Ci sono concerti, nella vita di un fruitore di musica, che hanno il sapore del pellegrinaggio. Concerti lontani, ma imperdibili. Concerti che "te li devi guadagnare" per il tempo e il denaro che devi sacrificare.
Questo dei TSO per me è stato così; e vi dico, in tutta onestà, che lo rifarei domani stesso.
Lasciamo alla sfera del gossip e quasi della mitologia il viaggio: Londra non è dietro l'angolo, anche se, a conti fatti, mi è costato meno che se fossi andato nella "vicina" Zurigo.
Il fatto di assistere allo show all'HAMMERSMITH, un teatro che non ha certo bisogno di presentazioni essendo quotidianamente protagonista di act fenomenali da oltre 60 anni, da sicuramente un fascino maggiore.
Il posto da dove assisto allo spettacolo è straordinariamente bello, sono a meno di 40 metri dal palco e riesco a godere a pieno dell'intera gamma di effetti speciali che i nostri elargiranno nel corso delle DUE ORE E QUARANTA DI CONCERTO...ovviamente senza interruzioni.
Arrivo per tempo e riesco a lasciare oltre 45 pounds al merchandise...(c'è di tutto....dalle tazze per la colazione alle palle di natale con la neve..io mi sono limitato a un paio di magliette)
Il book denominato "programma" ha le dimensioni di un trentatregiri... la trama in prima pagina...una serie magnifica di foto e disegni del concept oltre a immagini stupende degli artisti....
Artisti, perchè non si parla solo di musicisti... ma andiamo per ordine
L'Apollo velocemente si popola dell'audience più disparata. Dai metallozzi borchiati, alle coppie di una certa età, ai musicisti classici occhialuti e naif, tutti con le loro brave pinte di birra (piccolo inciso: all'interno del teatro era possibile portare mangiare e bere, nessun ridicolo controllo all'ingresso di borse e bottigliette aperte, a fine concerto la sala era linda e immacolata con tutta la gente che si portava educatamente la rumenta all'uscita). Alle 19.35, con ben cinque minuti di ritardo sulla tabella di marcia, le assi del palco scompaiono in mezzo al fumo.... e inizia la magia.
Perchè vieni catapultato in un mondo fatto di luci, colori, melodie ed emozioni. Il concept di Beethoven's Last Night prende vita grazie ai musicisti, ai cantanti e al narratore. Ti ritrovi ad avere paura del "mefistofelico"
Jeff Scott Soto e a commuoverti con l'intensa voce di
Chloe Lovery. Ma tutti i cantanti sono stati straordinari, schierati uscivano di volta in volta alla ribalta per le loro parti soliste, per poi rientrare nei ranghi a supportare l'opera nelle parti corali. Eccezionali.
Come strumentisti abbiamo i SAVATAGE "mach III" quasi al completo (manca
Jon Oliva che ha saltato il tour europeo per problemi familiari).
Al Pitrelli alla direzione orchestrale e alle chitarre.
Chris Caffery alle chitarre,
Middleton e
Plate alla sezione ritimica, l'indiavolato
Roddy Chong al violino solista e alla direzione archi. Dietro alle tastiere "alte" (come è stata presentata a fine concerto) una orientale gnocca in maniera commovente. Al pianoforte è stato assoldato sua maestà
Vitalij Kuprij (il funambolo della musica classica prestato al metal negli Artension e in mille altri progetti). Inutile dire che la prova dei nostri è stata magistrale e ineccepibile, con una lodevole costante ricerca della partecipazione del pubblico che ha gradito e osannato i nostri per tutta la durata del concerto.
Che altro dire. Il concept, di per se molto bello, acquista una carica emozionale pazzesca dal vivo, grazie anche ai sapienti giochi di luci, laser, olografie sullo sfondo, flash bomb, flare... a volte il palco sembrava sul punto di esplodere da un momento all'altro: con lo stupore gioioso di tutti i presenti, me compreso, che avevo visto già tutti i video disponibili sul tubo (ma una cosa del genere va sempre al di là delle tue più rosee aspettative).
Le melodie senza tempo di Beethoven e Mozart (eh si...il concept presenta un'escamotage che permette ai nostri di gratificarci col mitico MOZART&MADNESS), gli arrangiamenti energici, le composizioni straordinarie di Oliva e O'Neill (che fa una breve apparizione sul palco per un paio di canzoni nella seconda parte e per alcuni ringraziamenti) rimarranno stampate a fuoco nella mia testa, nella speranza che quantoprima una sapiente regia sappia immortalare il tutto su DVD non singolo, non doppio, ma quintuplo.
Difetti? Un medley ad apertura della seconda parte un po' decontestualizzato; sempre nella seconda parte avrei preferito una canzone come BELIEVE come estratto da Night Castle (e in tanti se l'aspettavano a dire il vero) e infine.. il fatto di dover aspettare il prossimo anno per rivedere la Trans Siberian Orchestra in azione in Europa... bah..guardiamo un po' i voli low cost per gli States.....
Davide "Jeff" Morando