Il
Velvet di Rimini accoglie la nuova calata italica dei
Symphony X, sempre più acclamati ed osannati, anche in virtù dell’ultimo “
Iconoclast”, album molto heavy e potente che di sicuro farà bella mostra di sé sulle assi del palco. Il vostro scribacchino arriva verso le 19, e l’affluenza di pubblico c’è, ma non sembra essere delle più clamorose… un’oretta di chiacchiere e freddo fuori, e alle 20 in punto si aprono i cancelli. Giusto il tempo di entrare che, in perfetto orario con quanto comunicato, alle 20.30 è il turno dei romani
DGM, cui è affidato il compito di radunare e ringalluzzire l’audience appena entrata. Cosa che alla band di
Mark Basile e soci riesce divinamente, complice una qualità sonora già buona dalla prima nota, dei volumi decisamente sopra le righe ed una manciata di brani power-prog (praticamente tutti estratti dall’ultimo “
Frame”) eseguiti in maniera tecnicamente perfetta, coinvolgendo il pubblico e suonando divinamente per la mezz’ora a loro disposizione. I ragazzi sembrano ispirati e contenti di essere lì in cotanta compagnia, e
Simone Mularoni sorprende davvero quanto a bravura e facilità di esecuzione. Ma non è il solo, stasera i DGM hanno sfruttato la loro mezz’ora al massimo, regalando una prestazione degna delle bands che li seguiranno. Bravi!
DGM setlist
1. Heartache
2. Enhancement
3. No Looking Back
4. ... In a Movie
5. Brand New Blood
6. Hereafter
Pagan’s Mind – 21.10/22.00Il cambio di palco più veloce del mondo ed ecco apparire i norvegesi
Pagan’s Mind, freschi di nuovo album (il bellissimo “
Heavenly Ecstasy”) e carichi come delle molle. Il discorso fatto precedentemente per i DGM vale ancor di più per
Nils Rue e soci, graziati dal solito audio impeccabile (raramente mi è capitato di sentire un audio perfetto e bilanciato dal primo all’ultimo minuto, complimenti all’organizzazione!) e da una scaletta deliziosa, che pesca da tutta la discografia della band. Proprio Nils dimostra (a chi ne avesse bisogno) di essere un singer mostruoso: non gli daresti una lira a guardarlo, cazzone e simpatico, la panzetta e quei capelli improponibili, e poi tira fuori una voce… che voce! Strabiliante, non si risparmia un acuto che sia uno e tiene la temperatura del Velvet notevolmente alta, accompagnato da una band di fenomeni, che di certo non hanno l’aria delle rockstar! Chi suona in ciabatte (il bassista), chi scherza ed è visibilmente alticcio (il tastierista), ma qui stasera si fa fatica a trovarne uno che sbagli una nota! Prestazione veramente maiuscola per i Pagan’s Mind, che chiudono col botto regalandoci una “
Through Osiris’ Eyes” presa da quel “
Celestial Entrance” del 2002 che mi ha fatto innamorare di questa grande, sottovalutata band.
Symphony X – 22.30/24.00Ci vuole una mezz’oretta prima che arrivino gli headliner. Il palco viene svuotato velocemente, con il contributo anche dei membri delle stesse bands, che con un livello di divismo pari a zero si smontano la roba e se la portano fuori “a manazza”, così si fa, cacchio! Rispetto! Il tempo di rifiatare, e di ringraziare il cielo di essermi ricordato di portare i tappi (stasera il volume è bello alto, ma per fortuna il suono è nitido e potente), che le luci vanno giù, il fumo si diffonde in maniera esagerata, la gente comincia a rumoreggiare, et voila, arrivano i Symphony X!
La potenza e l’intricatezza delle composizioni di Romeo e soci viene subito sparata in faccia ai presenti grazie alla nuova title-track: “
Iconoclast” non fa prigionieri, è un continuo saliscendi complicato e serrato, su cui svetta colui che, a mio modestissimo parere, è forse il miglior frontman metal degli ultimi anni.
Russell Allen è un cantante semplicemente
perfetto, che abbina ad una voce stratosferica una presenza scenica da infarto: incazzoso e poi ridanciano, ha uno sguardo per tutti i fans adoranti ai suoi piedi, scherza, si butta in mezzo alla gente mentre canta, prende per il culo uno del pubblico che gli fa il coro stonato, ride, si incazza, regala sorrisi e bottiglie d’acqua, e nel frattempo canta come se fosse l’ultima volta della sua vita. Spaventoso. Mai fuori nota, mai a svicolare dalle complicate linee vocali dei brani, quest’uomo da solo è in grado di far passare in secondo piano una band di MOSTRI, che ancora una volta regalano un’esibizione chirurgica. Inutile spendere parole per Michael Romeo, assoluto padrone di ogni nota si aggiri sul palco stasera; vederlo suonare con un’espressione rilassata e naturale può solo farti venire i nervi! La band è comunque compatta e devastante, e la scaletta predilige nettamente il nuovo album, da cui viene tratto quasi tutto il concerto. I nuovi brani, forse un pelo freddini su disco, dal vivo prendono decisamente vita, e il bellissimo semi/lento “
When All is Lost” ci lascia respirare e sognare per un attimo, prima che le mazzate ricomincino. Le uniche due concessioni al passato sono “
Inferno” e quella “
Of Sins and Shadows” che ormai non può mai mancare da ogni setlist dei S’X: è la quinta volta che li vedo, e ormai “Sins” è il marchio di fabbrica, una sorta di appuntamento fisso con il Metal, quello con la M più che maiuscola.
Al bis, i Symphony X pescano ben tre brani dal penultimo (e, a mio avviso, stupendo) “
Paradise Lost”: “
Eve of Seduction”, “
Serpent’s Kiss” e quella meraviglia power/prog di “
Set the World on Fire”, che chiude con l’ultimo, potentissimo acuto di Russell l’ennesima prestazione maiuscola di una band fenomenale. Peccato che il Velvet fosse pieno solo per tre quarti, dove siete finiti, metallari? Tutti a casetta, alle otto l’aperitivo e poi tutti a lamentarsi che gli Iron Maiden non vengono a Marina di Canosa di Cinisello di sotto? Si esce di casa solo per i Dream Theater, i Metallica e qualche altro dinosauro, e poi ci si lamenta che i biglietti costano troppo? Qui stasera hanno suonato tre bands superlative, fortunato chi c’era.
Symphony X setlist
1. Iconoclast
2. End of Innocence
3. Dehumanized
4. Bastards of the Machine
5. Electric Messiah
6. When All is Lost
7. Children of a Faceless God
8. Heretic
9. Inferno (Unleash the Fire)
10. Of Sins and Shadows
Encore:
11. Eve of Seduction
12. Serpent's Kiss
13. Set the World on Fire (The Lie of Lies)