Stasera al Classico Village di Roma si respirava un’aria particolare, forse è stata soltanto una mia impressione, una sensazione particolare, ma per me che è stata la prima volta gli
Extrema hanno dimostrato quanto valore ci sia nel Metallo Italiano.
Sono passati esattamente 21 lunghi anni da quando esordirono, e sembra soltanto ieri. Visti a lavoro sul palco sembravano degli allegri ventenni dal futuro ancora tutto da scrivere, pieni di energia, mai un momento fermi sulla loro postazione.
Tanto per finire ci si è messo anche un GL Perotti adrenalinico dietro al suo microfono, sempre ad incitare e invogliare i presenti. E il pubblico romano non si è fatto certo pregare (anche se una maggiore affluenza non è che sarebbe stata mal gradita) viste le continue ricerche di trovare un contatto letteralmente fisico con la band, per non parlare del pogo sfrenato ed incattivito.
Una cosa forse ha stonato durante l’arco di tutte e tre i gruppi chiamati a demolire le mura del locale, mi riferisco ad un audio non molto buono, che ha tarpato le ali agli Enemynside in una non dico cacofonia totale, ma in un impasto dei suoni che rendeva difficile l’ascolto questo si.
Stesso discorso per i primi The Sins Of Forgiveness, qualcosa meglio per gli Extrema ovviamente, ma nulla di eccezionale. Da rimarcare come questo aspetto non abbia minimamente intaccato la voglia di spaccare tutto con prestazioni convinte ed energiche.
Dopo una estenuante e lunga attesa fuori dal locale si entra alla spicciolata nella sala più grande per essere accolti dai capitolini
The Sins Of Forgiveness. Devo ammettere che il genere proposto dalla band di Angela non rientra propriamente nelle mie corde, ma posso allo stesso modo constatare come rispetto alla volta precedente (e sempre al Classico Village) di spalla agli Stormlord le cose siano cambiate in meglio, grazie soprattutto ad una prestazione più sciolta e convinta.
Lo stile proposto è una sorta di Metal venato da un potente Rock dall’andamento non vorrei dire scanzonato perché non è proprio il termine esatto, ma pregno di quella venatura vagamente Punk che dal vivo non guasta affatto. Pochi i presenti in sala per assistere al loro concerto di sole tre canzoni (ma meglio di una è?) ma decisamente dalla loro parte, e in questo senso le doti di Angela si fanno valere, istrionica e sempre in movimento. Nulla da togliere ai restanti, tutti preparati e convinti senza cedimenti, insomma il miglior modo per aprire la serata. Peccato per dei suoni non eccezionali, ma viste le bands successive non credo sia affatto colpa loro.
E ora con gli
Enemynside il discorso cambia radicalmente, per tuffarsi nel più tipico e tradizionale sound del Thrash Metal. La band non è l’ultima arrivata e lo testimoniano anni di gavetta e demo. Ricordo ancora quando uscì From The Cradle To The Way, prodotto che ancora oggi ascolto con soddisfazione, in ogni caso di acqua sotto i ponti ne è passata molta e in questo 2008 la band romana può vantarsi anche un disco alle spalle e uno in prossima uscita. Ma ora veniamo alla loro prestazione live, che in poche parole si può riassumere in aggettivi come potente, muscolare, piena di groove, dove tutti i componenti si sono fatti in quattro per travolgere il pubblico sotto le assi del palco.
Malgrado dei suoni che rasentavano l’osceno (qualcuno sa dirmi se il cantante aveva il microfono acceso o meno?) sembravano degli ossessi, come il batterista, un indiavolato che sembrava stesse spaccando le pietre.
Nelle poche canzoni che hanno avuto occasione di eseguire anche un nuovo brano di cui non ricordo il titolo ma che fa ben sperare per il loro futuro artistico, maledettamente Thrash Metal come non mai. Ottimo concerto quindi, se ci fossero stati dei suoni migliori e che non avrebbero reso le loro ritmiche dei chitarra dei muri di suono ovattati l’efficacia sarebbe stata senza dubbio migliore.
L’attesa è finita, ma ci è voluto un lungo cambio palco prima di vedere gli
Extrema all’opera. Ottimamente ricambiato, su questo nulla da eccepire. A livello acustico le cose subiscono un netto miglioramento rispetto a prima. In vita mia ho sentito decisamente di meglio, ma facendo un voto al Signore ci si tappa il naso e si va avanti, “fieri e potenti”.
Freschi della pubblicazione del celebrativo Dvd Murder Tunes & Broken Bones - 20 Years Anniversary e del live in versione audio Raisin' Hell With Friends per festeggiare i due decenni di carriera non ci si poteva aspettare che un concerto pieno zeppo delle loro storiche hit. A partire dalle devastanti Child O' Boogaow, Join Hands, per non escludere ovviamente Money Talks sino ad arrivare alle più recenti Second Coming, Nature e compagnia bella. A dire il vero molti sono stati gli estratti dall’ultimo disco in studio Set The World On Fire, disco che li a riportati su sentieri più consoni alle loro origini dopo un album più sperimentale e passatemi il termine, modaiolo, come Better Mad Than Dead (che a me piace molto), omaggiato con due estratti se non vado errato.
Ma tracklist a parte ci si è ritrovati al cospetto di un complesso musicale ancora molto affiatato, sempre capace di invogliare il pubblico in scene di delirio fra pogo, stage diving e ceffoni volanti vari, un vero e proprio massacro collettivo come lo chiamano loro. Mai un momento, e quando dico mai dico mai, fermi e tranquilli alle loro postazioni. GL Perotti e Tommy Massara sembravano due tarantolati, come credo sia giusto ormai considerare il nuovo batterista “uno della famiglia”, pistava che era un piacere starlo a sentire ma anche vedere. Mattia con la sua mole e la sua calma apparente è sempre lui, il mostro della sezione ritmica, un uomo una garanzia. In tutto ciò come ho avuto modo di dire ad inizio live report si è insinuato questo tarlo di un audio non proprio eccezionale che rendeva spesso i riffs degli Extrema impastati e un po’ incasinati. In conclusione poco male, sia la band che i ragazzi presenti hanno assistito ad un live set devastante, li aspettiamo alla prossima e in condizioni tecniche migliori.
Foto a cura di Emanuele Lituri.
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