In una delle tante zone caratteristiche della Ville Lumière, ovvero Parc de la Villette, si trova
Le Trabendo, un locale accogliente di media capienza scelto per la data parigina dei Lupi norvegesi, accompagnati dall'ex Fleurety Svein Egil Hatlevik sotto il monicker
Zweizz. Per questioni logistiche, arrivo praticamente alla fine della sua esibizione, e in una tempesta elettronica di puro rumore, faccio giusto in tempo a vedere l'uomo in questione seduto su un water, a braghe calate, con tanto di telecamera interna che proietta sullo schermo a fondo palco dei dettagli che non avrei mai voluto vedere!!
Et voilà:
Terminato questo scempio audio visivo, scelgo subito la postazione migliore godermi gli headliner, chiedendomi se il palco riuscirà effettivamente a contenerli tutti, strumentazione compresa, date le dimensioni alquanto ridotte. In una condizione decisamente meno scenografica rispetto all'esibizione torinese dello scorso anno, ma mantenendo lo schermo per le proiezioni, ecco che gli
Ulver fanno il loro ingresso e iniziano subito con il brano di apertura del loro nuovissimo album
War of the Roses; talmente nuovo che in molti non lo hanno ancora ascoltato, perchè di fatto non è uscito tramite i canali ufficiali (e allo stand del merch si trova solo il vinile). Dunque è
"February MMX" ad aprire il concerto e dopo un baritonale "Hello Paris" da parte di Kris, si prosegue con tutto il resto del disco, eseguito in ordine sparso. Il pubblico non sembra eccessivamente turbato da questa ardua scelta di setlist, tutti apprezzano e si lasciano coinvolgere dalle sonorità elettroniche a volte più ritmate, altre puramente ambient. La chiusura, come su disco, è affidato a Daniel O'Sullivan, il nuovo membro di nazionalità inglese, strumentista eclettico (durante il concerto si alternerà alla chitarra, al basso e alle tastiere, supportando anche Kris alla voce) che recita
"Stone Angels", una composizione del poeta americano Keith Waldrop. Un finale lungo e introspettivo, sempre sorretto da suggestive proiezioni e sonorità pacate, che scatena comunque un caloroso applauso, dopo il quale Kris annuncia che quello era il nuovo album; alché il gruppo ringrazia e saluta portandosi dietro le bottiglie di vino consumate tra un brano e l'altro!
Gli applausi non cessano e la band torna sul palco dopo qualche minuto, l'introduzione di
"Hallways of Always" scatena la gioia dei presenti! Il brano, tratto da Perdition City, è alla portata di tutti e la temperatura della sala si fa decisamente più calda. Purtroppo però, questa è davvero la fine, e dopo un altro giro di ringrazialmenti, i ragazzi abbandonano la scena, le luci si accendono e come sempre c'è l'assalto allo stand del merchandise.
I commenti che si possono leggere in rete, relativi alla data parigina ma anche alle altre, nel resto dell'Europa, non sono tutti favorevoli. In molti non hanno gradito l'esecuzione di un intero disco ancora sconosciuto e hanno anche criticato il modo di stare sul palco degli anglo-norvegesi, troppo chiusi e indifferenti nei confronti del pubblico. Tutte osservazioni comprensibili e condivisibili, da un certo punto di vista; per dovere di cronaca, sul palco francese i ragazzi sono sembrati in forma e contenti di suonare, scambiandosi numerose occhiate complici e qualche sorrisetto La comunicazione con il pubblico si è limitata a qualche ringraziamento e all'annuncio dei pezzi, ma questo è un modo di fare proprio di molti altri gruppi. In buona sostanza, il concerto è stato impeccabile, con una buona sinergia tra band e pubblico; sarà stata "colpa" del vino francese?!
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