora rasenta limiti da attacco di panico! Non un colpo fuori posto, non una song sbagliata in una scaletta che è praticamente un best of della band, ed un Warrel Dane in forma smagliante, istrionico come il Joker di Batman, con uno strano cappello sulla testa, ed un’attitudine divertente e divertita nei confronti dei fans, con i quali scherza, parla, facendo purtroppo la solita scenetta di quello che li difende prendendosela con un povero addetto della security che cerca solo di salvare il salvabile, evitando che qualcuno si faccia male. Non capisco proprio questa moda di offendere chi lavora per la sicurezza del pubblico, come se fosse obbligatorio spaccarsi la faccia ad un concerto! Poco male, qui siamo veramente su livelli altissimi, ed i Nevermore confermano di essere una di quelle band che nascono una volta su un milione. Voto: 9
Setlist:
Inside Four Walls
Moonrise (Through Mirrors of Death)
The Termination Proclamation
Your Poison Throne
Born
The Heart Collector
The River Dragon Has Come
Emptiness Unobstructed
This Godless Endeavor
Enemies of Reality
SYMPHONY XGli headliner della serata aprono le danze alle 22,20 in punto, in orario perfetto rispetto allo schedule. E che apertura! Romeo e soci esordiscono come di solito chiudevano i concerti, ossia con “Of Sins and Shadows”, ed il Viper esplode! Potenza sonora oltre ogni limite, i soliti volumi ben calibrati ma altissimi (soprattutto la chitarra di Michael Romeo, veramente esagerata!), la band sceglie saggiamente di mettere in piedi una scaletta votata più alla potenza che alla finezza prog, visto il bill che li ha preceduti. Non mancano due nuove canzoni dal prossimo “
Iconoclast”, ossia “End of Innocence” e “Dehumanized”, che sembrano perfettamente in linea con quanto prodotto dalla band sinora. Una nota, doverosa, per uno dei miei miti in ambito metal: Russell Allen è, a parere di chi scrive, semplicemente il miglior cantante metal attualmente sulla scena. Potentissimo, intonato, non risparmia un acuto, cazzeggia con la gente e con il povero Romeo, “colpevole” di compiere il compleanno a mezzanotte e quindi costretto da Russ a bere whisky e quant’altro in quantità industriali! Russell è la vera ciliegina sulla torta di una band di numeri uno, che riescono anche a regalarci/si la bellissima ballad “Paradise Lost”, per poi ricominciare a pestare come dannati. Esaurita la scaletta ed il primo bis, Russell chiede al pubblico che ore sono, e quanto manca a mezzanotte e poi, di comune accordo con i compagni di squadra, regala al pubblico un doppio bis fuori programma, con l’inaspettata e stupenda “Eve of Seduction” ed il classico power “Sea of Lies”, il cui anche LePond può dar mostra di sé al basso. Un po’ sacrificato il suono di tastiere di Pinnella, sepolto sotto i volumi inumani di Romeo, ma tutto sommato l’ennesimo centro pieno dei Symphony X. Voto: 9,5
Setlist:
Of Sins and Shadows
Domination
Serpent’s Kiss
End of Innocence
Paradise Lost
Inferno (Unleash the Fire)
Smoke and Mirrors
Dehumanized
Set the World on Fire
Encores:
Eve of Seduction
Sea of Lies
SCHEDA TECNICA (A CURA DI GUIDO “SYBELIUS” ZERBIN)Power Of Metal... Ovvero uniamo le forze e proponiamoci ad un prezzo ragionevole!
La teoria funziona e a quel che ho visto anche la pratica! Cinque band di genere similare, ma con le giuste differenze per raccogliere un pubblico abbastanza vasto, con pressoché le stesse esigenze tecniche che vengono portate in tour insieme sono veramente una potenza.
