(10 aprile 2011) Black Lake festival V - 10 Aprile 2011 (Carlito's Way - Retorbido, Pavia)

Info

Provincia:PV
Costo:20 €
A dirla tutta mi aspettavo tutt'altro dalla quinta edizione del Black Lake festival.

Mi aspettavo tanta buona musica, un viaggio lungo ma emozionante, una sorta di rilassamento e di interruzione dal tran tran e dai problemi quotidiani.
No, la colpa non è dei gruppi intervenuti, nemmeno del pubblico presente, non del locale o dell'acustica e nemmeno dell'organizzazione, che anzi ringraziamo per la disponibilità, la gentilezza e la comprensione con cui ci ha accolto.

Responsabile di tutto il fato, o meglio l'auto sulla quale mi ero preposto di affrontare la trasferta Roma - Retorbido, che mi ha abbandonato sull'A1 all'altezza di Modena, creandomi un mare di guai, di spese ed una tramutazione del viaggio di piacere in un'odissea senza fine che mi ha portato in quel di Pavia dopo una peregrinazione che normalmente mi avrebbe recato almeno fino a Parigi.
Se poi aggiungiamo il fatto che il Carlito's Way, ed in generale Retorbido, non è propriamente collocato nella zona più raggiungibile e piena di indicazioni stradali della Lombardia, ecco combinato il disastro.

A proposito, ringraziamo il piccolo bar pieno di persone anziane che ci ha perfettamente illustrato l'ultimo tratto percorso da seguire senza alcun problema, alla prossima giro di vino pagato per tutti.

Arriviamo dunque al termine del viaggio senza fine praticamente a festival concluso, mentre i Melencolia Estatica si stanno congedando dal pubblico, che per un evento sì underground ma di questo valore mi attendevo più numeroso, sebbene molti ragazzi siano fuori a fumare o in giro a rilassarsi un po'.
Nonostante il Carlito's Way sia in conclusione un normalissimo pub, l'acustica è straordinariamente di livello, con un volume alto ma che lascia perfettamente distinguibile ogni strumento e lascia godere appieno dello spettacolo che ci stanno per preparare i Frostmoon Eclipse, gruppo ligure in attività ormai da una vita e con cinque album alle spalle sempre validi, come dimostrano peraltro le alte valutazioni espresse in questi anni da EUTK/Metal.it; personalmente non avevo mai avuto occasione di seguirli, tantomeno in sede live, ed ammetto che sono rimasto felicemente impressionato da come il quartetto ha saputo tenere il palco, a dimostrazione che i tanti anni di carriera alle spalle non sono affatto un caso.

La proposta della band è rappresentata da un black metal feroce in cui si fondono caratteristiche estratte ora dall'anima più intimista del gruppo, che ruota attorno ad ipnotici e delicati break acustici, ora da quella più violenta ed aggressiva che talvota sfiora territori quasi death metal come nella bella "The Darkest Season of Humanity", uno dei momenti culmine della loro esibizione che è stata suddivisa in due momenti distinti, la prima parte fatta di maggiore spazio alla componente negativa e depressa, quasi ambient talvolta, e la seconda in cui è stato l'impatto a farla da padrone.
Come detto prestazione da incorniciare per tutti e quattro i membri, con una menzione particolare per il frontman Lorenzo Sassi, impeccabile sia alla voce sia alla "scena", e per il bassista Davide Gorrini, abile e premiato da un'acustica come detto particolarmente brillante.

Tra le ovazioni del pubblico i Frostmoon Eclipse si congedano, lasciando il palco e la chiusura del festival ad ambientazioni assai diverse, come quelle magiche ed eteree che di lì a poco attornieranno i presenti grazie ai francesi Alcest.

Gianluca Grazioli

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Tante erano le aspettative per questo concerto; in primo luogo perché gli Alcest sono tra i miei gruppi preferiti e “Souvenirs d'un autre monde” è uno di quei dischi che mi accompagneranno per tutta la vita, in secondo luogo perché rappresentano una delle realtà musicali più interessanti uscite negli ultimi anni. Ero, quindi, molto curiosa di sentire come sarebbero venute fuori dal vivo le due anime della creature di Neige, quella più oscura, legata al black metal, e quella più eterea di derivazione shoegaze.

Il locale, il Carlito’s Way di Retorbido che ospitava il Black Lake Fest, all’arrivo degli Alcest sul palco, si è finalmente riempito e l’emozione delle persone era realmente palpabile, quando con entusiasmo hanno accolto le prime note di “Printemps Émeraude”.

Sul palco vediamo un Neige molto schivo, che accenna dei timidi sorrisi, molto concentrato sulla musica e sulle sue vibrazioni, che quasi sussurra le parole, il batterista Winterhalter un po’ affaticato sulle parti più spinte, un nuovo bassista che ha preso il posto di Fursy Teyssier (mente e cuore degli ottimi Les Discrets) e un secondo chitarrista, che con una voce molto dolce ed eterea, si fa carico di tutti i cori.

Si continua con la splendida “Les Iris”, con la sua perfetta sintesi di ombre e luci, sempre dal primo disco “Souvenirs d'un autre monde”, per poi arrivare alla prima traccia dell’ultimo disco “Écailles de lune”, con le sue atmosfere ammalianti e l’aggressività della parte finale.
Prima di passare alla luminosa “Solar Song” e a “Percées de Lumière”, che racchiude perfettamente le due anime del disco, con lo screaming ferale e quasi proveniente, per l’appunto, da “un altro mondo”, e le atmosfere malinconiche, è il turno di “Le Secret”, dall’EP “Le Secret”del 2005, ristampato da poco dalla Prophecy: un arpeggio evocativo di quasi 3 minuti, per poi partire con un black veloce e finire con un delicato arpeggio in cui si confondono i sussurrii di Neige, che sembra quasi voler svelare un segreto.

A chiudere il concerto tocca ad “Elévation”, sempre da “Le Secret”, l’episodio più black della serata.
Certo, mi sarei aspettata almeno un bis con “Souvenirs d'un autre monde”, ma le aspettative sono state ampiamente ripagate e le emozioni forti e sincere. Di sicuro uno dei concerti migliori di quest’anno.

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Ringraziamo nuovamente Dimitri della EyeCarver per la collaborazione prestata e per aver prodotto un evento così interessante, e ci scusiamo con le band ed i lettori per un report così monco ed incompleto, decisamente non dovuto alla nostra volontà.
Con la speranza che il conto del meccanico non sia così salato ci diamo appuntamento al prossimo festival...e magari vengo in treno eh!

Gianluca Grazioli
Report a cura di Gianluca 'Graz' Grazioli

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