Si noleggia un service audio che ti segue o per tutto il tour, oppure un diverso service per ogni paese che tocchi, ti porti il backline (la strumentazione e l'amplificazione individuale) per conto tuo, ti accontenti delle luci che trovi nei locali dove vai a suonare e il gioco è fatto. Abbatti i costi e tutti (o quasi) sono contenti; il pubblico prima di tutti dato che puoi permetterti di portare in giro un mini-festival formato da cinque band per fare sei ore di spettacolo senza il minimo problema. Il trucco? Semplice... collaborazione e rispetto reciproco sia sul palco che intorno ad esso.
Cosa che, scondo me, in Italia con band italiane sarebbe difficile da ottenere... ;-)
A parte i Symphony X che come headliners hanno il proprio set montato dietro le prime quattro band si sono esibite suonando sulla stessa batteria, cambiando solo gli elementi necessari come pedali, rullante, piatti e in un solo caso, quello dei Nevermore, anche qualche tom.
Amplificazione dei bassisti Ampeg, ogniuno usa la propria testata e chiaramente i propri effetti, iniettavano il loro sound su una bella e classica Ampeg 10x12.
Chitarre ritmiche e chitarre soliste tutte amplificate ENGL, data la mia posizione non sono riuscito a sbirciare le pedaliere ma tutto sommato la pasta sonora delle chitarre non si differenziava molto l'una dall'altra.
Voci standard microfonate Shure e qualche uso sporadico di sequenze preregistrate non sempre seguite a tempo, forse per una imperfezione nel monitoraggio o forse per una incapacità nei musicisti, hanno condito il tutto.
Diffusione di sala molto buona (Martin Audio) e sonorità del locale asciutta e senza strane riflessioni se non nelle prime file dove il suono degli ampli sporcava un po' l'ottimo mix fatto dai vari fonici che si sono alternati al banco regia, ma si sa che quando il locale è piccolo questo capita matematicamente sempre.
Per quanto riguarda il monitoraggio, ovviamente, anche qui si collabora alla grande, si usa quello che hai chiesto al service e lo completi con degli In-Ear che ti porti al seguito per chi è ormai abituato ad usarli, questo fa si che incontrando il locale piccolo non senti la mancanza del Side-Fill e il suono sul palco rispetta le esigenze di tutti.
Per quanto riguarda gli headliners la cosa non si è molto differenziata, tranne per il fatto che avevano un set quasi tutto per loro.
Batteria Tama cassa singola e doppio pedale, che Mr. Rullo suona divinamente, ampli basso manco a dirlo Ampeg e ampli chitarra ENGL “sdoppiato” due teste, sempre ENGL (non sono riuscito a vedere il modello) e due casse ENGL con pedaliera remotata con il classico “cassettino” dove si scorgevano i colori accesi dei pedali singoli.
Tastiere essenziali ma di grande efficacia, Korg e Yamaha... anche qui data la mia posizione non sono riuscito a individuare altri moduli sonori, ma non credo che Pinnella ne faccia uso.
La voce grandiosa di Allen era microfonata con uno Shure wirless di ultima generazione, non so se usa Ear-In monitor ma non mi è sembrato di vederli.
In conclusione la semplicità, soprattutto dal punto di vista tecnico, premia; anche perché a chi fa della propria forza il “saper suonare” non ha bisogno di complessi sofismi tecnici per far credere al proprio pubblico che sei bravo.
Tirando le somme, il “Power of Metal Tour 2011” è stata un’esperienza piacevole, appagante, gustosa. Il Viper di Firenze è un locale stretto e lungo, non il posto migliore a mio avviso per un’affluenza di questo tipo, ma si è difeso a dovere, complice anche un ottima qualità di suono, se si pensa alle “solite” esibizioni indoor di molte bands. Peccato per i bagni, alcuni sporchi altri fuori uso, ma per il resto anche l’organizzazione del posto si è mostrata professionale e funzionale. Se solo riuscissi a far smettere le mie orecchie di fischiare…
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